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PEI & AGRICOLTURA
 

Innovazione e Gruppi operativi: istruzioni d'uso

Modalità dei finanziamenti Psr, progetti e obiettivi, selezione dei partner: si parte dal basso, ma poi i risultati vanno comunicati con un'informazione circolare a beneficio dell'intera comunità

I Gruppi Operativi (GO) dell'European Innovation Partnership sono una delle novità promosse dal regolamento sullo sviluppo rurale per le quali c'è maggiore attesa e aspettative. Le istituzioni europee, nazionali e regionali sperano che questo strumento aiuti il nostro settore agroalimentare e forestale a fare un passo avanti verso lo sviluppo economico; i soggetti potenzialmente interessati a entrare a far parte delle partnership dei GO si stanno organizzando per valorizzare le proprie competenze e conoscenze.
Sul contesto normativo e gli obiettivi generali che fanno da sfondo a questa iniziativa è stato scritto e detto molto anche su questo giornale ("Innovazione, un "jolly" che aiuta la competitività"-  numero 32, maggio 2014). In questa fase, possono essere di estrema utilità alcune indicazioni puntuali di tipo operativo su:

-    modalità di erogazione dei finanziamenti da parte delle Regioni
-    composizione e caratteristiche dei partenariati
-    obiettivi e contenuti dei progetti
-    risultati attesi


Solo un aspetto generale è importante ribadire a corredo di quanto sarà sviluppato di seguito: un Gruppo Operativo è uno strumento interattivo per la diffusione delle innovazioni nel settore agroalimentare e forestale; al suo interno sono presenti gli attori della filiera dell'innovazione che sono in grado, in un determinato contesto, di individuare soluzioni a specifici problemi o di promuovere specifiche opportunità. Dunque non è un gruppo di rappresentanza di settori produttivi o ambiti, non si occupa di sviluppo locale, non realizza ricerca e sperimentazione.

I diversi approcci utilizzati dalle Regioni

Le Regioni finanzieranno i Gruppi Operativi scegliendo fra due modalità procedurali:

-    la "sovvenzione globale" cioè addebitando l'intero costo dei progetti dei GO alla Misura 16.1 del Psr,
-    i cosiddetti "pacchetti di misure" cioè imputando quote parti del costo del progetto a Misure  diverse del Programma di Sviluppo Rurale in base alla pertinenza: il collaudo dell'innovazione alla Misura 16.2, la consulenza alla Misura 2, la gestione del progetto alla Misura 16.1, gli investimenti alla Misura 4 ecc.

In Italia, su 20 Regioni e Province autonome che hanno attivato i Gruppi Operativi, 6 utilizzeranno il pacchetto di Misure: Bolzano, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Veneto.
La selezione dei G.O. avverrà mediante avvisi pubblici. Le Regioni potranno scegliere se realizzare direttamente il bando per individuare i progetti da finanziare, oppure se operare tale selezione in due step: il primo che selezioni idee innovative e finanzi la costituzione del partenariato e la redazione del progetto, il secondo che scelga i G.O. e i relativi progetti e ne finanzi l'attuazione. Nel secondo caso non dovrebbe essere obbligatorio essere scelti al primo step per partecipare al secondo. 

 

Risorse finanziarie pubbliche previste nei PSR
per le Misure relative al PEI e all'innovazione - €


 

I partenariati

I componenti dei partenariati sono i tradizionali attori del processo di definizione, diffusione e adozione dell'innovazione e altri attori ritenuti utili alla migliore riuscita del progetto.
Pertanto, i partecipanti che ci si aspetta sicuramente di trovare in un G.O. sono: le imprese agricole, forestali alimentari; i ricercatori; i consulenti/tecnici specializzati.
Le prime, presenti singolarmente o in forma associata, sono gli attori primari del progetto in quanto è sulla base dei loro problemi e/o delle loro opportunità che il partenariato si costituisce e il progetto si struttura. I secondi hanno il compito di mettere a disposizione i risultati innovativi delle proprie ricerche e di adeguarli alle condizioni di contesto, i terzi hanno il ruolo di supporto alle imprese per l'introduzione delle innovazioni proposte e di interlocutori della ricerca per eventuali richieste di adeguamento e/o di modifica, nonché di diffusori dei risultati del progetto alle altre imprese del territorio e al sistema della conoscenza nazionale ed europeo nel suo complesso.
Altri componenti del partenariato sono correlati ai temi affrontati e si rendono più o meno necessari sulla base della tipologia delle problematiche e delle opportunità da sviluppare, potrebbero essere: rappresentanti della società civile, altre imprese, istituzioni pubbliche, strutture di vendita, associazioni di rappresentanza ecc..
Poiché il modello di diffusione delle innovazioni che la Commissione europea ha indicato più utile è quello interattivo (Linee guida EIP Dicembre 2014), un altro partecipante al partenariato potrebbe essere (non è obbligatorio) il cosiddetto "innovation broker" cioè un professionista che curi la creazione del partenariato più idoneo in fase di definizione del progetto e ne animi i rapporti e i confronti fra partner durante l'attuazione del progetto.
Non esiste pertanto un numero ideale di componenti del partenariato di un Gruppo Operativo, è variabile in base al contesto e ai compiti di ciascuno.

I progetti

Il progetto di un G.O. è quindi un insieme complesso di azioni volte a:
-    individuare le soluzioni innovative in grado di rispondere alle problematiche concrete delle imprese partecipanti,
-    verificare nella pratica tali soluzioni mediante il coinvolgimento delle imprese stesse e modificarle per renderle più idonee alle esigenze operative reali,
-    promuovere l'adozione delle innovazioni ritenute di successo presso le imprese partecipanti al progetto e  presso altre imprese similari del territorio,
-    diffondere i risultati del progetto a livello regionale, nazionale ed europeo mediante gli strumenti messi a disposizione dalla Rete rurale nazionale e dalla Rete europea dell'EIP.

L'attuazione dei progetti richiederà il coinvolgimento di risorse umane specializzate che:

-    impegneranno il proprio tempo nel collaudo di tecniche, macchine, sistemi produttivi, modelli organizzativi, modalità di lavoro, prodotti chimici,
-    necessiteranno di strumenti tecnologici specializzati, laboratori, prove in campo,
-    incontreranno le imprese singolarmente e in gruppo per dimostrare agli imprenditori l'efficacia di specifici prodotti, pratiche colturali, macchine ecc. e per coadiuvarli nella realizzazione quotidiana delle nuove applicazioni,
-    organizzeranno occasioni pubbliche per la verifica sociale delle innovazioni.

Le imprese coinvolte potranno sì giovare della partecipazione a processi innovativi di produzione, ma saranno distolte nel lavoro e potranno dover mettere a disposizione spazi e terreni per la realizzazione delle prove di collaudo e dimostrative.
A tutti i componenti del partenariato sarà richiesto di realizzare periodici check del progetto per verificarne i risultati parziali e finali, gli aggiustamenti necessari, le modalità più idonee di divulgazione.

I risultati

Il risultato atteso del progetto di un G.O. è l'individuazione di una o più innovazioni utili alla soluzione delle problematiche affrontate e la verifica positiva della loro adozione nella pratica.
Di grande interesse potranno essere soprattutto i dati di contesto e le condizioni peculiari nelle quali sono state realizzate le azioni di collaudo e verifica dell'innovazione presso le imprese perché essi potranno essere molto utili alla applicazione delle stesse innovazioni altrove, in contesti analoghi o in situazioni diverse.
Il progetto di un G.O. può chiudersi, probabilmente in anticipo, anche con un risultato negativo. I documenti della Commissione europea in più casi evidenziano l'impossibilità di prevedere in sede di progettazione la sicurezza del successo.
Un risultato indiretto auspicato sono anche le relazioni e i rapporti che i partner hanno instaurato fra loro e la modalità interattiva di procedere. La diffusione della prassi di lavorare in gruppi compositi di soggetti per diffondere l'innovazione sarà molto utile a far innescare processi virtuosi che potranno essere replicati anche a conclusione dell'intervento.

 

PianetaPSR numero 50 - febbraio 2016