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ZONA CESARINI

Uno scatto di reni per evitare il disimpegno

Nelle ultime settimane si registra una decisa accelerazione dell'utilizzo dei fondi 2011, ma la crisi economica e la progressività del budget rendono più complicato centrare tutti gli obiettivi di spesa  
 

In questi giorni, come ogni anno, si accende il dibattito sul rischio disimpegno dei fondi comunitari per lo sviluppo rurale. Sulla base della cosiddetta clausola n+2, la partita si gioca sul budget relativo all'annualità 2011, il cui utilizzo deve essere completato entro la fine di quest'anno.
Le ultime rilevazioni ufficiali, aggiornate al 30 novembre scorso, segnano sul quadrante della spesa un spia rossa in più di qualche regione e in molti si chiedono se lo scatto di reni di fine anno consentirà di raggiungere anche in questa annualità  il percorso netto, come è successo nelle annate precedenti.

  Somme da liquidare entro il 31 dicembre 2013
escluse le regioni con Organismo pagatore regionale

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Va anche aggiunto, per dovere di cronaca, che l'acuirsi della crisi economica ha reso tutto più complicato, sia per quanto riguarda  l'adesione ai bandi sia la realizzazione dei progetti già in precedenza avviati. Nè va sottovalutata un'altra obiettiva difficoltà, insita proprio nella spalmatura dei budget annuali dell'intera programmazione, che vedono una dotazione progressivamente più elevata.
Fatte queste doverose considerazioni, passiamo ora ad analizzare la situazione dei numeri  ufficiali e le indicazioni che mano a mano provengono dai territori in questo ultimo scorcio di dicembre.     
Al 30 novembre 2013 mancavano al traguardo ancora 438 milioni di euro di quota comunitaria, concentrati non solo nelle regioni convergenza ma sorprendentemente anche nelle regioni competitività (centro-nord): contrariamente agli altri anni, ben otto regioni del centro-nord rischiano il disimpegno per un totale di 121 meuro di quota FEASR da spendere entro fine anno, mentre alla stessa data dello scorso anno la quota a rischio era di soli 75 meuro.  Stesso discorso, ma con maggiori criticità, si può fare per le regioni centro-sud, con 318 milioni di euro ancora da utilizzare contro i 214 dello stesso periodo 2012.
La situazione critica sembrerebbe, come si accennava all'inizio,  determinata da una minore capacità di investimento delle imprese agricole a causa del perdurare della congiuntura economica negativa, che non accenna a diminuire: in molti casi le imprese agricole di piccole e medie dimensioni si sono trovate nella situazione di dover rimandare o addirittura rinunciare ai progetti di investimento previsti, impossibilitate a chiudere i progetti nei tempi dovuti con la rendicontazione a saldo degli impegni originariamente assunti all'interno dei Psr.

Questo ha avuto un riflesso inevitabile sull'avanzamento della spesa dei PSR che non ha risparmiato, come accennato, neanche le regioni "virtuose".
Il costante confronto con le regioni a rischio sullo stato di avanzamento della spesa, posto in essere in queste settimane attraverso l'indispensabile supporto di Agea, ha tuttavia permesso di trovare in molti casi soluzioni idonee a sbloccare elenchi di liquidazione incagliati.
Il monitoraggio continuo dell'iter istruttorio delle domande di aiuto e di pagamento sta permettendo in questi giorni di imprimere un'inaspettata accelerazione alla spesa che lascia ben sperare: in molte regioni a rischio i fondi da spendere entro fine anno si sono più che dimezzati, facendo scendere la quota complessiva a metà dicembre a un livello stimato di circa 220 milioni di euro.
Dal confronto avuto con AGEA e le Autorità di gestione è emerso che molte regioni a rischio hanno quasi raggiunto l'obiettivo di spesa con una percentuale ormai prossima al 100%. Altre, in base a quanto appreso, non presentano particolari problemi nell'evitare il disimpegno entro fine anno avendo numerosi elenchi in procinto di liquidazione.
Senza voler trascurare le difficoltà di attuazione di alcune misure dei PSR, è necessario a questo punto porre l'accento sul progressivo incremento del budget a disposizione dei singoli PSR.
Infatti, il riparto annuale delle somme FEASR da impegnare e spendere nei sette anni di programmazione ha un andamento crescente in tutte le regioni: alle ultime annualità sono state assegnate risorse maggiori rispetto alle prime. Pertanto, le somme che ciascun PSR deve portare a rendiconto, per non incorrere nel disimpegno automatico, sono ogni anno maggiori.
Questa dinamica ha inevitabilmente riflessi sul raggiungimento dell'obiettivo di spesa: traguardo molto  ambito ma che ogni hanno si sposta più in là e vanifica gli sforzi compiuti fino a quel momento.
Tale dinamica è evidenziata dal seguente grafico che confronta il rimanente da liquidare FEASR delle diverse annualità di spesa dell'attuale programmazione:
 a progressione delle somme da liquidare nei diversi mesi dell'anno appare pressoché identica nei tra anni esaminati 2011, 2012 e 2013; tuttavia ogni anno aumentano le risorse da liquidare a parità di capacità di spesa della macchina amministrativa (da 774 meuro del gennaio 2011 si è passati a 965 meuro a gennaio 2013). A inizio dicembre 2013 è necessario spendere complessivamente 88 meuro in più rispetto al 2012 per evitare il disimpegno.
Pertanto, ogni fine anno ci si trova di fronte a sempre maggiori somme da dover spendere per raggiungere l'obiettivo di spesa determinando ogni volta una affannosa corsa contro il tempo.

Luigi Ottaviani

 
 
 
 

PianetaPSR numero 27 - dicembre 2013