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RIFORMA PAC/3
 

Gestione del suolo, uno scudo in difesa del clima

La nuova Condizionalità rafforza il ruolo delle buone pratiche: copertura minima, utilizzo soft e mantenimento della sostanza organica per avere più stock di carbonio e meno anidride carbonica

Nel novero degli strumenti più importanti per la mitigazione dei cambiamenti climatici, il suolo rappresenta certamente una riserva fondamentale di carbonio: nonostante le lavorazioni agricole intensive abbiano portato ad una diffusa diminuzione delle concentrazioni di sostanza organica nei suoli, a livello globale la quantità totale di carbonio contenuta in questo "sink" è di circa 1500 miliardi di tonnellate sotto forma di sostanza organica.
Pertanto un miglioramento dell'uso e della gestione del suolo può aumentare e mantenere maggiori stock di carbonio attraverso l'immagazzinamento dello stesso con varie pratiche (es. residui vegetali e letame), così come la riduzione della quantità di anidride carbonica rilasciata dal suolo con la respirazione.
Da oltre un decennio la PAC promuove con la condizionalità pratiche agricole ecocompatibili, ma con la recente riforma l'obiettivo clima è stato rafforzato, andando a definire nell'ambito delle Buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA) lo specifico tema "suolo e stock di carbonio" che include tre norme impattanti su questa materia: copertura minima del suolo, gestione minima delle terre e mantenimento della sostanza organica.
La prima norma, trasposta nel nuovo DM condizionalità n. 180 del 23 gennaio 2015 come BCAA 4, consiste nell'obbligo di mantenere una copertura vegetale naturale o seminata tutto l'anno (seminativi) o in intervalli specifici (tutti i terreni), con un'azione ad elevata efficacia anti-erosiva e quindi di protezione rispetto alla crescente perdita di suolo.
Allo stesso specifico obiettivo concorre la seconda norma, inclusa nel decreto come BCAA 5, tramite la realizzazione di solchi acquai temporanei, il divieto di effettuare livellamenti del terreno non autorizzati nonché la manutenzione della rete idraulica aziendale.
Un focus diretto sulla funzione del suolo quale riserva di carbonio è rappresentato dalla terza norma (BCAA 6 nel DM), che prevede di mantenere il livello di sostanza organica tramite pratiche adeguate, ovvero il divieto di bruciatura delle stoppie e delle paglie.

Rilevante è stato negli anni il contributo della condizionalità alla mitigazione per quanto riguarda pratiche tese a evitare il pascolamento eccessivo e la sottoutilizzazione dei pascoli, con l'ex standard 4.6 sulla densità di bestiame minima e massima per ettaro di superficie pascolata: un obbligo che per la nuova programmazione è stato spostato in modo sinergico nella c.d. "attività agricola minima", nell'ambito delle disposizioni nazionali di applicazione dei pagamenti diretti.
Come è noto, le misure relative alle lavorazioni minime del terreno (minimum tillage e no tillage) hanno una ricaduta positiva sui contenuti di carbonio: misure che sono considerate proattive e remunerabili nell'ambito delle pratiche conservative proposte dai PSR, per cui non previste in condizionalità. Tuttavia, la già citata BCAA 4 del DM n. 180/2015 dispone, per tutti i terreni con fenomeni erosivi e in alternativa alla copertura vegetale, l'adozione di tecniche per la protezione del suolo, quali ad es. discissura, ripuntatura e rilascio dei residui colturali, che possono avere un effetto positivo in termini di mitigazione.
Anche i CGO - Criteri di gestione obbligatoria - concorrono all'obiettivo clima: in particolare, con riferimento al tema "acque" il CGO 1 relativo alla protezione da nitrati da fonti agricole, dispone di utilizzare esclusivamente effluenti c.d "maturi", ovvero con il massimo potere fertilizzante e il minimo effetto inquinante, favorendo in tal modo buone pratiche agricole non inquinanti in termini di dispersione dell'azoto.
Infine il contributo dell'agroforestazione, particolarmente importante per il sequestro del carbonio e compresa nella BCAA 7 "mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio", nell'ambito del tema principale relativo al livello minimo di tutela del paesaggio.
Qualora identificati territorialmente e quindi specificati nelle delibere regionali di condizionalità, la non eliminazione in particolare di alberi monumentali, siepi, alberi isolati o in filari, rappresenta un vincolo funzionale al sequestro del carbonio: infatti, oltre a fissare anidride carbonica, questi elementi del paesaggio agrario consentono continui processi di interscambio con componenti ambientali circostanti, fisiche e biotiche.
In conclusione, le norme di condizionalità quale requisito minimo per accedere sia al pagamento di base, ma anche al greening e alle misure agro-climatico-ambientali dei PSR 2014-2020, ribadiscono l'azione di mitigazione dei cambiamenti climatici cui concorre la PAC: come già proposto nel Libro Bianco sui cambiamenti climatici (Mipaaf/Rete Rurale Nazionale, 2011), questo contributo deve essere valorizzato nella contabilizzazione delle attività LULUCF - Land Use Land Use Change and Forestry - in modo da riconoscere correttamente l'impegno dell'Unione europea e degli Stati membri nella riduzione delle emissioni nel post-Kyoto.

 
 
 

Camillo Zaccarini Bonelli
c.zaccarini@ismea.it
Francesco Serafini

 
 
 

PianetaPSR numero 40 - febbraio 2015