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QUALITA'

Dop e Igp, arriva il vademecum per i banconisti

Doppia iniziativa di Ismea e Aicig: 4 dispense per i Consorzi di tutela - dalla normativa internazionale al glossario della comunicazione - e "istruzioni per l'uso" per gli operatori esteri, dal taglio alla conservazione
"La copertina del quaderno realizzato da Ismea-Aicig che illustra le caratteristiche del prodotto IG a beneficio degli operatori esteri"

Una serie di dispense informative, dirette ai Consorzi di tutela delle Indicazioni geografiche, e dei veri e propri "quaderni" di accompagnamento in lingua inglese, rivolti agli operatori del mercato agroalimentare esteri, finalizzati a una maggior consapevolezza delle caratteristiche dei prodotti DOP e IGP italiani e contenenti una serie di accorgimenti - dalle modalità di taglio della forma di formaggio e del disosso del prosciutto a quelle di conservazione - orientati al massimo rendimento per il consumatore delle nostre Indicazioni geografiche che varcano i confini nazionali.
E' questa l'iniziativa realizzata da Ismea in collaborazione con AICIG nell'ambito del "Programma nazionale per l'implementazione dei sistemi di qualità certificati e per l'introduzione di processi d'innovazione dell'informazione" che viaggia in perfetta sintonia con la linea progettuale delle attività delineate da Ismea nella Rete Rurale Nazionale: un tema, quello delle IG, a cui anche le politiche di sviluppo rurale regionali  - in un contesto di coerenza con le traiettorie di sviluppo della politica nazionale - guardano con attenzione, e per il quale è necessario affidarsi a chi ha acquisito negli anni una esperienza sul campo a riguardo.
 
Il ruolo dei Consorzi di tutela delle Indicazioni geografiche in Italia è delineato dalla legge 21 dicembre 1999, n.526 che attribuisce loro le funzioni di tutela, di promozione, di valorizzazione, di informazione del consumatore e di cura generale degli interessi relativi alle denominazioni registrate.
Oggi i numeri del settore delle IG in Italia sono, come noto, di grande rilievo: il 56% della superficie agricola investita; 13,4 miliardi di euro di valore alla produzione; il peso delle DOP e IGP sul fatturato dell'industria agroalimentare è del 10%; un valore all' export di 7,1 miliardi e un peso sull'export agroalimentare del 21%. Se l'Italia, leader indiscussa delle IG, mostra delle debolezze, non è certo nei numeri ma casomai in asimmetrie geografiche (con il Sud Italia che insegue il Nord dal punto di vista dell'impatto economico dei prodotti IG sul territorio) e frammentazioni che rendono poco incisivi sul mercato alcuni prodotti meno conosciuti.  
Dall'importanza del settore delle IG si deduce come tutte le iniziative che possano contribuire al miglioramento della comunicazione agli stakeholder o B2B e alla crescita, sia organizzativa che dimensionale, di nuovi consorzi, siano assolutamente strategiche. Scendendo nel particolare, gli "opuscoli" dedicati ai Consorzi di tutela sono 4: "Attività di tutela", "Attività e cura generale delle IG"; "Incarico Consorzio" e "Riconoscimento IG". Nel primo, "Attività di tutela", i temi spaziano dalle modalità di riconoscimento ministeriale dei Consorzi alla descrizione delle caratteristiche e funzioni di un "agente vigilatore", con relativo Albo nazionale.  Importante il capitolo riservato alla tutela sul web, dove si descrivono le attività di monitoraggio condotte attualmente da Aicig e finalizzate alla rimozione delle irregolarità.

Il secondo opuscolo, "Attività e cura generale delle IG", è incentrato sulle attività di promozione e comunicazione: distinguere fra strumenti di comunicazione "above the line" e "below the line" e conoscere la terminologia di una bodycopy per costruire un messaggio pubblicitario è determinante ai fini di una efficace comunicazione sul mercato italiano ed estero. Un importante capitolo è riservato ai programmi pubblici - nazionali e comunitari - di supporto alle azioni di informazione e promozione.

Il terzo opuscolo, "Incarico Consorzio", elenca i requisiti per l'attribuzione dell'incarico ai consorzi di tutela, nonché i contenuti obbligatori degli Statuti. Altre informazioni riguardano le modalità di verifica a parte del Mipaaf della sussistenza dei requisiti operativi del Consorzio e la procedura di sospensione o revoca.

Il quarto opuscolo, "Riconoscimento IG", contiene tutte le informazioni sulla domanda di riconoscimento delle DOP e IGP: a chi inoltrarla, contenuti (fattore di identificazione, origine storica nella zone geografica, ecc.) della domanda, e contenuti specifici del disciplinare (nome, descrizione, elementi che comprovano l'origine, descrizione del metodo di ottenimento del prodotto, ecc.).

Ma, alla fine della filiera, c'è la commercializzazione del prodotto. E così nasce una sorta di "vademecum" per gli operatori esteri della GDO: perché il prodotto sia salvaguardato bisogna conoscere la contraffazione e l'"italian sounding" (i vari e fantasiosi "Wisconsin Asiago", "Daniele Prosciutto and Company" e "Tinboonzola"), e poi occorre distinguere bene le modalità e i tempi di consumo di formaggi freschi, a breve media o lunga stagionatura. Se poi un prosciutto di Parma viene tagliato spesso come una bistecca è evidente come si vada a perdere gran parte del valore aggiunto del prodotto di qualità: dove cominciare a tagliarlo, quale parte eliminare e come esporlo nel banco del fresco, sono l'ABC per presentare il prodotto a IG originale al consumatore e aiutare a riconoscerlo.

Una doppia iniziativa, dunque, mirata a supportare l'informazione e i suoi flussi all'interno della filiera e la comunicazione dell'immagine valoriale della denominazione specifica al consumatore straniero, facile vittima di inganni e frodi: in questo caso l'informazione e la comunicazione sono rivolte ad un target specifico, per migliorare i flussi informativi.

 
 
 
 

Andrea Festuccia
festuccia1@gmail.com

 
 
 

PianetaPSR numero 54 - giugno  2016