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GIOCO DI SQUADRA

Giulia, l'imprenditrice che ha scelto di fare rete

Per la sua azienda della Piana di Sibari punta tutto sulla vendita a piccoli Gruppi di Acquisto Sostenibile e per fare economia progetta la multiproprietà dei macchinari con i suoi vicini di terra
 

L'azienda di Giulia Spanò, nella Piana di Sibari in Calabria è un'azienda biologica di circa 18 ettari, suddivisa in tre tipologie colturali: olive da olio e da mensa, agrumi (clementine, tarocchi, pompelmo e limoni), e un castagneto. Dal 2006, partendo con la fornitura a un Gruppo di acquisto solidale di dieci famiglie, ha creato una rete con più di dieci Gas operanti nel centro-Italia, mettendo a frutto anche  la sua formazione in giurisprudenza.
Come si passa dagli studi di Giurisprudenza alla raccolta delle arance? L'agricoltura è stata un ripiego o una passione?
Non è stata un ripiego, ma non è stata neanche solo passione, o meglio: ho studiato Giurisprudenza a Urbino, e poi ho conseguito un Master sulle tematiche legate alle Pari Opportunità, formandomi anche come mediatrice culturale. Questo mi ha portato ad una riflessione sul significato stesso dell'agricoltura, che naturalmente già praticavo essendo la mia un'azienda familiare. Volevo applicare i miei studi al sistema commerciale che gravita attorno all'agricoltura, cercando delle forme alternative e, ci tengo a dirlo, non antagoniste. Questo significa che volevo mettere a sistema un modello di azienda agricola che trasmettesse anche all'esterno una trasparenza nella gestione ad esempio delle risorse umane, nella coltivazione dei prodotti, nel rispetto dell'ambiente e nel circuito economico. Da qui il passaggio ai Gas è breve
In che senso è breve?
Il rapporto che si viene a creare fra consumatori e aziende agricole permette un sistema di controllo, che deve rimanere il cardine fondante del sistema GAS-azienda. Cerco di spiegare meglio: se un Gas (ed è capitato nella mia esperienza) comincia a diventare troppo ampio, coinvolgendo un numero di famiglie troppo elevato, comincia a sgranarsi quel sistema di controllo che permette ad esempio ai cmponenti di  poter vedere materialmente e su base delle certificazioni/rendicontazioni fiscali quale sia il comportamento della determinata azienda nei confronti dei lavoratori, quale l'utilizzo di materiali eco-compatibili (ad esempio le cassette di cartone invece di quelle di plastica), quale lo "storico" rispetto alle certificazioni di qualità o sul biologico. Tutto questo, si capirà, non è più possibile quando il Gruppo di acquisto diventa troppo ampio e cominciano a diradarsi le occasioni di coinvolgimento diretto di tutti. Ecco che in quel momento il Gas deve sdoppiarsi: è nell'interesse di tutti. Si tratta di piccole economie che vanno gestite in questo modo.
Lei lavora con Gas del Centro-Italia. Non pensa che  questo sia incompatibile con la logica di un rapporto più stretto col territorio?
Assolutamente no. Consideriano che mi sono attivata in prima persona per creare proprio una rete aziendale in cui, ad esempio, ho tirato dentro una grande azienda di spedizioni con sede locale, con la quale ho attivato una serie di sinergie che portano a me e a loro un incremento commerciale positivo. Senza contare il fatto che io stessa ho sentito la responsabilità di creare un Gruppo di Acquisto qui da me per portare nel sistema altre aziende agricole virtuose. E poi, per rispondere più direttamente alla sua domanda, più che di Km zero, credo si dovrebbe parlare di "altra forma di organizzazione del rapporto produttore-consumatore, non sostitutiva e non antagonista, ma alternativa. nella logica del "piccolo è meglio"
Altre forme di collaborazione con le imprese agricole del  suo territorio?
Una è più che altro un progetto: poiché, come risaputo, l'accesso al credito è una delle difficoltà maggiori per un giovane agricoltore, vorrei lavorare alla possibilità di creare forme di organizzazione partecipata con quattro agricoltori miei vicini"di terra" per avere maggiore possibilità di acceso al credito e ai fondi comunitari per l'acquisto, ad esempio, di un trattore, un vortice, un aratro, una trinciatrice da poter utilizzare poi tutti. Insomma, unirsi fa bene e non solo ai consumatori.

 
 
 
 

Andrea Festuccia

 
 
 

PianetaPSR numero 32 - maggio 2014