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Langhe-Roero, il lavoro contadino genera bellezza

Una delle più importanti aree vitivinicole italiane è riuscita a diventare Patrimonio dell'Umanità, nel segno dell'interazione tra uomo e ambiente tutelata anche con i fondi dello Sviluppo rurale

Sulle colline del Piemonte si festeggia la proclamazione dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato come patrimonio mondiale dell'Umanità, proclamata a Doha, in Qatar, dall'assemblea dei delegati Unesco.
Non è un singolo luogo, ma un insieme di sei siti diversi, nelle tre province di Cuneo, Asti e Alessandria, accuratamente definiti e perimetrati, che compongono un affresco, quello appunto dei "paesaggi vitivinicoli". I sei siti sono Langa del Barolo, colline del Barbaresco, Castello di Grinzane, Nizza e la Barbera, Canelli e l'Asti spumante, il Monferrato degli infernot. Siti legati tra loro dal concetto unitario di paesaggio culturale. Il comunicato UNESCO recita infatti:
I paesaggi culturali vitivinicoli del Piemonte di Langhe-Roero e Monferrato sono una eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino. [...] I vigneti di Langhe-Roero e Monferrato costituiscono un esempio eccezionale di interazione dell'uomo con il suo ambiente naturale: grazie ad una lunga e costante evoluzione delle tecniche e della conoscenza sulla viticoltura si è realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni alle caratteristiche del suolo e del clima, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato incarnano l'archetipo di paesaggio vitivinicolo europeo per la loro grande qualità estetica.
Cosa hanno in comune gioielli artistici come la Firenze del Rinascimento o Villa Adriana a Tivoli, per citare due dei 50 siti UNESCO grazie ai quali l'Italia vanta il primato mondiale del Patrimonio con le colline vitate del Sud del Piemonte? Forse due sole cose, la bellezza, e il fatto di testimoniare una storia originale, degna di essere raccontata e tramandata. La bellezza dei primi due è frutto di straordinario talento artistico; nel terzo deriva in parte dalla natura, ma soprattutto da un talento inconsapevole e umile, quello che ha ispirato nei secoli il lavoro di generazioni di famiglie contadine. Una bellezza priva di fronzoli, strettamente legata alla necessità quando non addirittura alla penuria, o alla "Malora" come la chiama Beppe Fenoglio.  I siti contengono, certamente, anche ville e castelli, di solito ispirati comunque a una certa piemontese e solida sobrietà; ma sono i vigneti e le case rurali i protagonisti principali, insieme ad altre eccezionali opere del lavoro, le cantine sotterranee di Canelli, gli infernot del Monferrato, scavati a colpi di piccone alla luce di candele e lampade a petrolio.

 

Opere che oggi appaiono impossibili da realizzare, per lo meno con quelle modalità: ma che non sono solo testimonianza di un passato, visto che continuano a vivere e custodire, nella profondità della terra, il tesoro più prezioso di queste colline.
In questo contesto hanno certamente contribuito a mantenere e recuperare le memorie e gli immensi patrimoni gli interventi finanziati con i diversi Programmi di Sviluppo Rurale, tra cui l'ultimo 2007/2013. I bandi dei diversi GAL interessati al recupero e alla conservazione dei patrimoni architettonici e ambientali, i contributi erogati alle aziende agricole sull'Asse 2 per il miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale, così come i contributi erogati sull'Asse 3 per migliorare e diversificare la vita nelle aree rurali con particolare attenzione alle misure riservate al turismo ed alla riqualificazione del patrimonio rurale, hanno rappresentato certamente per istituzioni pubbliche e privati elementi di certezza economica e di solidità progettuali tali da accompagnare nel tempo il percorso di candidatura, fino al riconoscimento finale.

 

LA MAPPA DEL TERRITORIO CHE HA VINTO L'OSCAR

I COMUNI INTERESSATI
Le sei  zone sottoposte a tutela o "core zone" comprendono, intutto, o più spesso in parte,29 comuni:
ASTI: Agliano Terme, Castelnuovo Calcea,Mombercelli, Montegrosso d'Asti, Nizza Monferrato, Vaglio Serra, Vinchio,Calosso e Canelli.  
ALESSANDRIA: Camagna Monferrato, Cella Monte(centro della core zone), Frassinello Monferrato, Olivola, Ottiglio, OzzanoMonferrato, Rosignano Monferrato, Sala e Vignale.
CUNEO: Santo Stefano Belbo, Barolo,Castiglione Falletto, Diano d'Alba, La Morra, Monforte d'Alba, Novello,Serralunga d'Alba, Grinzane Cavour, Barbaresco e Neive.
LE ZONE CUSCINETTO
Altri 72 territori comunali rientrano nelle cosiddette "buffer zone", chenon rientrano nel sito Unesco vero e proprio, ma che devono osservare alcuniparametri per la tutela dell'ambiente.
ASTI: Asti, Belveglio, Calamandrana, Cassinasco,Castagnole delle Lanze, Castel Boglione, Castel Rocchero, Castelletto Molina,Castelnuovo Belbo, Coazzolo, Cortiglione, Costigliole d'Asti, Fontanile, IncisaScapaccino, Isola d'Asti, Maranzana, Moasca, Mombaruzzo, Mongardino, Montabone,Montaldo Scarampi, Quaranti, Rocca d'Arazzo, Rocchetta Palafea, RocchettaTanaro, San Marzano Oliveto, Vigliano d'Asti, Casorzo, Grana, GrazzanoBadoglio, Moncalvo e Penango.
ALESSANDRIA: Acqui Terme, Alice Bel Colle,Bergamasco, Bistagno, Cassine, Masio, Occignano, Ricaldone, Strevi, Terzo,Altavilla Monferrato, Casale, Castelletto Merli, Cereseto, Conzano, Cuccaro,Fubine, Lu, Ponzano, Serralunga di Crea, Terruggia, Treville.
CUNEO: Alba, Castiglione Tinella, Cherasco, Dogliani, Mango, Monchiero,Montelupo Albese, Monticello d'Alba, Narzole, Neviglie, Roddi, Roddino,Rodello, S. Vittoria d'Alba, Sinio, Treiso, Trezzo Tinella, Verduno.
 
 
 
 
 

Andrea Gamba

 
 
 

PianetaPSR numero 34- luglio/agosto 2014