Mi chiamo Valentina Tomezzoli, e la mia azienda risicola opera nella zona del Bovolone, in provincia di Verona. L'amore per la natura, essendo nata e cresciuta in campagna, mi ha sempre accompagnata in ogni scelta e azione intrapresa. Così, durante gli anni di studio universitario, ho deciso di unire questa passione a ciò che stavo studiando (sono laureata in Design al Politecnico di Milano), creando un'azienda agricola con una spiccata attenzione agli aspetti di comunicazione e marketing in chiave "green". E' così che siamo arrivati al riso nelle bottiglie di vetro. Ma facciamo un passo indietro, entrando nei dettagli della nostra azienda, "Tomsland", che viene formata dal 2011 dalla collaborazione tra me e mio padre Antonio, coltivatore diretto. La mia decisione di entrare nel mondo dell'agricoltura, colta con l'adesione al Psr Veneto, nasce dall'idea di poter innovare l'azienda differenziandola in un mercato saturo, convertendo i punti di debolezza in punti di forza. La nostra società agricola ha usufruito dei fondi del Psr Veneto integrando nuovi macchinari per la produzione e trasformazione di riso biologico. Da una parte l'ottimizzazione meccanica in agricoltura, dall'altra un rafforzamento degli strumenti di gestione e comunicazione sul mercato.
Partiamo dalla produzione: il nostro riso biologico a marchio "Restello", una decisa evoluzione commerciale rispetto alla precedente produzione di semplice vendita di risone non trasformato ad aziende locali. Produciamo e trasformiamo riso biologico nella provincia di Verona, operando nella zona di Bovolone, area IGP della varietà Nano Vialone Veronese. L'offerta complessiva comprende le varietà Vialone Nano e Carnaroli, entrambi in riso bianco, semilavorato ed integrale. Dalla lavorazione dei chicchi otteniamo farina e semolino integrale, destinati anch'essi alla vendita. Anche il materiale di scarto, la pula e le glumelle del risone, vengono impiegate nell'allevamento di bovini della stessa azienda. Restello è insomma un'azienda ad impiego totale delle risorse ricavate dalla produzione e un'azienda a filiera corta, in quanto ci occupiamo anche della vendita diretta.
Studiando in un ambito così diverso dall'agricoltura ho scoperto quanto potesse essere utile, anche nelle piccole aziende agricole, l'approccio e l'applicazione del design. Sono partita da un'analisi degli scenari di mercato e dalla rilevanza della produzione italiana di riso: siamo i primi produttori d'Europa e abbiamo ideato il concetto di "risotto" inteso come ricetta a piatto unico e non come contorno.
Poi ho analizzato le caratteristiche dell'azienda: la base era già "eco-friendly", senza dubbio. L'azienda si occupa di tutti i passaggi, dalla produzione alla trasformazione e vendita; è attenta all'ambiente, utilizza l'energia dei pannelli fotovoltaici per trasformare il risone in prodotto finito; è 100% biologica e non trasforma altri alimenti oltre al riso, quindi da considerarsi gluten free; produce due varietà di rilievo: il Vialone Nano, IGP della zona, e il Carnaroli, considerato il "re dei risi";
Il passo successivo è stato quello di superare alcune debolezze nella scelta dei materiali per il packaging, alcune poco ecologiche come l'utilizzo di plastica per il sottovuoto e per il modulo da 20 pacchi. Così ho deciso di portare il caso in ambito universitario, visto che ne avevo l'opportunità, realizzando la tesi di laurea sul nostro riso Restello. Si è trattata di una vera e propria collaborazione con il Politecnico di Milano, con la quale ho ideato una strategia per migliorare l'azienda e renderla ancora più forte: una rivalorizzazione tramite la gestione del sistema packaging, degli aspetti di logistica e di comunicazione, soprattutto digitale.
Incentriamoci sull'aspetto packaging e sulle due fasi per renderlo "green". Ho apportato le modifiche necessarie per mantenere la corretta trasposizione dei valori aziendali: biologico non inteso solo come produzione ma come intero approccio aziendale, il più sostenibile possibile. Sostenibilità e genuinità sono le parole chiave che devono riflettersi su ogni aspetto del riso Restello.
Così siamo passati, in una prima fase, da un packaging base multi-materico (carta e metallo) e multi-colore, all'utilizzo di carta con chiusura termosaldata, che permette la riciclabilità al 100%, con inchiostro monocolore nero limitato alle informazioni essenziali.
Ma l'evoluzione ulteriore - quella che possiamo chiamare la seconda fase - riguarda il riso sottovuoto: siamo passati dall'utilizzo di plastica a bottiglie di vetro riciclate e serigrafate. L'obiettivo è dare all'utente finale un packaging che possa durare nel tempo e che mantenga il prodotto nelle massime condizioni di sicurezza. Il vetro ha come sistema di chiusura la capsula d'alluminio che risulta riciclabile al 100% grazie all'etichetta serigrafata sulla superfice. Per quanto riguarda la logistica, è stato ideato un sistema e-commerce di condivisione degli acquisti con effetti positivi sull'ambiente e risparmio da parte dei consumatori.
Gli aspetti di logistica e comunicazione sono attualmente in lavorazione, ma saranno visibili a breve sul sito (www.restello.it).
Valentina Tomezzoli
PianetaPSR numero 44 - giugno 2015