I dati dell'export 2015 hanno confermato una tendenza in atto ormai da qualche anno: una lieve riduzione dei volumi esportati, dovuta alle difficoltà del segmento dello sfuso, contrapposta ad un nuovo record degli incassi arrivati a 5,4 miliardi di euro, in progressione del 5,4% rispetto all'anno precedente.
Questo il dato aggregato a livello nazionale
In questo articolo, approfondiremo in particolare come i diversi territori contribuiscono al successo nel mondo di questa eccellenza del made in Italy, analizzando i dati dell'export a livello delle singole regioni.
Prima di dare la parola ai numeri, è doverosa una breve precisazione metodologica. In termini quantitativi i dati regionali diffusi dall'Istat sono espressi solo in chili e non c'è, quindi, una perfetta coincidenza con il totale nazionale per il quale è possibile avere la declinazione in litri.
Il risultato non modifica nella sostanza il trend, salvo una piccola limatura: -1,5% il volume delle quantità esportate espresso in chilogrammi, -1,8% quello calcolato in litri.
Dall'analisi emerge un dato di carattere più strutturale, e cioè la concentrazione piuttosto importante dell'export sulle prime cinque regioni nel ranking che sono, nell'ordine: Veneto, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Da notare che non sempre si si tratta delle prime cinque regioni in termini di produzione, che ricordiamo sono, invece: Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia e Piemonte.
Incrociando i dati export/produzione, le grandi assenze nel gruppo di testa dell'export sono le regioni del Sud che a fronte di un contributo alla produzione molto significativo (Puglia e Sicilia coprono il 26% della produzione nazionale) in termini di quota di export scendono ad appena il 5% in volumi e il 4% a valore.
Questi numeri evidenziano una netta frattura, ancora, tra Nord e Sud. A fare la differenza è sicuramente la presenza nelle principali regioni esportatrici di importanti gruppi industriali, cooperative e non, che esportano anche vino che viene prodotto in altre regioni.
Testimone di questo fenomeno è la propensione all'export, data dal rapporto quantità esportata/quantità prodotta, che in alcune regioni è superiore al 100%. Vedi Piemonte e Trentino Alto Adige. Ci sono poi regioni come Veneto o Lombardia che, pur con un indicatore molto elevato, restano sotto il 100%.
Da tenere sempre in debita considerazione che l'Italia nel suo complesso negli ultimi cinque anni ha messo a segno una propensione all'export mediamente del 48%, superando in qualche occasione anche il 50%. Ma veniamo alla regione regina della viticoltura italiana, almeno secondo i numeri. Stiamo parlando del Veneto che, oltre al primato produttivo (19% in media degli ultimi quattro anni), guida anche la classifica delle regioni per volumi esportati e per relativo fatturato. Leader ormai indiscussa, nel 2015 si è accaparrata quote a volume e valore pari, rispettivamente, al 32 e 34 per cento sul totale nazionale.
Per valore delle esportazioni, seguono nell'ordine Piemonte, Toscana, Trentino ed Emilia Romagna.
Addentrandoci più nello specifico nel dato 2015 si evidenziano performance differenti tra le diverse regioni. Anche qui fa notizia il Veneto che, contrariamente alla dinamica nazionale, ha esportato il 4% in più in volume, per un incasso che ha superato del 10% quello dell'anno prima. Una performance sostenuta dalla continua corsa del segmento degli spsumanti. In effetti, le bollicine partite dal Veneto, con un buon carico di Prosecco, sono risultate il 30% in più sull'anno prima, mentre sul risultato finale ha pesato il -15% dei vini sfusi.
Da considerare che la quota di spumanti nel paniere delle esportazioni delle aziende venete è pari al 25% a volume, contro il 20% dello scorso anno. Il fenomeno appare ancor più in tutta la sua importanza se il confronto si fa con il 2010, quando il peso degli spumanti era appena del 9%
Sceso, invece, il peso dello sfuso passato in sei anni da una quota del 25% ad una pari al 15%.
Bilancio 2015 meno brillante, invece, per il Piemonte, che ha registrato una flessione sia in volume che in valore scontando sicuramente la non favorevole congiuntura dell'Asti. In lieve flessione anche l'export di confezionati (-5%).
Di tutto rispetto il risultato della Toscana: +8% a volume e +19% riferito al fatturato, mentre il Trentino Alto Adige, pur restando su terreno positivo, non va oltre il +1% a volume e +2% a valore.
Pesa molto il segmento dello sfuso nel -13% a volume dell'Emilia Romagna. Da sottolineare che questo segmento rappresenta il 73% del totale esportato dalla regione.
In assoluto la miglior performance sia a volume che a valore spetta alla Calabria, sebbene con volumi ancora molto limitati che, peraltro, con 12 mila ettolitri esportati nel 2015 recuperano la perdita dell'anno prima tornando sui livelli del 2013.
Dello stesso tenore, per certi versi, il commento che si può fare sulla maglia nera in termini di performance 2015: il Molise ha messo a segno la peggior performance del 2015 dimezzando i volumi esportati nel 2014. Anche qui comunque si tratta di quantitativi non particolarmente elevati in assoluto anche se rappresentano un buon volano per l'economia vinicola della regione.
Il risultato 2015 letto in modo positivo da tutti gli operatori in termini di valore, anche durante il Vinitaly appena concluso, deve comunque mettere tutti gli operatori di fronte ad un'evidenza: la partita dello sfuso è persa in termini di competitività a favore delle Spagna. A fare la differenza sarà la capacità di proporre vini confezionati che abbiano appeal sui mercati esteri.
La sfida lanciata a Verona è di quelle importanti ed anche piuttosto ardita: 7,5 miliardi di fatturato all'estero entro il 2020 ed i produttori sembrano averla raccolta con molto ottimismo.
Non ci resta che augurare al settore Buona fortuna.
Esportazioni regionali in volume - quintali*
2013 |
2014 |
2015 |
Var. % |
|
Veneto |
6.014.799 |
6.190.546 |
6.414.673 |
3,60% |
Emilia R. |
4.103.527 |
3.999.588 |
3.495.210 |
-12,60% |
Piemonte |
3.479.662 |
3.478.578 |
3.194.959 |
-8,20% |
Trent. A.A. |
1.972.961 |
1.967.244 |
1.991.801 |
1,20% |
Toscana |
1.409.751 |
1.405.515 |
1.520.981 |
8,20% |
Lombardia |
838.831 |
945.893 |
987.450 |
4,40% |
Puglia |
595.871 |
606.087 |
662.854 |
9,40% |
Abruzzo |
594.930 |
598.379 |
636.568 |
6,40% |
Sicilia |
398.580 |
380.018 |
374.143 |
-1,50% |
Friuli V.G. |
233.569 |
287.768 |
305.578 |
6,20% |
Lazio |
176.897 |
171.138 |
169.096 |
-1,20% |
Marche |
190.754 |
204.120 |
168.431 |
-17,50% |
Campania |
141.811 |
148.775 |
164.094 |
10,30% |
Umbria |
56.438 |
55.989 |
56.324 |
0,60% |
Sardegna |
54.841 |
50.719 |
48.630 |
-4,10% |
Liguria |
11.801 |
13.336 |
13.630 |
2,20% |
Calabria |
12.369 |
7.916 |
12.374 |
56,30% |
Molise |
29.058 |
25.751 |
12.134 |
-52,90% |
Basilicata |
4.014 |
3.843 |
4.166 |
8,40% |
V.d'Aosta |
1.884 |
1.463 |
1.290 |
-11,80% |
Italia |
20.323.748 |
20.542.664 |
20.234.385 |
-1,50% |
Esportazioni regionali in valore - migliaia di euro
2013 |
2014 |
2015 |
Var. % |
|
Veneto |
1.587.627 |
1.669.094 |
1.833.966 |
9,90% |
Piemonte |
969.344 |
984.821 |
964.794 |
-2,00% |
Toscana |
748.092 |
761.122 |
902.319 |
18,60% |
Trent. A.A. |
476.746 |
490.338 |
500.355 |
2,00% |
Emilia R. |
387.806 |
309.387 |
275.012 |
-11,10% |
Lombardia |
270.179 |
267.718 |
255.290 |
-4,60% |
Abruzzo |
120.913 |
130.893 |
140.295 |
7,20% |
Puglia |
95.457 |
95.332 |
101.508 |
6,50% |
Sicilia |
98.805 |
98.192 |
101.331 |
3,20% |
Friuli V.G. |
76.188 |
91.445 |
100.729 |
10,20% |
Lazio |
47.587 |
48.143 |
49.132 |
2,10% |
Marche |
50.917 |
51.125 |
47.465 |
-7,20% |
Campania |
36.456 |
39.725 |
42.852 |
7,90% |
Umbria |
27.245 |
28.486 |
29.951 |
5,10% |
Sardegna |
23.356 |
23.602 |
22.389 |
-5,10% |
Liguria |
9.272 |
9.305 |
10.239 |
10,00% |
Calabria |
5.244 |
3.492 |
4.730 |
35,50% |
Molise |
4.871 |
4.710 |
2.835 |
-39,80% |
Basilicata |
2.362 |
2.192 |
2.607 |
18,90% |
V.d'Aosta |
1.818 |
1.419 |
1.178 |
-17,00% |
Italia |
5.040.969 |
5.110.540 |
5.388.977 |
5,40% |
Tiziana Sarnari
t.sarnari@ismea.it
PianetaPSR numero 52 - aprile 2016