Home > Il punto sui PSR > Psr, la spesa di fine anno ha aggiustato i conti
BILANCIO 2007-2013

Psr, la spesa di fine anno ha aggiustato i conti

L'accelerazione delle erogazioni (un miliardo in soli due mesi) ha consentito all'Italia di archiviare la scorsa programmazione con un tasso di utilizzo dei fondi comunitari pari al 98,74%

Chiusa la programmazione 2007-2013, oggi possiamo tirare le somme degli ultimi sette anni di spesa comunitaria per lo sviluppo rurale. Prima di passare all'analisi dei numeri, è opportuno ricordare che l'Italia è la seconda beneficiaria, alle spalle della Francia, in termini di budget dei fondi europei sul secondo pilastro della PAC con 8.968 milioni di euro a disposizione. Di questi il sistema Italia - a programmazione regionalizzata - è riuscita ad assorbire risorse pari a 8.850 milioni di euro cioè il 98,74%.

Tornano purtroppo a Bruxelles 114 milioni di euro di fondi Feasr, che comprendono anche gli importi non spesi a causa di procedimenti giudiziari e ricorsi amministrativi. Infatti, molte Regioni hanno chiesto, regolamento alla mano, di interrompere i termini per il disimpegno: se sarà accolta la loro richiesta l'importo da restituire dovrebbe scendere a 104 milioni di euro.
Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, c'è da riconoscere l'enorme lavoro svolto negli ultimi due mesi che ha fatto quasi annullare il divario registrato a fine ottobre, quando c'era ancora da spendere circa un miliardo di euro. Sembrava impossibile, ma grazie allo scatto finale solo l'1,26% delle risorse è stato restituito.
Una percentuale che può essere considerata fisiologica, tenuto conto della frammentazione amministrativa e l'eccessiva burocrazia del sistema Italia, cui si aggiunge la complessità e spesso rigidità delle norme europee. Ma va anche detto che è una tipica abitudine italiana quella di attendere fino all'ultimo e mostrare, quando la situazione si fa critica, capacità inaspettate ed un impegno fuori dall'ordinario; dunque, se non sottovalutati e presi per tempo i tanti piccoli problemi potevano essere superati centrando così l'obiettivo di spesa a residuo zero.
Per capire meglio la situazione sarà utile procedere al confronto della spesa effettuata dai PSR al 31 dicembre 2015.
Mettiamo subito in evidenza che per molte regioni la quota da restituire è quasi irrilevante, siamo nell'ordine dello zero virgola; il grosso del disimpegno si è concentrato solo su sei regioni: Campania,  Calabria, Sicilia, Sardegna, Piemonte e Basilicata. Per dovere di informazione, ricordiamo che quest'ultima scontava anche il disimpegno di 18 milioni di euro  riferito all'annualità 2014.
Tra le regioni in obiettivo convergenza - dunque con una dotazione finanziaria sostanziosa - soltanto la Puglia riesce "quasi" ad evitare il disimpegno, restituendo solo 1 milione di euro. Le regioni convergenza restituiscono in totale 88 milioni di euro di quota FEASR.
Sull'altro versante, non rimandano nelle casse comunitarie neanche un centesimo di euro l'Emilia Romagna, il Lazio, la Lombardia, le Marche, il Molise, e l'Umbria.

Tra le regioni competitività, su un totale di 29 milioni di euro di disimpegno, circa 20 milioni di euro sono a carico di due sole regioni, la Sardegna (12 milioni di euro) ed il Piemonte (8 milioni euro).
Va comunque precisato che questi dati sono da considerarsi provvisori e che al momento quindi non è da ritenere definitivamente archiviata la programmazione 2007-2013. Infatti, entro dicembre 2016 la Commissione Europea dovrà erogare il saldo dei programmi (pari al 5% del budget totale); quindi  procederà, entro l'estate, alla chiusura dei conti effettuando le eventuali correzioni finanziarie.
Nell'effettuare gli aggiustamenti, la Commissione terrà conto dell'eventuale superamento del limite finanziario per Asse (distinguendo questa volta tra risorse ordinarie e quelle derivanti dalla riforma Health Check); verificherà, inoltre, se sono state sottoutilizzate risorse Health Check a vantaggio di spese ordinarie oppure per interventi su banda larga (cosiddetto "ringfencing" finanziario); terrà infine conto anche degli eventuali ricorsi amministrativi e giudiziari ancora pendenti.
Di conseguenza, al fine di non interrompere il flusso finanziario verso le imprese, le misure ancora non concluse verranno "trascinate" sui nuovi PSR per adempiere agli impegni precedentemente presi.
Approvati i nuovi PSR, si è già entrati nel pieno della nuova programmazione 2014/2020: sulla scorta della precedente attuazione, è opportuna quindi una maggiore attenzione a non ripetere gli stessi errori anche in futuro. Le rincorse finali sono molto importanti, com'è successo in quest'ultima programmazione, per evitare un  disimpegno molto oneroso; ma sarebbe sempre più opportuno partire fin dall'inizio con il piede giusto e continuare con un passo della spesa più regolare. Anche perché, anche in questa nuova programmazione,  resta sullo sfondo la mancata opzione di una programmazione unica che avrebbe permesso compensazioni finanziarie tra regioni e, a conti fatti, evitato di perdere una quota sia pure minima di risorse europee per lo sviluppo rurale.
Luigi Ottaviani

PianetaPSR numero 49 -gennaio2016