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SPORTELLO GIOVANI
 
ELICICOLTURA

Cosmesi e salute, il "piano B" della lumaca

Un'imprenditrice agricola laziale affianca al tradizionale business alimentare anche l'estrazione della bava per un utilizzo farmaceutico - In cantiere un progetto per aumentare il potenziale curativo
Elvira Garsia al mercato con le confezioni di lumache allevate nella sua azienda agricola di Aprilia (Latina)

Due anni fa un fortunato cartone animato della DreamWorks, "Turbo", raccontava la storia di una "superlumaca" velocissima, diventata tale dopo esser caduta nel cofano di un'auto sportiva ed aver aspirato una grande quantità di protossido di azoto. Lasciando un attimo da parte la fantasia, la storia di Elvira Garsia, imprenditrice agricola di 39 anni di Aprilia (Latina), è quella di una passione per le lumache, e anche, per così dire, del sogno di creare una "superlumaca", non velocissima, ma utile per la cura di alcune malattie.
Ma andiamo per gradi. Otto anni fa Elvira, che aveva un'edicola di giornali, legge sulla rivista  "Millionaire" un articolo sull'elicicoltura: con i risparmi decide di investire in agricoltura, proprio sull'allevamento di questi piccoli molluschi. Due ettari e mezzo di terreno e molto spirito imprenditoriale  la portano, nonostante le difficoltà iniziali (dalle gelate agli animali pericolosi per le lumache, ecc.) a creare un proprio bacino di vendita di lumache vive: ristoranti, supermercati, mercati e sagre. Lei le alleva in campo aperto, seminando bieta, colza, girasole nano e poi il trifoglio, che le lumache usano come copertura. Nel periodo della raccolta la razione si integra con mangimi (a base di altre verdure frullate e calcio).
Ma il mercato a un certo punto comincia a cambiare: anche le sagre cominciano a usare il surgelato: la concorrenza si fa sentire, la competitività è impari. Ed è qui che emerge il talento imprenditoriale di Elvira, che assieme al marito decide di diversificare l'offerta. Prima sempre sul food, con il "caviale" di lumaca: costa 1.600 euro al chilo e Francia, Spagna e Canada ne sono grandi consumatori.
Poi, un altro passo importante verso un'ulteriore utilizzazione, questa volta nel campo del settore farmaceutico: grazie alle molteplici proprietà (nutritive, rigeneranti, esfolianti,  purificanti, cicatrizzanti) benefiche sulla pelle, è la bava di lumaca a costituire la materia prima strategica per ampliare il premistro d attività dell'azienda della nostra imprenditrice. Così oggi Elvira produce un preparato di bava di lumaca fresca per un'azienda farmaceutica. Il progetto va oltre: nel giro di pochi mesi sarà pronto un laboratorio a bollo CE per la lavorazione delle lumache: sarà possibile anche creare della bava liofilizzata, la cui conservazione ovviamente è molto più duratura. "Ma non abbiamo lasciato da parte il lato alimentare in questo rinnovamento - ci tiene a precisare Elvira -. Grazie al laboratorio potremo creare in stile "conserva della nonna" una serie di barattolini con il sugo di lumache, il patè e il caviale".
Ma le novità nell'azienda di Aprilia non finiscono qui. In parallelo con l'innovazione tecnologica, il progetto va avanti anche sul piano dell'organizzazione imprenditoriale condivisa con altri partner. "Da un po' di tempo - annuncia Elvira - abbiamo messo su una rete di imprese che vede coinvolta anche una società chimica, e ci avvaliamo della consulenza di livello universitario sullo studio delle piante medicinali. Grazie a questa iniziativa siamo vicini a creare una "superlumaca" - mi si passi il termine - che grazie all'alimentazione dovrebbe veder aumentata la sua anti-proteasi  del 47%. tradotto in parole povere l'obiettivo è quello di sviluppare una lumaca non solo più "buona" dal punto di vista gastronomico, ma soprattutto con capacità positive nei confronti di alcune patologie, come esempio,  le fibrosi polmonari". Insomma, nel Lazio la lumaca sembra aver messo il "turbo", soprattutto per quel che riguarda le sue capacità curative.

 
 
 
 

Andrea Festuccia

 
 
 

PianetaPSR numero 42 - aprile 2015