Home > Il punto sui PSR > Da Wall Street all'extravergine, puntando sul web
E-COMMERCE/1

Da Wall Street all'extravergine, puntando sul web

Manuel ha lasciato la finanza  per produrre olio e vino nella tenuta di famiglia nelle Marche: primi test con e-bay, poi due siti in proprio più Facebook e banner per dialogare in rete coi consumatori

Dalla Borsa di New York alle campagne di Senigallia, in provincia di Ancona, ma il computer non lo ha mai abbandonato. È la storia di Manuel Giobbi, 37enne agricoltore-trader bergamasco: fino a 4 anni fa vendeva titoli a Wall Street, oggi lo fa con bottiglie di olio extra vergine di oliva e vino. Un vero e proprio ritorno alla terra, dove anche l'esperienza maturata oltre oceano può tornare utile per il suo progetto di vendita online.
Così, nel 2010 Manuel lascia gli Usa per gestire nelle Marche la Tenuta Mazzola  della sua famiglia, dove andava per trascorrere le vacanze estive quando era piccolo, rivisitandola: scommette su qualità e e-commerce, allargandone i confini reali e virtuali. Pianta diecimila nuovi ulivi, che entreranno a pieno regime nel 2016, aggiungendoli alle 700 piante della tenuta; investe anche nella vigna, ampliandola a 3,2 ettari. Il cerchio produttivo si chiude con la realizzazione di un frantoio, una cantina e un punto vendita. Un'azienda rinnovata e a ciclo integrato, che oggi produce olio extravergine d'oliva anche monovarietali, dal raggia, al leccino, al  frantoio; la carta aziendale dei vini prevede Lacrima di Morro d'Alba Doc e di Esino, oltre al Rosso Piceno. A valle, il progetto si chiude puntanto sulla rete e sull 'e-commerce. 
''E' impensabile - afferma il nostro agricoltore - affrontare oggi una qualsiasi attività senza la Rete, uno strumento fondamentale che però bisogna sapere gestire. Non basta costruire un sito punto e basta, ci vuole ben altro per vendere online e questo per qualsiasi cosa ma in modo particolare per l'agroalimentare. Naturalmente parliamo di prodotti di qualità".
Qual è l'approccio giusto per il business su web?
''Informare e stabilire un contatto personale con il consumatore, un imperativo anche sul web. Mi spiego, non basta mostrare su un sito il proprio prodotto con una bella foto, non è questo che il mercato vuole. Bisogna dare fiducia, scommetterci la faccia nel vero senso della parola".
Ci racconti la sua esperienza.
"Premetto che sono partito avvantaggiato per i miei studi e il mio lavoro all'estero. Ho iniziato a mettere i miei prodotto su e-bay per studiare il mercato virtuale nella sua interezza e quindi non solo per vendere ma anche per acquistare. Mi sono voluto mettere nei panni di chi compra,  da quando sceglie online il prodotto a quando se lo vede recapitare a casa,  analizzando e risolvendo i problemi principali che caratterizzano l'e-commerce: sono pagamento, spedizione, fatturazione. E' stato un banco di prova molto utile, anche se è durato pochi mesi, tanto da capire che per vendere prodotti di qualità non è questo il canale più indicato. Il negozio virtuale su e-bay va bene per chi offre prodotti in occasione perché la domanda qui vuole questo: una lattina di extravergine da 5 litri qui si acquista per 25- 30 euro, la mia invece, sta sui 45- 50 euro".
Quindi?
"Dopo questa esperienza ho deciso di costruire un sito sia con la parte commerciale che istituzionale; ora invece ne ho fatti due distinti, il tutto con un investimento complessivo di circa 2 mila euro. Ma il costo vero è rappresentato dalla pubblicità che si sceglie di fare con i banner nei vari motori di ricerca, a seconda del posizionamento che dà visibilità".
E come è andata?
"Bene, ma il lavoro non finisce mai, come le dicevo il sito da solo non basta. Capita spesso che il cliente mi conosce attraverso il sito per poi venire in azienda, magari in vacanza d'estate, a vedere quello che faccio e come lo faccio, per guardarmi in faccia. E questo succede sia con gli italiani che con gli stranieri. Tutto sta a creare la domanda e in questo la rete è un ottimo alleato. Direi che il sito è solamente il biglietto da visita virtuale di presentazione,  il resto lo devi fare tu, insomma serve per farsi conoscere e poi sta all'imprenditore saper fidelizzare".
I social network possono dare una mano in questo percorso?
"Certamente, è molto utile avere una pagina Facebook che ho creato. Ci sono i complimenti di chi ha già acquistato, che serve a sbloccare gli indecisi. Proprio a fine ottobre di quest'anno una persona indecisa l'ho semplicemente invitata a guardare cosa dicono dei miei prodotti su Facebook e subito ha acquistato dal sito i miei prodotti".
Quali sono i suoi mercati di riferimento?
"Ho una clientela molto affezionata, il passaparola conta moltissimo sia in Italia che all'estero e questo sia con i privati che con il circuito horeca. Quanto alle vendite on line per l'olio va Il 50% dei 2000 litri di olio prodotti oggi, mentre per il vino la percentuale è solamente del 20%. Questo perché per ora vendiamo solo in bottiglia ma  tra poco debutteremo con lo sfuso dove contiamo di spedire il 50% della nostra produzione. La nostra parola d'ordine è qualità: con nostre olive, nostro frantoio nostro olio; idem per il vino. E questo vale ovviamente anche per il punto vendita diretta che abbiamo qui in azienda".

 
 
 
 

Sabina Licci

 
 
 
 

PianetaPSR numero 38 - dicembre 2014