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PREMIO DE@TERRA

Donne rurali, un futuro costruito su radici antiche

Viaggio nelle aziende condotte dalle imprenditrici agricole che si sono aggiudicate il premio De@Terra del Mipaaf: professionalità e fantasia, coniugando la tradizione con l'innovazione
Le vincitrici del premio De@terra con la dott.ssa Graziella Romito Dirigente DISR II-MIPAAF

Probabilmente è la struttura stessa delle aziende agricole italiane (ed europee), di stampo familiare, a favorire il passaggio delle tradizioni da una generazione di imprenditori a un'altra. Un carattere genetico che svolge un ruolo di facilitatore, ma che da solo non basta; se non viene accompagnato da una ricerca costante di aggiornamento e innovazione, rischia anzi di diventare controproducente: cambiano i gusti del consumatore, cambiano i canali commerciali e i flussi turistici, e l'azienda deve saper adattarsi o meglio anticipare queste dinamiche.
Quest'anno il premio De@ Terra, indetto dal Ministero delle politiche agricole, giunto alla sua tredicesima edizione, ha concentrato la sua attenzione proprio sulle imprenditrici agricole che questo paradigma hanno dimostrato di saperlo declinare e porsi come buoni esempi di recupero della tradizione, attenzione al patrimonio storico-paesaggistico-ambientale e apertura verso soluzioni tecnologiche, di commercializzazione e di comunicazione nuove.
Una figura, quella dell'imprenditrice agricola nel nostro Paese, che sembra sposarsi perfettamente con la capacità di rendere dinamica l'azienda. I dati riferiti all'ultimo Censimento agricolo ci dicono che le donne sono il 30,7% degli agricoltori italiani; fra i giovani agricoltori, sono un po'meno, cioè il 29,1%. Andando però più a fondo, come fatto da una recente indagine presentata al Mipaaf dal titolo: "Donne e agricoltura, un connubio di qualità", basata sempre su dati Istat, si evidenzia una maggiore produttività per le aziende condotte da donne, che realizzano in media 28.534 euro di valore della produzione media, superando quelle condotte da uomini (24.775 euro). Addirittura, passando alle aziende multifunzionali, siamo a una media di 89.390 euro rispetto a 48.710 euro.
E proprio nella diversificazione delle attività e nella multifunzionalità si è spesso giocato in questi anni un altro degli importanti ruoli delle donne, che hanno individuato così nuovi canali lavorativi attraverso l'attività agrituristica, l'agricoltura sociale, o la green economy. Un trend assecondato anche dagli incentivi degli attuali Programmi di sviluppo Rurale,  al cui interno è stata riconosciuta per la prima volta la possibilità per i componenti della famiglia agricola di essere beneficiari di interventi volti alla diversificazione delle attività agricole (misura 311).
In questo contesto va inquadrato, come si diceva all'inizio, il premio De@Terra che, per l'edizione di quest'anno ha scelto come tema "Donne rurali e innovazione: binomio di crescita"; le sei aziende vincitrici sono state infatti premiate per gli aspetti innovativi nella conduzione dell'azienda e nella salvaguardia dell'ambiente e del patrimonio naturalistico.
In questo articolo riportiamo in sintesi, con una breve scheda, le esperienze maturate sul campo  dalle vincitrici del premio. Ma è un solo un punto di partenza, perché avremo modo con PianetaPsr di tornare in modo più approfondito su questi "casi aziendali" per arricchire di esempi concreti quel contenitore strategico che nel formulario dei regolamenti comunitari va sotto il titolo di "buone prassi". Cominciando dalla piacentina  Manuela Pagani, che ha accolto il nostro invito a scrivere di suo pugno un articolo, che troverete nella rubrica farmer journalism di PianetaPsr, per raccontarci la sua storia, le sue scelte aziendali (coltivazione delle erbe selvatiche,  ortaggi biologici, percorsi didattici)  i nuovi progetti.
Mariangela Costantino, giovane imprenditrice laureata in agraria, dopo alcune esperienze in Europa ha deciso di tornare in Calabria in provincia di Catanzaro per riqualificare un antico villaggio rurale di famiglia e diversificare l'attività. Oggi il villaggio risponde alla filosofia "Stagionalità e km 0", gli ospiti possono degustare prodotti di qualità come l'olio alta qualità DOP Lamezia certificato e tutto è autosufficiente dal punto di vista energetico grazie a sistemi fotovoltaici e una caldaia a biomassa.
A Castelrotto in provincia di Bolzano  l'imprenditrice Martha Gasslitter Mulser  produce invece erbe biologiche aromatiche nel maso Pflegerhof. Ben 500 varietà di piante che coltiva insieme alla famiglia: miscele di spezie, tisane, condimenti, sacchetti profumati lavorate e confezionate con molta cura e attenzione al packaging, un esempio di come la tradizione e il recupero di antichi mestieri diventi un caso di successo.
Dall'Alto Adige alla Sardegna dove l'imprenditrice Monica Saba ha dato vita alla sua azienda Gennè Sciria di 300 ettari in cui alleva capre e oggi, nell'ambito di un suo progetto di recupero della biodiversità, anche alcune pecore nere di razza arburese. Produce poi formaggi di qualità nel caseificio aziendale, ha recuperato l'uso dell'argilla per la conservazione in sostituzione del frigorifero  e ha ideato in originale packaging realizzato con lana di pecora sarda.
Agricoltura integrata e "green agriculture" per la riduzione delle emissioni sono solo due degli aspetti che caratterizzano l'azienda agricola a indirizzo cerealicolo zootecnico e fattoria didattica e sociale di Paola Maria Sfondrini in provincia di Lodi a Terranova dei Passerini. Oltre a una rete con le altre fattorie didattiche per la creazione di sinergie, nel 2013 grazie alla  riqualificazione ambientale di una zona umida preesistente è stato realizzato un centro privato di pesca, "Laghetto le Cascine" per il ripopolamento della fauna ittica locale in via di estinzione.
Difesa e sviluppo della biodiversità, infine, le caratteristiche principali dell'azienda Fondo Prognoi di Laura Tinazzi situata tra le colline del Castello di Montorio e la zona di risorgive. L'azienda produce seminativi, frutteti dedicati a varietà particolari quali melograni, nocciole e varietà antiche tipiche del territorio come i peri 'trentossi' e i pomi 'dessi' e una piccola coltivazione di lavanda. Forte l'impegno volto alla tutela dell'ambiente con un impianto di irrigazione a impatto energetico zero, alimentato da un impianto fotovoltaico, e alla biodiversità, per la quale l'impresa può vantare la certificazione Biodiversity Friend dall'ente certificatore CSQA.
 

 
 
 
 

Federica D'Aprile
f.daprile@ismea.it


 
 
 

PianetaPSR numero 32 - maggio 2014