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RIFORMA PAC/2
 

Demarcazione, arriva il catalogo degli interventi

La codifica comune delle misure di investimento previste da Ocm e Psr migliora il sistema di controllo sul divieto del doppio finanziamento e agevola la complementarietà dei diversi regimi di aiuto

In un workshop sul programma nazionale di sostegno del vino, organizzato il 24 aprile dal Mipaaf al Vinitaly, è stato presentato il "Catalogo degli interventi" per le misure di investimento, attualmente in fase di definizione. L'occasione è stata una relazione tenuta dalla RRN sul tema della demarcazione e complementarietà/coerenza degli investimenti tra OCM e PSR, e il contesto non poteva essere più adatto.
Puntando a una codifica univoca degli interventi in tutti i regimi di aiuto, il Catalogo rappresenta infatti il presupposto, da un lato, per implementare un sistema più avanzato di controllo del no double funding, e, dall'altro, per consentire il passaggio dalla logica della demarcazione a quella, più ampia, della complementarietà e coerenza tra gli strumenti dell'Unione, in linea con l'orientamento della PAC 2014-2020.
Ma partiamo dalla genesi del Catalogo, ovvero dal disagio che le Organizzazioni di produttori (OP) hanno espresso, in fase di definizione della nuova Strategia ortofrutticola, per la complessità delle regole di demarcazione degli investimenti vigenti nella loro filiera, risultato del vario combinarsi tra loro, a livello regionale, di criteri basati su beneficiario, soglia finanziaria degli investimenti, settore produttivo e/o tipo di operazione o investimento. Una situazione che per le OP articolate su più regioni ha significato difficoltà a confrontarsi con norme molto disomogenee sul territorio e, nello specifico, sperequazioni di trattamento tra i soci.
Come superare il problema?  Sicuramente semplificando le regole di demarcazione (e infatti dall'estate del 2014 la Strategia nazionale ortofrutticola prevede solo la demarcazione per beneficiario e soglia finanziaria degli investimenti), ma anche, in alternativa, superando l'ottica ristretta della demarcazione come definizione a priori di "dove" finanziare "cosa", per lasciare il passo a un sistema che demandi al beneficiario la scelta del regime di aiuto a cui attingere.
Perché ciò possa accadere, però, bisogna implementare procedure adeguate di gestione e controllo. In particolare è necessario disporre di un sistema informativo unico a livello nazionale basato sull'identificativo del beneficiario (il CUAA), che assicuri lo scambio dei dati tra i diversi regimi di aiuto, ovvero, nel caso specifico degli investimenti, tra OCM, PSR, PSR nazionale e aiuti di Stato.
E il Catalogo degli interventi, proponendosi di arrivare a definire un linguaggio comune ai diversi sistemi, è il presupposto perché ciò possa avvenire.
La base giuridica
A livello nazionale, d'altronde, la base giuridica per l'affermazione del principio generale di complementarietà e coerenza esiste già. L'Accordo di partenariato tra la Commissione europea e l'Italia sull'utilizzo dei fondi europei (approvato il 29 ottobre 2014), nel definire strategia, metodi e priorità di spesa per i fondi strutturali e di investimento, ha stabilito che per gli investimenti "in alcuni settori compresi in organizzazioni di mercato (vino, ortofrutta), la duplicazione dei finanziamenti sarà evitata attraverso la realizzazione della piena interoperabilità dei sistemi di gestione e controllo delle domande di aiuto e di pagamento". 
Per quanto riguarda invece l'OCM ortofrutticola, a seguito di una modifica introdotta nell'estate del 2014, la Strategia nazionale prevede ora che "gli interventi a carattere strutturale, ovvero le operazioni attraverso le quali viene acquisito un bene durevole, se programmati sia nell'OCM che nel PSR sono potenzialmente realizzabili in entrambi i regimi qualora venga garantita e verificata, attraverso un sistema informativo basato sul fascicolo aziendale, da parte dell'Amministrazione regionale in fase di istruttoria, nonché di pagamento e controllo ex-post da parte dell'Organismo pagatore competente, la coerenza, la complementarietà e la loro non sovrapposizione." 
Sia l'Accordo di partenariato sia la Strategia nazionale ortofrutticola, come clausola di salvaguardia, stabiliscono tuttavia che fino alla completa attuazione del sistema di scambio dei dati per la verifica su base informatica restino in vigore le attuali norme di demarcazione.

Il metodo
Per ora il Catalogo ha uniformato le definizioni esistenti nell'OCM, con quelle del PSR nazionale, avviando anche l'integrazione di quelle contenute nei PSR regionali.
Per quanto riguarda l'OCM, sono stati considerati gli interventi di investimento finanziati con i programmi di aiuto settoriali, in altri termini con la Strategia nazionale ortofrutticola, il Programma nazionale di sostegno del vino, i Programmi di sostegno al settore dell'olio di oliva e delle olive da tavola e il Programma nazionale per migliorare le condizioni di produzione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura.
Sul fronte dello sviluppo rurale, invece, si è partiti dalle tabelle di gestione e controllo utilizzate da Emilia-Romagna e Liguria per le misure della passata programmazione 121 (ammodernamento delle aziende agricole) e 123 (accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali), che equivalgono all'attuale misura di investimenti in immobilizzazioni materiali (nella fattispecie M4.1 e M4.2). Sono stati poi aggiunti gli investimenti in infrastrutture irrigue del nuovo PSR nazionale (M4.3), rapportabili all'ex misura 125 (infrastrutture connesse allo sviluppo e all'adeguamento dell'agricoltura e della silvicoltura) e nel frattempo sono iniziate le consultazioni con tutte le regioni per integrare/modificare l'elenco con le loro tabelle, anche tenendo conto degli investimenti non produttivi e nella diversificazione delle attività aziendali finanziati con il PSR, e degli investimenti che invece rientrano localmente nel regime degli aiuti di Stato. 

L'evoluzione futura
Da sottolineare che in fase attuativa i sistemi informativi potrebbero prevedere, se necessario, la declinazione degli interventi del Catalogo per territorio (realizzati all'interno dell'azienda, nella regione, in ambito nazionale o Ue), settore (nel settore ortofrutticolo, vitivinicolo, ecc.), dimensione (ad esempio, per capacità dei contenitori per l'affinamento, capacità di lavorazione dell'impianto di trasformazione, % di spese tecniche e generali ammissibili, ecc.) e forma di acquisizione (acquisto o altre forme di acquisizione, quali locazione, noleggio, leasing).
In prospettiva, poi, versioni analoghe del Catalogo potrebbe essere implementate per le misure a superficie (Catalogo degli impegni), le misure di promozione (Catalogo delle attività di informazione e promozione), e così via.
Dal dettaglio a cui si scenderà nella codifica degli interventi dipenderà il livello di efficacia del sistema operativo come strumento di alert per il double funding, ma anche il livello di complessità dello stesso sistema. Il confronto in corso tra i soggetti interessati servirà anche a definire anche il giusto livello di compromesso tra le due esigenze.

 
 
 

Franca Ciccarelli  - f.ciccarelli@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 42 - aprile 2015