PianetaPSR
DIGITAL DIVIDE

Banda larga, dai Psr una dote di 558 milioni

Così i fondi Feasr contribuiscono a finanziare la grande scommessa sulla connessione veloce e ultraveloce al servizio dello sviluppo delle aree rurali - Le scelte delle Regioni sulle 4 misure attivate

Confronto dell'incremento della velocità media di connessione (in kbps

Il quadro esistente
La disponibilità di connessioni veloci (Banda Larga - copertura tramite rete fissa e mobile con velocità >=2Mbit/s) ed ultraveloci (Banda Ultralarga (BUL) - velocità >=30Mbit/s) per le aree rurali costituisce un elemento determinante per lo sviluppo di numerosi benefici che riguardano l'accesso alle informazioni, l'utilizzo di piattaforme digitali per servizi alle amministrazioni ed alla popolazione, il commercio, la promozione e l'interazione con potenziali visitatori e consumatori.
Tuttavia, nella realtà esiste un chiaro divario (il cosiddetto digital divide) tra aree urbane e rurali in termini di accesso alla rete ad alta velocità che pervade tutti i paesi europei, con l'Italia che occupa l'ultimo posto quando si parla di reti di nuova generazione in aree rurali (Next Generation Access) (European Union, 2016).
Le motivazioni del divario risiedono nella bassa densità di popolazione nelle aree rurali e, conseguentemente, nel ridotto livello della domanda, nelle difficoltà di infrastrutturazione e nei relativi costi elevati; tutti elementi che rendono poco appetibili per gli operatori commerciali gli investimenti.
Oggi, la risposta dell'Europa mira a colmare il digital divide con strategie mirate, in cui la diffusione della banda larga costituisce una priorità. Alcuni esempi sono L'Agenda Digitale per l'Europa ed il Mercato Unico Digitale (European Commission, 2014).
In questo contesto, la Commissione ha indirizzato fino al 2020 circa 21,4 miliardi di euro per le Tecnologie di informazione e comunicazione, di cui 6,4 miliardi verranno veicolati con i fondi FEASR e FESR che supporteranno i piani di investimento nazionali, regionali e locali di ogni paese (European Union, 2016).
L'Italia ha avviato iniziative volte a ridurre le criticità legate all'accesso alle reti a banda larga dal 2009 con il Piano nazionale banda larga, seguito dal Progetto strategico banda ultralarga del 2013, al quale hanno aderito alcune regioni, fino alla recente Strategia per la banda ultralarga e crescita digitale  varata dal Consiglio di Ministri nel 2015.
L'Italia presenta comunque, ad oggi, una velocità media di connessione alle reti inferiore a quella di altri paesi sviluppati (Figura 1, Akamai, 2016). Secondo i dati del 31/12/2014 di Infratel Italia SpA, la controllata del Ministero dello Sviluppo Economico che gestisce il processo di infrastrutturazione a livello nazionale, la popolazione in digital divide che non ha ancora raggiunto la connessione a 2Mbit/s ammonta al 3,1%; la soglia di velocità superiore a 30 Mbit/s è stata invece raggiunta per il 26,4% (Infratel Italia SpA, 2016).

 

Lettura dei dati finanziari PSR
Le risorse per la banda ultralarga nei PSR riguardano la focus area 6c, indirizzata alla promozione, uso e qualità delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle aree rurali. In Italia, le Regioni hanno indirizzato quattro misure all'obiettivo BUL: Trasferimento delle conoscenze ed azioni di informazione (M1); Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole (M2); Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (M7) e Cooperazione (M16).

Il totale del finanziamento del FEASR di tutte le regioni supera i 558 milioni di euro ed è articolato nelle quattro misure, con una predominanza della M7 (98% ca.) su tutte le altre. A livello regionale l'articolazione nelle quattro misure varia, permane tuttavia la dominanza sulla M7, mentre la distribuzione del finanziamento su più misure si ha solo per 11 regioni (Figura 3). Il finanziamento medio regionale è di circa 27 Milioni di eEuro, otto regioni superano tale soglia capitanate dall'Emilia Romagna con il valore più alto in termini assoluti (Figura 4); tali regioni assorbono il 64% dell'intero finanziamento nazionale.
Alcune regioni riservano parte delle risorse per la Banda ultralarga alla strategia per le aree interne, aree che registrano i principali livelli di ritardo in termini di infrastrutturazione e di nodi di accesso.

 

Ripartizione del finanziamento per regione  nelle 4 misure collegate alla Focus area 6c.


Finanziamento complessivo per la Focus area 6c per regione (PSR 2014-2020)


 

Strategie della RRN
Il CREA- Centro Politiche e Bioeconomia, attraverso la Rurale Nazionale 2014-2020, ha avviato un progetto per il monitoraggio della banda larga nelle aree rurali con l'obiettivo di ricostruire il quadro degli interventi realizzati e da realizzare, nelle diverse regioni, al fine di impostare attività di supporto alle Autorità di Gestione dei PSR, promuovendo l'interazione e la discussione tra le amministrazioni sulle potenzialità e sulle esigenze dei diversi soggetti che potranno trarre benefici dalla nuova infrastrutturazione. In particolare, saranno realizzati anche studi ed approfondimenti su nuovi servizi che potranno essere abilitati sia per l'agricoltura che per le amministrazioni e la popolazione nelle aree rurali.

Flavio Lupia 
flavio.lupia@crea.gov.it
Guido Bonati
guido.bonati@crea.gov.it

 
 
 
Riferimenti
*    Akamai, 2016. Average connection speed. In: https://www.akamai.com/us/en/our-thinking/state-of-the-internet-report/state-of-the-internet-connectivity-visualization.jsp
*    European Union, 2016. Rural responses to challenges in Europe. EU rural review no 21. ISSN 1831-5321
*    European Union, 2014. Digital agenda for Europe. ISBN 978-92-79-41904-1. In: http://europa.eu/pol/pdf/flipbook/en/digital_agenda_en.pdf
*    Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2014. Strategia per la banda ultralarga e crescita digitale. In: http://www.agid.gov.it/sites/default/files/documenti_indirizzo/strategia_bul_nov._2014.pdf
*    Infratel Italia SpA, 2016. http://www.infratelitalia.it/cosa-facciamo/
 
 
 

PianetaPSR numero 54 giugno 2016