E' stato un lungo processo quello che ha portato la Commissione Europea alla definizione della campagna di comunicazione dal clame "Taking Care of our roots" ("Abbiamo a cuore le nostre radici"), che nel corso del 2014 toccherà tutti gli Stati membri con materiale informativo cartaceo, on line e clip in tv e nelle sale cinematografiche. Un concept che mette in risalto il legame indissolubile fra la produzione agricola e la vita quotidiana: l'immagine di una marionetta in lana accostata a quella di una pecora, bambine che bevono latte e una mucca, o ancora di una forma di pane rotonda e di una rotoballa, per dare alcune esempi.
Ma gli elementi più interessanti emersi durante il Seminario della Rete Rurale Europea sulla Comunicazione ai cittadini svoltosi a Vilnius in Lituania il 3 e 4 marzo sono proprio quelli legati al "dietro le quinte", cioè agli studi, ai focus group e in ultima analisi alla strategia che la Commissione Europea ha messo in atto in occasione della campagna.
Innanzitutto il punto di partenza: anche se negli ultimi anni è aumentato il numero di chi, in Europa, ha sentito parlare della Politica Agricola Comune (64% nel 2013 rispetto al 41% del 2009) e del sostegno agli agricoltori, solo l'8% conosce poi realmente i contenuti della Pac: il rischio, quindi, è che i cittadini non comprendano a pieno perché il denaro pubblico debba finanziare l'agricoltura.
Necessaria, quindi, una attività di comunicazione che spieghi dinamiche e obiettivi della nuova Pac, che ne sottolinei i benefici-chiave evidenziando il ruolo svolto dagli agricoltori nel processo di crescita socio-economica della Ue. Una campagna di informazione articolata per temi-chiave e per fascia di destinatari. Il target è stato così suddiviso: cittadini under 40 (delimitare il campo nell'età aiuta anche nella scelta degli strumenti); insegnanti (future generazioni), agricoltori e organizzazioni non governative (fra queste le associazioni di agricoltori ma anche quelle ambientaliste, di consumatori ecc.).
Come anticipato da PianetaPsr a ridosso dell'incontro della Rete Rurale Europea di Tomàr del giugno 2013, prima di mettere in moto la macchina della campagna occorreva sfatare alcuni cliché spesso adottati da istituzioni e amministrazioni pubbliche: parlare meno di quanti soldi vengono spesi e più di quanti beni pubblici vengono prodotti a beneficio della collettività; illustrare i risultati della politica e non il processo politico, parlare di come il cibo viene prodotto e non di quanto cibo viene prodotto, di un'agricoltura al servizio del cittadino e non di un'Europa al servizio solo degli agricoltori. Soprattutto, parlare il più possibile di persone, non di politica.
I temi scelti sono stati quelli del cibo (prodotti agricoli), dell'ambiente, dell'economia, e della società. Da qui una lunga serie di interviste, focus group, studi qualitativi in 13 Paesi europei, dai quali è emerso quali temi avessero più "appeal" fra i target individuati. I risultati: I cittadini sono più interessati a una campagna informativa su cibo e ambiente; gli insegnanti sono decisamente più interessati all'ambiente; gli agricoltori apprezzano di più una campagna sugli aspetti economico-finanziari della Pac per le aziende, mentre le organizzazioni, oltre all'aspetto economico, sottolinenano l'importanza di un approccio ambientale che coinvolga in generale le imprese e i cittadini.
Altrettanto interessanti gli "indici di gradimento" degli strumenti di comunicazione forniti da ciascun target: i cittadini hanno detto di preferire i siti web informativi e i video promozionali on line (via social network compresi, naturalmente). Gli insegnanti i documentari brevi e i kit informativi per i ragazzi/bambini; gli agricoltori preferiscono "canali dedicati", info tramite organizzazioni agricole, le fiere e le newsletter on line. Infine, per le organizzazioni, sono in auge newsletter e siti informativi.
Tenuto conto di questa corretta segmentazione e dello studio effettuato sulle preferenze dei target, naturalmente la Commissione ha proceduto con una comunicazione che presenta delle varianti attorno al tema principale. Per i cittadini, in riferimento ai principali asset della Riforma, sui leaflet e brochure si insiste sulle pratiche ecocompatibili e sul biologico, sulla tutela della biodiversità, sull'ambiente e sulla possibilità di creare occupazione nelle aree rurali.
Per quanto riguarda gli strumenti informativi destinati agli agricoltori, si punta a "rafforzare la posizione degli agricoltori all'interno della filiera alimentare". Assicurare una migliore protezione contro la volatilità dei prezzi attraverso la creazione di fondi di mutualizzazione e di assicurazione; all'incoraggiamento di un uso migliore delle risorse naturali; si parla di "finanziamenti raddoppiati per ricerca, innovazione e condivisione delle conoscenze, anche attraverso un nuovo partenariato europeo (il Pei).
Per gli insegnanti, si legge da uno dei leaflet: "Lo sapevi che alcune parti delle aziende agricole (pascoli, strisce semipermanenti ecc.) non solo creano il nostro paesaggio, ma svolgono un ruolo chiave nel mantenere la biodiversità e combattere il cambiamento climatico? La Pac aiuta gli agricoltori a conservare il 5% dei loro terreni come aree d'interesse ecologico". E via dicendo, perché se è vero che i temi della nuova Pac sono uguali per tutti, variano la sensibilità e l'interesse rispetto ad alcuni di questi, e dunque, ferma restando una base informativa comune, occorre cercare di coinvolgere ciascuno trovando la "porta d'ingresso giusta".
Andrea Festuccia
PianetaPSR numero 30 - marzo 2014