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Green economy

Bioenergie? Sì grazie, ma sostenibili.

Il decreto legislativo rimodula gli incentivi e premia il ruolo dell'agricoltura.
Limiti al fotovoltaico, salvi gli impianti di biogas avviati prima del 2008

Il settore delle agroenergie rappresenta una delle sfide più importanti per la strategia di sviluppo dell'agroalimentare nazionale. Da un lato il comparto agroenergetico offre un contributo rilevante tale da consentire all'Italia di raggiungere gli obiettivi internazionali e comunitari di approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili. Dall'altro lato, con politiche coerenti, lo sviluppo di questo settore è in grado di generare rilevanti opportunità economiche per le imprese agricole e le filiere agroalimentari. Infatti con tali produzioni è possibile valorizzare i sottoprodotti della trasformazione, i residui delle produzioni agricole e degli allevamenti; e tutto ciò senza creare contrasti e competizione tra filiere alimentari e filiere energetiche. Anzi, con le agroenergie è possibile contribuire a risolvere problemi di natura ambientale legati allo smaltimento di sottoprodotti e biomasse agricole.
Il decreto, in attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009, definisce gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale, finanziario e giuridico, necessari per il raggiungimento dell'obiettivo nazionale fino al 2020: utilizzare una quota pari al 17% di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia.
Fotovoltaico. Il decreto stabilisce che l'accesso agli incentivi statali per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole è consentito solo per potenze nominali di impianto non superiore a 1 MW e per installazioni che non occupano più del 10% della superficie a disposizione del proponente. Questa disposizione esclude gli impianti che hanno conseguito il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del presente decreto o per i quali è stata presentata richiesta per il conseguimento del titolo entro il 1 gennaio 2011(a condizione che l'impianto entri in esercizio entro 1 anno). Il decreto prevede inoltre che il sistema di incentivazione degli impianti fotovoltaici sia ridefinito a partire dal 1 giugno 2011, avviando  nuove misure a supporto del settore florovivaistico valorizzando in tal modo impianti realizzati su serre, a condizione che queste consentano l'effettiva produzione agricola al loro interno. Questa norma è di grande importanza per la tutela del mondo agricolo in considerazione dell'elevato numero di autorizzazioni presentate nel corso del 2010, alla luce delle quali potrebbero essere installati impianti per una potenza totale pari a 3550 MW. Con tale provvedimento si intende favorire gli impianti di piccole dimensioni strettamente connessi con l'attività agricola che non pregiudicano l'utilizzo agricolo di elevate superfici, garantendo il mantenimento dell'originario utilizzo del suolo.
In tema di realizzazione di strutture, il decreto stabilisce che la costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili sono disciplinati secondo procedure amministrative semplificate e  accelerate (autorizzazione unica e procedura abilitativa semplificata) al fine di favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili e allo stesso tempo di coinvolgere Regioni e Province autonome.

 
Impianto biogas modulare
Impianto biogas modulare - foto tratta dal sito agricolturaonweb.imagelinenetwork.com
 

Biogas e biomasse. Nell'ambito della produzione di energia (elettrica) da biogas e biomasse, tale provvedimento conferma gli incentivi per il settore e ne garantisce il livello per tutto il periodo di durata di vita media degli impianti già in esercizio o che vi entreranno entro il 2012. In particolare per biogas, biomasse e bioliquidi sostenibili l'incentivo terrà conto della tracciabilità e della provenienza della materia prima, con l'obiettivo di promuovere:

  • la realizzazione di impianti da parte di imprenditori agricoli, di impianti alimentati a biomasse e biogas asserviti alle attività agricole e impianti previsti dai progetti di riconversione del settore bieticolo-saccarifero;
  • l'uso efficiente di rifiuti e sottoprodotti, di biogas da reflui zootecnici o da sottoprodotti dell'attività agricole, agroalimentari, agroindustriali, di allevamento e forestali, di prodotti ottenuti da coltivazioni dedicate non alimentari;
  • nonché biomasse e bioliquidi sostenibili e biogas da filiere corte (entro 70 km), contratti quadro e da intese di filiera.

In tale contesto viene risolta la problematica che riguarda gli impianti a biogas entrati in esercizio prima del 2008, i quali rischiano la chiusura a causa dell'incremento dei costi di gestione e per i quali sarà consentito l'accesso agli incentivi (prima negato dalle disposizioni vigenti).
 Dopo il 2012 l'entità degli incentivi verrà ridefinita con successivi provvedimenti che daranno priorità alla realizzazione di impianti da parte di imprenditori agricoli, all'efficienza energetica ed alla generazione diffusa (micro e minicogenerazione).
Biocarburanti. Il decreto costituisce il primo passo per l'introduzione della certificazione della sostenibilità dei biocarburanti utilizzati nei trasporti, garantendone in tal modo la provenienza e l'effettivo contributo all'abbattimento dalle emissioni climalteranti. Nello specifico, a decorrere dal 1 gennaio 2012 il contributo energetico  dei biocarburanti è maggiorato rispetto al contenuto energetico effettivo qualora siano prodotti in stabilimenti ubicati in Stati dell'Unione europea e utilizzino materia prima proveniente da coltivazioni effettuate nel territorio dei medesimi stati, acquisendo così il diritto ad un certificato di immissione in consumo a fronte di una immissione in consumo di biocarburanti pari a 9 Giga-calorie (anziché 10).
 
Annalisa Angeloni


 
 
 
 

PianetaPSR numero 1 - agosto 2011