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NEGOZIATO UE
 

Biologico, una riforma nel segno della trasparenza

Il via libera del Consiglio dei ministri agricoli primo passo verso il nuovo regolamento: tra le novità regime di conformità per l'import da Paesi terzi e certificazione semplificata per i piccoli

Nel semestre di presidenza del Consiglio UE che si avvia alla conclusione, il governo lettone aveva puntato molto sull'accordo generale per la riforma del regolamento del biologico, inserendolo con evidenza tra i propri obiettivi generali. Una Presidenza che infatti ha lavorato sul tema con grande costanza ed impegno e che proprio al fotofinish, durante l'ultimo Consiglio dei ministri agricoli, il 16 giugno a Lussemburgo, è riuscita ad ottenere il voto favorevole della maggioranza degli Stati membri.
Rispetto alla situazione di stallo che si era venuta a creare nel dibattito, con la Commissione che aveva anche prospettato un ritiro della proposta, il raggiungimento dell'accordo è stato, per il Paese alla sua prima presidenza di turno, un grande successo.
Si attende quindi adesso anche la relazione conclusiva del Parlamento UE per dare avvio al trilogo, il confronto cioè tra le posizioni della Commissione, del Consiglio e del Parlamento sul testo in esame. Non saranno tempi brevi, visto ancora le notevoli distanze nelle posizioni che le tre istituzioni europee hanno manifestato su alcuni punti cruciali della proposta.
In passato i percorsi per l'approvazione dei regolamenti sul biologico, con dibattiti in ambito nazionale ed europeo che interessavano solo alcune organizzazioni o qualche tecnico iper-specializzato, mai avevano suscitato discussioni tanto accese. Non era successo nel 1991 con la prima regolamentazione, né nel 2007 con la riforma che ha introdotto i regolamenti vigenti.
Il dibattito che in questi mesi si è sviluppato intorno al futuro del settore e alle relative regole pare stia invece occupando la scena della politica agricola dell'Unione. Anche questa è una dimostrazione di quanto il biologico sia cresciuto non solo dal punto di vista commerciale, ma anche di quanto sia diventato strategico nelle politiche di sviluppo dell'agricoltura di numerosi Paesi Membri.
Dibattito molto intenso che ha forse trovato impreparata anche la stessa Commissione UE quando, nel marzo del 2014, ha presentato una proposta che nei contenuti è risultata molto innovativa e per certi versi addirittura rivoluzionaria rispetto allo status quo. Proposta quindi fortemente contrastata, soprattutto dal mondo delle associazioni europee del settore, che avrebbero preferito un semplice e superficiale maquillage delle norme attuali.

 

L'arrivo ad un accordo generale sul testo da parte del Consiglio è stato quindi il frutto di un lavoro che parte da lontano e che è stato portato avanti con convinzione in primis dalla Presidenza di turno italiana che si è conclusa nel dicembre scorso. Tale impegno, sottolineato anche dalle dichiarazioni del ministro Martina, è stato riconosciuto in numerose occasioni sia dalla Commissione che da tutti gli altri Stati membri.
Anche i sei mesi della Presidenza italiana si sono infatti caratterizzati per l'enorme lavoro di mediazione tra le posizioni che all'inizio erano assolutamente inconciliabili, portando l'attenzione su alcuni temi che per il biologico italiano sono centrali: la necessità di migliorare l'efficacia dei controlli alle importazioni da paesi terzi, la necessità di trovare forme di semplificazione nella certificazione dei piccoli agricoltori, la necessità di aumentare le garanzie per i consumatori e favorire una concorrenza equa tra i produttori.
Su questi temi, nel corso dell'ultimo anno, si è sviluppato il lavoro della Commissione e del Consiglio, lavoro che partiva da obiettivi comuni e condivisi ma che nella definizione del testo si andava scontrando con visioni strategiche differenti, in particolare tra i paesi consumatori del nord Europa e i paesi produttori del Mediterraneo.
L'accordo generale appena sottoscritto non è certamente la rivoluzione delle attuali norme, ma certamente si muove in una giusta direzione.
Con grande soddisfazione sono ad esempio state accolte le modifiche relative al regime di importazione di prodotti biologici da paesi terzi, perseguita dall'Italia con grande determinazione. Sulla base delle nuove norme i prodotti biologici potranno essere importati solo in regime di conformità, cioè con l'applicazione delle stesse norme produttive europee o da Paesi con i quali siano stati sottoscritti accordi di reciprocità. I produttori europei saranno così maggiormente garantiti sul mercato internazionale e ai consumatori sarà assicurata più trasparenza.  
Altra novità certamente positiva è l'introduzione della possibilità della certificazione di gruppo, volta a  consentire un accesso più facile per le piccole aziende produttrici nel settore del biologico.
Le norme sui controlli, che inizialmente erano state interamente spostate nell'ambito dei controlli ufficiali della Sanità, nella proposta del Consiglio sono invece mantenute all'interno del regolamento del biologico per una maggiore semplificazione e chiarezza normativa.

Altra novità certamente positiva è l'introduzione della possibilità della certificazione di gruppo, volta a  consentire un accesso più facile per le piccole aziende produttrici nel settore del biologico. Le norme sui controlli, che inizialmente erano state interamente spostate nell'ambito dei controlli ufficiali della Sanità, nella proposta del

 

Consiglio sono invece mantenute all'interno del regolamento del biologico per una maggiore semplificazione e chiarezza normativa.
L'obbligo di un controllo annuale per le aziende biologiche rimane un requisito fondamentale e gli Stati Membri potranno dilazionare le ispezioni fisiche solo in caso di aziende a basso rischio fino ad un massimo di trenta mesi.
Il punto che non ha pienamente soddisfatto alcune delegazioni, tra cui quella italiana, riguarda i residui di sostanze non ammesse eventualmente riscontrati su prodotti biologici, argomento che non è trattato nell'attuale legislazione europea, ma che invece è oggetto di uno specifico Decreto del Ministero italiano.  La proposta approvata introduce un articolo sul tema che tuttavia non consegue pienamente l'obiettivo di armonizzare le procedure applicate nei diversi Stati membri. 
Su questo punto l'Italia, sostenuta dalla Spagna e da altre delegazioni, ha chiesto un formale impegno alla Presidenza lussemburghese che sta per insediarsi e alla Commissione per migliorare ulteriormente il testo nel corso delle trattative con il Parlamento europeo, nell'ottica di rendere più stringenti le procedure di controllo in caso di contaminazioni di sostanze non ammesse nei prodotti biologici e di aumentare la tutela dei consumatori. 
L'accordo raggiunto è quindi solo un ulteriore passaggio verso l'approvazione definitiva del testo di riforma. L'attenzione adesso si sposta tutta sul Parlamento europeo, sulla relazione del tedesco verde Hausling, relatore in Comagri del progetto, e sui numerosi emendamenti che già sono stati annunciati per l'approvazione del testo che potrà dare avvio al trilogo con le altre Istituzioni europee.


 
 
 

Francesco Giardina

 
 
 

PianetaPSR numero 44 - giugno 2015