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Prezzi agricoli, in un anno vanno sotto del 4%

I lievi segnali di ripresa registrati sui mercati all'origine nel mese di ottobre (+0,6% su settembre) non bastano a invertire il tasso tendenziale che viaggia ancora su valori negativi

I prezzi dei prodotti agricoli ad ottobre chiudono in rialzo dello 0,6% su base mensile ma con una contrazione del 4% rispetto a un anno fa. Lo rende noto l'Ismea, secondo il quale il calo tendenziale è ancora determinato da una caduta del 6,4% dei listini delle coltivazioni e dell'1,3% dell'aggregato zootecnico. Tra le colture si conferma il calo significativo dei prezzi dei cereali (-18,9%), condizionati dall'ondata di ribassi sui mercati internazionali, ma anche dei vegetali dove si va da -10,7% delle coltivazioni industriali, a -1,8% della frutta; unico segno positivo in tutta Italia per i vini (+2%).
Per il mercato zootecnico, Ismea rileva cedimenti generalizzati per il bestiame vivo (-5,6%), in particolare per suini (-13,8%), ovi-caprini (-6%), uova (-6,7%) e bovini (-1,2%). In controtendenza si muovono i prodotti lattiero-caseari (+4,7%), con punte di +38% per il burro; tra i formaggi a pasta dura si rilevano andamenti contrapposti: con il Pecorino romano rincarato in un anno del 19,1% % a causa della minore offerta e Parmigiano reggiano e Grana padano scesi in media rispettivamente del 2,7% e del 3,5%.
Passando all'analisi congiunturale, l'incremento su settembre scorso, invece, è la sintesi di andamenti opposti tra l'aggregato vegetale (+2,7%) e quello zootecnico (-1,4%); nel primo caso, il contributo proviene unicamente dai prodotti ortofrutticoli, con ortaggi e frutta in crescita rispettivamente dell'11,4% e del 9,6%; flettono invece cereali (-2,9%), vini (-0,7%) e colture industriali (-0,2%). Pesante la caduta dei prezzi per gli oli di oliva (-7,3%), conclude l'Ismea, in un mercato influenzato dalle attese di una produzione spagnola in forte aumento.

 
 
 

Sabina Licci

 
 
 

PianetaPSR numero 26 - novembre 2013