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SVOLTE PROFESSIONALI

L'ex commercialista si dà all'olio biologico

Raffaello, 32 anni, è tornato in Calabria  nell'azienda di famiglia: per ora porta a porta e e-commerce, ma presto l'antico casale diventerà un agriturismo per ospitalità e vendita diretta
Raffaello Tocci

Non è stata la passione a spingere Raffello Tocci ad intraprendere la carriera di 'olivicoltore', ma ora l'agricoltura è diventata la sua vita. Dal 2007, infatti, dedica anima e corpo all'ultra centenaria azienda di famiglia ad indirizzo olivicolo-agrumicolo e seminativo, a ridosso delle colline San Cosmo albanese, piccolo paese dell'interland casentino in Calabria. Trentadue anni, con una laurea a Roma in economia aziendale, Raffello gestisce una realtà di oltre 100 ettari e quasi 7mila piante di ulivo di varietà Dolce di Rossano, Nocellara del Belice, Carolea, Tondina e Cassanese. 
"Ho studiato a Roma, una città che ho amato molto e a dire il vero pensavo di diventare commercialista, ma poi, purtroppo, con la scomparsa di mio padre le cose sono cambiate e la mia vita ha preso un altro indirizzo, verde per l'appunto. Bene dico oggi, nonostante non abbia mai avuto il pollice verde".
Partito da zero esperienza, quindi?
"Direi  proprio di si, senza alcuna esperienza in merito. Mia madre ha avuto il grande pregio di mantenere l'azienda fino alla mia laurea avvenuta nel 2007 e da quel giorno  ho preso le redini in mano di questa splendida realtà. Ho due sorelle più grandi ma in Calabria per le donne lavorare in agricoltura non è cosa semplice. E quindi eccomi qua a gestire l'azienda dei miei avi, glielo dovevo. Un patrimonio così non può essere disperso".
Parliamo delle produzioni
"La parte più consistente è sicuramente l'olivicoltura biologica, anche se abbiamo iniziato a produrre il nostro olio solamente da un paio di anni per un totale di circa  500 quintali. Nel prossimo futuro abbiamo come obiettivo quello di arrivare a 1.000 quintali l'anno, molendo solamente le nostre olive. Del resto lo stiamo già facendo, avendo acquistato un piccolo frantoio. Seguiamo personalmente la spremitura con un esperto assaggiatore  di  olio di oliva, una fase fondamentale per noi produttori".
Ha beneficiato di finanziamenti pubblici per il suo progetto?
"Si, ho presentato  domanda per accedere ai fondi Psr: è andata a buon fine l'adesione alla misura 112 'Primo Insediamento giovani', le cui risorse sono state fondamentali per l'avviamento della nostra attività.; l'accesso alla misura 121 'Ammodernamento delle aziende agricole', invece, è andato in porto solo parzialmente".
Parliamo della vendita, quali canali utilizzate?
"Un pò tutti. Realizziamo la vendita diretta ma non in azienda perché non abbiamo ancora uno spaccio. Facciamo il porta a porta, ma intanto abbiamo iniziato con l'e-commerce e partecipiamo a diverse manifestazioni fieristiche in giro per l'Italia per far conoscere il nostro prodotto certificato biologico al 100%".
Gestire un'azienda agricola in tempo di crisi non è semplice, immagino. Come la vivete?
"Ovviamente. Ne risentiamo innanzitutto sul fronte delle vendite, dove bisogna farsi largo e 'reggere' tra il calo dei consumi e una concorrenza agguerrita spesso sleale. L'unica arma che abbiamo oggi per competere è la qualità delle nostre produzioni. Una crisi che ha comunque cambiato anche il volto della nostra azienda. Da un paio di anni, infatti, la nostra manodopera non è più extracomunitaria ma italiana; assumo per la stagione circa 5-6 giovani sotto i 35 anni, miei coetanei".  
Quali i progetti per il prossimo futuro?
"Trasformare un antico casolare che abbiamo all'interno della nostra azienda in agriturismo. Sarebbe bellissimo far vivere ai nostri ospiti l'esperienza della campagna in un posto straordinario come questo. Speriamo, questa volta, di poterlo fare anche con l'aiuto dei finanziamenti del Psr. Come obiettivo ho anche quello di produrre, confezionare e vendere tutti i prodotti dell'azienda, agrumi compresi naturalmente che oggi sono circa 2.000 quintali l'anno".

 
 
 
 
 
 
 

Sabina Licci


 
 
 

PianetaPSR numero 30 - marzo 2014