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RETE RURALE NAZIONALE 2014-2020/2
 

Coerenza e coesione, password della nuova rete

Analisi del percorso seguito nella costruzione del programma, focalizzato su tre punti: le innovazioni introdotte nell'approccio metodologico, il modello organizzativo e la strategia di comunicazione

La scelta dell'approccio strategico per la Rete rurale 2014-20 ha rappresentato un aspetto delicato per la necessità di adattarsi ad un contesto estremamente mutevole. La definizione del programma Rete  ha, infatti,  preso avvio in un quadro caratterizzato da importanti trasformazioni:
 -a livello comunitario, cambiamenti sostanziali introdotti a seguito dell'approvazione degli strumenti di programmazione che, in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020, segnano il passaggio verso uno sviluppo rurale  più  inclusivo, coerente (con le altre politiche)  e ancora più focalizzato su alcuni temi (ambiente, innovazione);
 -a livello nazionale/regionale, le novità nel sistema di programmazione, con maggiore semplificazione e flessibilità delle misure.
La scelta del metodo ha rappresentato un aspetto delicato anche per la necessità di trovare risposta ad alcune domande: Come stimolare la crescita? Quali attori coinvolgere: solo gli  stakeholder rurali o una platea più ampia?  Quali strumenti risultano più efficaci in relazione agli obiettivi/compiti del futuro programma?
Dalla lettura dei dati risultanti dai rapporti di valutazione (valutazione on going e valutazione ex-ante) si evidenzia, da un lato, il valore aggiunto del programma Rete come "veicolo di conoscenze condivise e luogo di convergenza tra le numerose realtà esistenti" e, dall'altro, l'importanza di attivare solide connessioni ( "reti") con i diversi soggetti coinvolti nello sviluppo rurale, sia per garantire "l'aderenza delle azioni del Programma al fabbisogno del sistema rurale nazionale", che per gestire sfide e opportunità comuni.
Partendo da questi presupposti, il presente articolo propone un'analisi del percorso seguito nella costruzione del programma, che si focalizza su tre punti: le innovazioni introdotte nell'approccio metodologico,  il modello organizzativo e la strategia di comunicazione.
Il programma Rete racchiude un potenziale di crescita che la costruzione di una strategia nazionale solida, partecipata e innovativa, può contribuire a sviluppare. Questa strategia si basa su quattro innovazioni di metodo, l'una funzionale all'altra:

  • imensione nazionale e apertura  alle Regioni e al Partenariato, per ragionare su una visione condivisa "desiderata"  di strategia e piano d'azione del programma, che si misuri con i bisogni reali.
  • Articolazione del programma intorno a due linee  di indirizzo  principali: la valorizzazione delle esperienze di successo della programmazione in corso e la definizione di nuove opportunità/interventi, per  tradurre i nodi (criticità del programma) in risultati attesi concreti, indicatori e azioni.
  • Semplificazione della governance e rafforzamento della funzione di coordinamento e controllo/demarcazione delle attività svolte dal centro (Autorità di Gestione del programma),
  • Strategia "dai gruppi target ai progetti", che mette insieme -con chiara identificazione di compiti e responsabilità- forze istituzionali e competenze interne ed esterne alla Rete. 

Un metodo che si basa su un percorso di confronto con le Regioni e il partenariato ancora  in corso  e sulla definizione di un pertinente apparato organizzativo.
Al fine di assicurare l'efficacia e l'efficienza dell'attuazione viene proposta una struttura snella, con una forte interrelazione tra le tre componenti "fisse " che, come le matriosche, sono una dentro l'altra: in seno all'Autorità di gestione del programma operano le strutture di supporto (segretariato tecnico e segretariato amministrativo e di controllo) nel cui ambito sono compresi  i comitati di coordinamento.
La suddetta struttura è articolata in due livelli: livello strategico (Autorità di gestione del programma e strutture di supporto) con funzione di coordinamento e controllo della gestione e  livello operativo (comitati di coordinamento) deputato alla supervisione dell'attuazione (progetti della rete) in modo da garantire l'adesione alle necessità dei gruppi target e perciò costituito, oltre che dai membri del segretariato tecnico, dai responsabili di progetto, dai referenti tematici del Ministero e da esperti designati dalle regioni e dalle organizzazioni professionali dell'imprenditoria agricola.

Questo modello organizzativo dovrebbe consentire sia di superare alcuni limiti della passata programmazione, quali ad esempio la frammentarietà degli interventi, con diversi ambiti di sovrapposizione delle attività e relative inefficienze di costo, che  di rafforzare la solidità  scientifica  e visibilità/trasparenza del  programma.
Parlando di strategia, abbiamo messo al centro il fatto che essa ruota intorno a due parole chiave: coerenza e coesione.
La coerenza riguarda l'architettura del programma: priorità/obiettivi specifici e beneficiari finali (gruppi target),  che devono incastrarsi come in un perfetto lavoro di ebanisteria, mostrando la logica d'intervento complessiva.
La coesione riguarda invece la governance del programma, come i diversi soggetti (singole parti) trascorrono in maniera fluida, partecipando non solo alla impostazione del programma, ma anche alle successive fasi che si agganciano al programma, riprendendo quanto  annunciato, come in una staffetta.
La strategia di comunicazione rispecchia la costruzione classica dei Programmi comunitari raffigurata attraverso un ordine  gerarchico discendente, funzionale a rappresentare una logica a imbuto, nell'ambito della quale all'obiettivo globale (priorità 3) corrispondono due  obiettivi specifici, atti a specificarne e declinarne le finalità e, a loro volta, strettamente correlati alle azioni.
L'articolazione dei contenuti è stata disegnata per step successivi.
Primo. Siamo partiti da una declinazione "minimalista" obiettivi/azioni che prevede, in accordo con i regolamenti comunitari, un'attività di comunicazione sulla politica di sviluppo rurale verso il grande pubblico e i soggetti beneficiari, con lo scopo di migliorare l'accesso alle informazioni e la trasparenza.
Secondo. Abbiamo  lavorato  ad un disegno "innovativo" che prevede  il lancio di alcuni progetti pilota che operano secondo una metodologia nazionale gestita e partecipata a livello regionale e locale, anche attraverso "accordi e protocolli d'intesa" che coinvolgono  le amministrazioni più rilevanti e interessate e le reti preesistenti, con l'obiettivo di disporre di una piattaforma di conoscenze e competenze.
Terzo. Sempre nell'ottica di un'innovazione sono stati inseriti ulteriori elementi, atti a  favorire, da un lato, la sorveglianza del programma e la partecipazione attiva (con idee e proposte)  e, dall'altro,  a far uscire i progetti di comunicazione dalle singole esperienze. Questa scelta implica l'adozione di requisiti più stringenti nei confronti del metodo, ma consente di lasciare le porte aperte all'interazione con forze e risorse  attinenti alle altre politiche.
Prossimi passi

  • Costruire i tasselli del piano di azione biennale;
  • Far raccontare al web l'identità della Rete (nuovo portale rete rurale);
  • Lancio del programma, in occasione di Expo.
 
 
 

Paola Lionetti

 
 
 

PianetaPSR numero 42 - aprile 2015