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Psr, un primo tagliando da 265 milioni di euro

Nel trimestre gennaio-marzo investimenti e biologico le misure più utilizzate, ma le Regioni viaggiano a due velocità - La clausola di flessibilità concessa dalla Ue dà più spazio anche al Feasr

L'intesa appena raggiunta con la Commissione Europea sulla clausola di flessibilità per gli investimenti consente di tenere fuori dal calcolo dell'indebitamento le spese di cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali europei previste per il 2016 e finanziare così ulteriori progetti inseriti nella legge di stabilità per un importo equivalente.
La flessibilità ottenuta dall'Italia per gli investimenti è pari allo 0,25% del Pil e si quantifica in circa 4 miliardi di euro; tuttavia - è necessario ribadirlo - questi dovranno essere spesa effettiva, quindi di cassa, e non semplici impegni assunti dalle amministrazioni pubbliche.
Pertanto, un miglioramento dell'efficienza della spesa dei fondi strutturali - compreso il FEASR - avrà l'effetto positivo di liberare risorse per ulteriori interventi innescando un circolo virtuoso di investimenti pubblici che in questi anni, statistiche alla mano, si sono ridotti di oltre il 50%.
E' dunque quanto mai necessario proseguire nell'esame costante della spesa del FEASR 2014-2020 e verificarne periodicamente lo scostamento dalle previsioni e dal rispettivo cronoprogramma.
Dopo questa importante premessa generale, entriamo ora nel dettaglio dei dati finanziari per il nostro settore, analizzando i primi dati della spesa dei nuovi Psr.
Con il primo trimestre del 2016 l'attuazione delle politiche di sviluppo rurale comincia, di fatto, a compiere i suoi primi passi. L'opportunità offerta dai PSR prosegue senza brusche interruzioni grazie all'ampio overbooking di spesa con il quale si è riusciti a chiudere la precedente programmazione. Un'eredità importante, che ha già dato i suoi frutti nell'ultimo trimestre del 2015 e prosegue nel corso di quest'anno.
I dati relativi all'andamento della spesa del trimestre gennaio-marzo 2016 mostrano tuttavia una partenza a due velocità: l'ottima governance amministrativa già dimostrata in passato si riflette in un buon avvio di programmazione. Dall'altro lato, la spesa di alcune regioni resta ancora al palo con avanzamento pressoché nullo. L'innegabile aumento della complessità della nuova struttura dei PSR 2014-2020, combinata con le difficoltà amministrative mai superate della precedente programmazione, stanno purtroppo innescando una serie di ritardi che sarà sempre più  difficile recuperare se non ci si attrezza per tempo. A risollevare la situazione potrebbe dare un importante contributo anche la proroga al 15 giugno appena concessa dall'Unione europea dei termini per la presentazione della domande relative alle misure a superficie e connesse agli animali (D.M. 3205 del 14-05-2016) che avrà sicuramente un effetto di stimolo sulla spesa nel secondo semestre dell'anno.

 

I dati della prima trimestrale di spesa mostrano che 14 regioni hanno già hanno rendicontato spese per 129 milioni di euro (pari a 65 milioni di quota comunitaria). Ai primi posti in termini di pagamenti troviamo Calabria (30,8 meuro), Lombardia (20,5 meuro), Sicilia (19,3 meuro) e Toscana (16,4 meuro): molti progetti avviati nella passata programmazione stanno così trovando il loro naturale completamento con il nuovo budget dei PSR 2014-2020.
Da inizio programmazione sono stati spesi complessivamente 265 milioni di euro, pari a 124 meuro di quota FEASR ai quali è necessario aggiungere il prefinanziamento del 1% annuo (per i primi tre anni di spesa) pari a 313 meuro che rappresenta il volano di spesa essenziale nei primi anni.
Il dato dei pagamenti disaggregato per misura conferma l'effetto positivo delle spese in transizione concentrate, questa volta, sulla misura destinata al finanziamento degli investimenti materiali (M4).
Infatti, mente nell'ultimo trimestre 2015 la principale spesa riguardava i pagamenti agroambientali (M10) ora la misura sugli interventi per immobilizzazioni materiali registra una spesa di 23,5 meuro di sola quota FEASR, chiaro segnale di pagamento dei saldi per molti interventi iniziati nella scorsa programmazione.
In questo primo trimestre ha fatto da traino anche la misura che riguarda i contributi per il settore biologico (M11) con 12,3 meuro di quota comunitaria dichiarata; seguono la misura per gli investimenti forestali (M8) pari a 9,5 meuro e la misura sull'indennità compensativa (M13) con circa 4 meuro.

La spesa FEASR 2016 per misura


In sostanza, dai dati esaminati emerge una spesa in costante crescita, nonostante le due velocità riscontrate tra le diverse regioni; il prossimo trimestre dovrebbe, quindi, non disattendere le aspettative e  se, come è ragionevole ritenere, molte regioni apriranno in questi giorni gli attesi bandi, ci sarà un effettivo raddoppio dei volumi di spesa.
In conclusione, il sistema Italia ha di fronte a sè il secondo budget europeo in termini di risorse stanziate dall'unione europea per lo sviluppo rurale: è necessario fin da subito iniziare con buone performance di spesa, favorendo la selezione dei progetti ad alto valore aggiunto ed evitando di disperdere risorse a causa della fretta amministrativa e contabile dovuta al rischio disimpegno del 2017.

La spesa 2016 per Regione

 
 
 

Luigi Ottaviani
l.Ottaviani@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 53- maggio 2016