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BILANCIO 2013
 

Investimenti e agroambiente trainano la spesa Psr

Lo scatto dell'ultimo trimestre con 1,2 miliardi di contributi erogati ha ridotto al minimo il rischio disimpegno - Su competitività e ecoincentivi l'Italia tiene il passo Ue, in ritardo Asse III e Leader

 
E' stata una corsa contro il tempo ma anche quest'anno - ultimo del periodo di programmazione comunitario - la battaglia contro il rischio di perdere preziose risorse per lo sviluppo rurale è stata sostanzialmente vinta. I dati a fine novembre non lasciavano ben sperare, ciò nonostante l'accelerazione delle procedure sull'esame delle domande di pagamento ha permesso di superare l'obiettivo di spesa per quasi tutte le regioni italiane. Unica nota dolente è stata la Basilicata la quale, tuttavia, ha chiesto una deroga a causa dei ripetuti eventi alluvionali che hanno avuto ripercussioni sulle aziende agricole e sulla loro capacità di realizzare gli investimenti previsti.
In tre mesi sono stati pagati alle aziende agricole 1.197 meuro di contributi pubblici di cui 635 versati da Bruxelles (FEASR). Il grande sforzo prodotto soprattutto dalle regioni come Sicilia, Campania, Puglia e Sardegna, ha permesso di andare oltre la soglia del disimpegno (c.d. overspending) con 350 meuro in più rispetto agli impegni del periodo 2007-2011 (vedi tabella).
Dal prossimo periodo di programmazione 2014-2020 la problematica della possibile perdita di risorse dovrebbe essere evitata grazie alle nuove regole introdotte con la riforma della PAC che danno un anno di tempo in più per spendere le risorse assegnate (si parla di "regola dell' N+3").
Analizzando ora i dati di spesa del 2013, possiamo notare che nel corso dell'anno sono stati pagati contributi pubblici pari a 2,5 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi di quota FEASR; stesso livello di spesa riscontrato già nel 2012.
Oltre al consueto ammodernamento delle aziende agricole (485 meuro pagati) e ai pagamenti agro-ambientali (558 meuro), ottima performance è stata ottenuta dalla misura 125 riguardante interventi volti al risparmio idrico e alla viabilità rurale e forestale con 144 meuro rendicontati.
Anche la misura 123, che finanzia interventi per la ristrutturazione di impianti di lavorazione e trasformazione di prodotti agricoli (analoghi alla 121 ma per piccole e medie imprese), ha avuto un buon risultato con 134 rendicontati nel corso dell'anno.

 

Ottimo segnale proviene anche dalla misura Leader riguardante interventi sulla diversificazione dell'attività agricola (misura 413) che registra una spesa di 109 meuro. La misura fa, quindi, da traino all'intero Asse Leader laddove l'attuazione delle altre misure dell'asse risulta ancora molto bassa.
A metà classifica si afferma la misura 311 - "Diversificazione in attività non agricole" con 82 meuro e la misura 226 - "Ricostituzione del potenziale forestale" con 85 meuro. Infine, i pagamenti per i giovani agricoltori si attestano a 72 meuro seguiti dalla misura sul benessere degli animali con 62 meuro complessivi. 
Occorre a questo punto dare un forte stimolo alla spesa dell' Asse 3 e soprattutto dell'Asse Leader che rimane ancora insufficiente visto che si è già entrati nei tempi supplementari (impegni 2013 da spendersi entro fine 2015) e che bisogna ancora portare a rendiconto gli anticipi ricevuti ad inizio programmazione (7% delle risorse del PSR).
E veniamo ora alla situazione europea. In base ai dati forniti dalla stessa Commissione, nel quarto trimestre 2013 sono stati pagati 5.164 milioni di euro portando così la spesa per lo sviluppo rurale a 71 miliardi di euro complessivi, il 74 % dei fondi Feasr disponibili.
Il confronto negli anni dell'attuazione della spesa a livello UE mostra un sostanziale allineamento del nostro paese con la Spagna (con il 66% di risorse spese contro il 64% dell'Italia), mentre l'attuazione della spesa per Francia e Germania è pari al 80% della dotazione ricevuta.
Bisogna notare comunque che negli ultimi due anni di programmazione c'è un rallentamento generalizzato dell'avanzamento delle spese per lo sviluppo rurale dovuto alla situazione generale di crisi economica in cui versa l'area UE.
Il dato per Asse di intervento dei PSR ci fa capire meglio il ritardo della situazione italiana: c'è in sostanza un allineamento della spesa nell'attuazione per gli Assi 1 e 2 mentre  un elevato divario si va accumulando negli anni per gli Assi 3 e 4; quest'ultimo mostra un attuazione del 27% laddove la media UE è pari al 45%.

 

La spesa per chiudere i PSR 2007-2013 si sovrapporrà inevitabilmente a quella della nuova programmazione. Il "countdown" della nuova PAC è già iniziato: entro quattro mesi dalla pubblicazione dei regolamenti sulla nuova PAC l'Accordo di Partenariato deve essere trasmesso alla Commissione Europea (aprile 2014). Successivamente, entro tre mesi dalla trasmissione dell'Accordo, i programmi di sviluppo rurale  devono essere notificati ai servizi della Commissione: pertanto, a conti fatti, tutti i PSR italiani devono essere trasmessi entro fine luglio 2014.
La Commissione Europea ha, inoltre, altri tre mesi di tempo (fine ottobre 2014) per trasmettere eventuali osservazioni; infine, dopo ulteriori tre mesi i PSR devono essere definitivamente adottati. In definitiva, la data ultima per l'adozione dei PSR è gennaio 2015.

 
 
 
 

Luigi Ottaviani

 

PianetaPSR numero 29 - febbraio 2014