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KYOTO 2

Le misure Psr rafforzano la lotta all'effetto serra

Agricoltura conservativa e rotazione, biologico e agroforeste sono percorsi già sperimentati - E la nuova programmazione rilancia il ruolo per centrare gli obiettivi sul sequestro di carbonio

Nell'ambito delle politiche internazionali per il clima il secondo periodo di impegno relativo al Protocollo di Kyoto, il c.d. "Kyoto 2" (2013-2020) approvato nel dicembre 2012 a Doha, prevede l'impegno a diminuire le emissioni aggregate per almeno il 18% rispetto al 1990, al fine di garantire la continuità rispetto agli obblighi vincolanti di riduzione di gas serra del primo periodo di impegno (2008-2012).
A fronte dell'entità degli impegni assunti in sede di Unione europea, risulta di fondamentale importanza definire chiaramente il ruolo dell'agricoltura all'interno del settore LULUCF[1] per la contabilizzazione (accounting) del carbonio, anche alla luce della recente Decisione n. 529/2013/UE "sulle norme di contabilizzazione relative alle emissioni e agli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti da attività di uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura e sulle informazioni relative alle azioni connesse a tali attività"[2].
La gestione dei terreni agricoli (CM - cropland management) e dei pascoli (GM - grassland management) fa parte delle attività eleggibili dell'articolo 3.4 del Protocollo di Kyoto, le quali come è noto possono essere elette a discrezione del Paese aderente: date le difficoltà di calcolo ad oggi, l'Italia non ha incluso le attività agricole nella contabilizzazione ma, ai fini del reporting UNFCCC[3] obbligatorio fino al 2020 nonché dell'accounting nel post-2020, risulta centrale identificare gli interventi in campo agronomico finalizzati all'aumento degli stock o alla diminuzione delle emissioni di GHG (Greenhouse Gases[4]).
 

Interventi previsti nei PSR con impatto sulla sostanza organica e sulle emissioni GHG
(elaborazione ISMEA su PSR 2007-2013)

Tra le principali azioni che possono essere adottate per la riduzione delle emissioni in ambito agricolo c'è l'incremento della quantità di carbonio sequestrato nelle riserve (pool)terrestri: biomassa legnosa e suoli agricoli. Su queste riserve incidono fortemente le tecniche e i sistemi agricoli promossi dalle misure agro-climatico-ambientali e dalle altre misure a superficie dei PSR, sia in termini di mitigazione che di adattamento ai cambiamenti climatici: nella nuova programmazione 2014-2020 il FEASR, in sinergia con gli altri fondi, andrà a sostenere proprio quelle azioni che intercetteranno gli obiettivi tematici 4 ("Transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio") e 5 ("Adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e gestione dei rischi") nell'ambito del Quadro strategico comune.
Tali interventi promossi dalla politica di sviluppo rurale e finalizzati ad una conduzione agricola incentrata sulla capacità di assorbimento dei GHG, vanno valutati rispetto ad alcuni aspetti chiave della gestione aziendale rispetto all'impatto sui cambiamenti climatici, con particolare riferimento al suolo agrario: le lavorazioni del terreno, la gestione delle biomasse, l'incremento della complessità degli avvicendamenti (anche attraverso l'inserimento delle colture da sovescio, da copertura e delle "colture trappola"), la gestione dei residui colturali, la concimazione e fertilizzazione, i cambiamenti dell'uso del suolo.
Analizzando i PSR 2007-2013, è possibile identificare le azioni agronomiche, sostanzialmente comuni a buona parte dei contesti regionali italiani, in grado di avere un effetto positivo sull'accumulo di CO2: ad esempio, nel caso dell'agricoltura biologica a cui la nuova programmazione conferisce un peso relativo maggiore, l'applicazione di una rotazione che preveda due anni di prato di leguminose ogni cinque oppure l'obbligo di incorporazione nel suolo dei residui colturali, rappresentano interventi significativi in termini di aumento del carbonio stoccato nel suolo (SOC - Soil Organic Carbon) e di aumento di efficienza di utilizzazione dei nutrienti disponibili con corrispettiva riduzione nell'uso di fertilizzanti azotati grazie ad un aumento complessivo della qualità del suolo. Inoltre, per quanto riguarda le colture arboree è previsto l'inerbimento e successivo sovescio in primavera o l'ammendamento con composti organici, il divieto di diserbo chimico e l'adozione di un piano di concimazione regolamentato, tutte azioni orientate alla riduzione delle emissioni di GHG e alla mitigazione.
 Attraverso l'applicazione di tecniche di agricoltura conservativa (es. minimum tillage, no-tillage,...), comprendenti l'apporto di carbonio organico sotto forma di residui colturali, è possibile ridurre il tasso di mineralizzazione della sostanza organica e quindi le perdite di SOC in ragione della riduzione dell'arieggiamento del terreno dovuto alla non effettuazione dell'aratura.
Come è noto anche la conversione dei terreni da seminativi a prati pascoli o pascoli, insieme allo sviluppo dell'agro-forestazione, rappresentano due importanti opportunità in termini di incremento di SOC attraverso l'apporto di biomassa e la riduzione del tasso di mineralizzazione.
La cura del paesaggio agrario, attraverso la conservazione di elementi strutturali degli spazi agricoli (siepi, boschetti, alberi in filari...), compreso il mantenimento delle fasce tampone[5], oltre a proteggere il suolo da usi agricoli più intensivi agiscono sul fissaggio della CO2 atmosferica nel suolo, rimuovono gli inquinanti e facilitano la denitrificazione, riducono i fenomeni erosivi e più in generale favoriscono la biodiversità e la funzionalità dei sistemi ecologici, quindi la loro capacità di adattamento ai cambiamenti climatici.
L'attuazione combinata di pratiche come quelle accennate, in via esemplificativa, quali possibili impegni delle misure agro-climatico-ambientali (AECM), nonchè con la necessaria baseline del "greening" e delle sue pratiche equivalenti, rappresenta certamente un contributo alla mitigazione e una modalità efficiente di conservazione dei suoli, con una relativa minore perdita nei casi di sfruttamento particolarmente intensivo degli stessi.
L'importanza ed applicabilità delle misure agro-climatico-ambientali passa anche attraverso l'azione dei servizi di consulenza aziendale in agricoltura, i quali devono essere in grado di assistere gli agricoltori anche ai fini di una conduzione aziendale conservativa della risorsa suolo, favorendo altresì l'azione di monitoraggio per valorizzare il contributo del mondo agricolo alla riduzione delle emissioni di GHG entro il 2020 e in prospettiva degli impegni dell'Unione europea entro il 2050.

 
 
 

Francesco Serafini

 
[1] Land Use, Land Use Change and Forestry.
[2] GUUE L 165 del 18/06/2013.
[3] United Nations Framework Convention on Climate Change.
[4] I c.d. gas a effetto serra (biossido di carbono, metano, protossido d'azoto, idrofluorocarburi HFC, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo), il cui livello in atmosfera è fortemente influenzato dall'azione antropica.
[5] Per approfondimenti si veda anche "Proposta operativa di applicazione dello standard 5.2 di condizionalità Introduzione di fasce tampone lungo i corsi d'acqua"(Rete Rurale Nazionale, 2011), scaricabile su http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5490
 
 
 

PianetaPSR numero 25 - ottobre 2013