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RISORSE GENETICHE

Biodiversità, un patrimonio da valorizzare

La nuova programmazione dello Sviluppo rurale conferma tra le priorità la tutela delle varietà vegetali e delle razze a rischio di estinzione -  Il punto sui progetti finanziati con gli attuali Psr
Mostra Pomologica: diverse varietà di mele

Gli interventi a sostegno della tutela dell'agrobiodiversità mantengono un ruolo importante anche nella nuova programmazione 2014-2020 per lo Sviluppo rurale.  L'Accordo di partenariato indica infatti tra le priorità dell'Obiettivo tematico 6
("Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse"), la messa in atto di politiche per  favorire la tutela e la diffusione dei sistemi agricoli e forestali ad alto valore naturale, mantenendo o ripristinando la diversità del mosaico ambientale tipico del paesaggio rurale italiano e salvaguardando razze animali e vegetali in pericolo di estinzione, in coerenza con le Linee Guida per la biodiversità agraria, che definiscono norme per il censimento e la conservazione delle stesse.
Interventi a sostegno della conservazione e all'uso e sviluppo delle risorse genetiche in agricoltura sono previsti all'interno dei pagamenti agro-climatici-ambientali, art. 28, comma 9 del Regolamento n. 1305/2013.
Il testo dell'accordo prevede che le azioni cofinanziate dal FEASR finalizzate alla conservazione della biodiversità, saranno realizzate attraverso un approccio innovativo e concentrato in aree in cui i fenomeni di perdita della biodiversità sono più spiccati.
Le tipologie di azioni ricadono principalmente nelle misure agro-climatiche-ambientali, nell'agricoltura biologica, nelle indennità per Natura 2000 e negli investimenti non produttivi aziendali.
Un'azione a favore della conservazione della biodiversità animale sarà realizzata a livello nazionale per far fronte ai problemi dovuti ai cambiamenti climatici, alle emissioni in agricoltura e al miglioramento delle condizioni di benessere degli animali. La misura sarà realizzata a livello nazionale per assicurare un'azione omogenea ed efficace sull'intero territorio.

 

COSI' LA "MISURA 214" SOSTIENE LA BIODIVERSITA' E LE RISORSE GENETICHE

Fonte: Elaborazione RAE su dati RAE 2012

Questo, per grandi linee, quanto previsto per la nuova programmazione. Nel segno della continuità con la passata programmazione che, come si diceva, aveva già considerato il mantenimento dell'agrobiodiversità una priorità delle politiche nazionali e regionali, poiché collegata al territorio e  alle tradizioni. Preservare la biodiversità in agricoltura significa mantenere la molteplicità dei paesaggi agrari tradizionali, fornire prodotti alimentari con determinate caratteristiche organolettiche e che soddisfano le richieste del consumatore.
Nella programmazione 2007-2013 le risorse a favore della biodiversità agricola sono state stanziate all'interno dell'Asse 2 "Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale", principalmente nella misura 214 " Pagamenti Agroambientali".

Le diverse azioni intraprese hanno consentito agli agricoltori di ricevere un compenso per i costi supplementari e la perdita di reddito derivanti dall'attività di conservazione di varietà a rischio di erosione genetica e razze animali minacciate di abbandono.
Beneficiari di queste azioni sono principalmente gli "Agricoltori custodi", soggetti che, a seguito di iscrizione in appositi albi regionali sulla base di esperienza e di determinate caratteristiche aziendali, provvedono alla conservazione on farm delle risorse genetiche a rischio di estinzione iscritte. Una figura introdotta e definita da alcune Leggi Regionali per la tutela delle risorse genetiche di interesse agrario (Toscana 1997 e 2004; Marche 2003 ed Emilia-Romagna 2008). Azioni relative alla conservazione e alla tutela delle risorse genetiche sono state indirizzate agli organismi di ricerca (Centri di ricerca, Istituti, laboratori, ecc.).
In funzione dei fabbisogni individuati, delle tipologie e delle diverse azioni attivate, le regioni hanno destinato nel periodo di programmazione 2007-2013 parte delle risorse dell'Asse 2. La diversa articolazione degli interventi da parte delle singole Regioni non consente in questa fase di tracciare un quadro statistico omogeneo. In questo articolo ci limiteremo quindi a riportare le scelte di alcune realtà locali, comunque significative dell'attenzione per la salvaguardia e la tutela dell'agrobiodiversità.
Così, ad esempio, la Regione Toscana per l'Azione 214.b2 "Conservazione delle risorse genetiche vegetali per la salvaguardia della biodiversità" ha erogato 952.641euro di spesa pubblica totale, di cui € 419.162,04 di fondi Feasr.
Questi gli interventi finanziati dalla  Regione Veneto:  con la Misura 214/f - Pagamenti agroambientali - Sottomisura Biodiversità   (Azione 2 - Coltivatori custodi)  ha erogato 7.085 euro, di cui 3.117 Feasr;  a maggiore impatto la Misura 214/h - Pagamenti agroambientali - Sottomisura Rete regionale della Biodiversità,  con una spesa di 886.598,00,  con una quota di fondi comunitari pari a 390.103 euro.

 
Mostra Pomologica: Collezione esposta presso il Centro di Ricerca per la Frutticoltura.

Più articolati gli interventi attuati dalle Marche: per l'azione  2.1.4/d  sono stati erogati 739.856 euro (con una quota Feasr di 325.868); per l'azione  2.1.4/d - azione 1b  sono stati spesi  47.032 euro (di cui quota Feasr pari a 20.694);  per la misura 2.1.4/d) azione 2: 180.000 euro, con 79.200 di quota comunitaria.
La regione Sicilia per la misura 214/2B "Preservazione della biodiversità: Campi realizzati da Agricoltori" ha speso  5.419.081euro (3.920.163 la qota di fondi Feasr).
Dati forniti dalle regioni nell'ambito delle relazioni trasmesse annualmente sulle attività inerenti la conservazione, la caratterizzazione, l'uso e la valorizzazione delle Risorse Genetiche Vegetali per l'Alimentazione e l'Agricoltura.
Una panoramica più completa dell'avanzamento della spesa delle Regioni si ricava dall'analisi delle relazioni annuali di esecuzione 2012 (gruppo di lavoro "ambiente e condizionalità" RRN), che comprende i finanziamenti sia per il settore vegetale che animale. Dal report emerge che l'azione per la conservazione delle razze locali è una tipologia di intervento molto diffusa (spesa pubblica € 69.224.000), mentre la salvaguardia di germoplasma vegetale raro (es. le varietà locali coltivate all'interno dell'azienda da parte dell'agricoltore custode)  interessa superfici agricole piuttosto limitate (spesa  pubblica € 1.173.000,00).
Le spese totali per le azioni di conservazione e di diffusione delle risorse genetiche  ad opera di università,  laboratori, istituti, ecc. si attestano attorno i 6 milioni di euro.
Le informazioni raccolte contribuiscono a fare chiarezza sull'argomento e ad accrescere la consapevolezza che l' "agrobiodiversita", parte del concetto più ampio "biodiversità", rappresenta una risorsa da preservare e valorizzare in tutte le sue forme.

 
 
 
 

Vincenzo Montalbano

 
 
 

UNA SFIDA CHE PARTE DA LONTANO

1. Convenzione di Rio de Janeiro (CBD)
Dopo decenni in cui si è assistito alla notevole diminuzione della diversità biologica a causa delle attività indiscriminate praticate dall'uomo nel giugno 1992, durante il Summit Mondiale dei Capi di Stato a Rio de Janeiro, viene sottoscritta  la Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), un documento che mira alla conservazione della biodiversità, a livello globale.
I principali tre obiettivi della Convenzione sono:

1. la conservazione della diversità biologica;
2. l'uso sostenibile dei suoi elementi;
3. la giusta ed equa divisione dei benefici dell'utilizzo delle risorse genetiche.
Per dare piena attuazione alla CBD, a partire dal 1993 nell'ambito dei Paesi firmatari sono state portate avanti in campo numerose iniziative legislative, di programmazione, di ricerca e di gestione del territorio sia a livello centrale che regionale.

2. Piano Nazionale Biodiversità Agricola (PNBA)
In ambito agricolo, il Ministero delle politiche agricole, con la collaborazione delle Regioni e delle Provincie Autonome, nel 2008 ha realizzato il Piano Nazionale sulla Biodiversità di interesse Agricolo (PNBA). L'obiettivo generale del PNBA è quello di coordinare l'insieme delle iniziative e dei rapporti con gli Organismi nazionali ed internazionali che si occupano di biodiversità in agricoltura, nonché di dare alle Regioni e Province autonome, chiamate all'attuazione del Trattato FAO dalla
L. 101/2004, concrete risposte alle problematiche emerse al fine di tentare di introdurre un sistema nazionale di tutela della biodiversità agraria, capace di riportare sul territorio in modo efficace, gran parte della biodiversità scomparsa o a rischio di estinzione, a vantaggio della tutela dell'ambiente, di un'agricoltura sostenibile e dello sviluppo rurale.
3. Comitato permanente per le risorse genetiche
Il PNBA , ha previsto la costituzione di un "Comitato permanente per le risorse genetiche" coordinato dal Mipaaf, costituito da 6 rappresentanti delle Regioni, un rappresentante del Mipaaf , un rappresentante del Ministero dell'Università e della Ricerca e uno del Ministero dell'Ambiente.
Il Comitato ha stabilito che gli obiettivi descritti nel Piano dovranno realizzarsi in tre fasi distinte: 
- fase "A" da condurre a livello nazionale per definire gli strumenti operativi minimi comuni e condivisi per la ricerca e l'individuazione di varietà e razze locali, la loro caratterizzazione, la definizione del rischio di erosione/estinzione e la loro corretta conservazione "in situ", "on farm" ed "ex situ";
- fase "B" da condurre a livello territoriale, volta essenzialmente all'applicazione degli strumenti operativi definiti nella fase "A";
- fase "C" attivazione dell'Anagrafe nazionale delle varietà e razze-popolazioni locali. 

4. Gruppo di lavoro biodiversità agricola (GlBA)
La fase "A" è stata portata a termine da grazie al lavoro svolto da un gruppo di studio e ricerca (GlBA) che ha prodotto tre manuali con le linee guida per la conservazione in-situ, on-farm ed ex situ della biodiversità animale, microbica e vegetale di interesse agrario. 
Il 10 maggio 2012 la Conferenza Stato Regioni ha sancito l'intesa sulle Linee guida, e il 24 luglio 2012 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 171 il decreto del Ministro delle Politiche Agricole che adotta le "Linee guida nazionali per la conservazione in-situ, on-farm ed ex-situ, della biodiversità vegetale, animale e microbica di interesse agrario".
È il primo significativo lavoro nel quale si propongono oltre alle linee operative per la tutela della biodiversità animale e vegetale anche quelle microbiche di interesse alimentare e del suolo.
 
 
 
 
 
 
 

PianetaPSR numero 36 - ottobre 2014