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ANALISI SUL CAMPO

L'Ocse fa gli esami alla governance locale

Progetto in collaborazione con Inea su un campione di sei province per verificare la capacità di fare sinergie tra lo Sviluppo rurale e le altre politiche attuate nei diversi territori
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I soggetti locali hanno un quadro chiaro ed intellegibile delle opportunità esistenti a livello sub-regionale e accedono facilmente ai diversi sistemi di finanziamento?  Esiste un buon coordinamento tra amministrazioni? Come migliorare l'integrazione tra politica regionale e politica di sviluppo rurale?
L'indagine che l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (OCSE) sta portando avanti insieme all'Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea) proverà a rispondere a queste domande, cercando di comprendere come i soggetti istituzionali e privati si organizzano per sfruttare al meglio sinergie e complementarietà delle politiche attuate  nei diversi territori.
Tale iniziativa trae la propria origine dallo studio che l'OCSE ha svolto in Italia nel biennio 2008-2009 sulle problematiche delle aree rurali, sulla loro più recente evoluzione e sulle politiche che interessano i diversi aspetti dello sviluppo rurale (agricoltura, industria alimentare, servizi alla popolazione, infrastrutture, sanità, formazione...). Dal rapporto sull'efficacia delle politiche di sviluppo rurale italiane, predisposto a seguito di tale studio, si evidenzia infatti una certa complessità del quadro programmatorio e giuridico che caratterizza gli interventi per le aree rurali in Italia, a causa della sovrapposizione  di interventi nazionali (promossi da diverse amministrazioni pubbliche) e regionali, interventi che non riguardano solo il settore agricolo, ma anche la sanità, i trasporti, l'energia, la formazione e l'istruzione.  Vi è di conseguenza la  necessità di raggiungere una maggiore comprensione delle  capacità del "sistema Italia" e dei suoi diversi modelli di governance di sfruttare le opportunità offerte dalle varie politiche.
Questa esigenza è apparsa oltremodo attuale in un momento di crescente attenzione verso gli enti locali sub-regionali e di valutazione della loro capacità di combinare le diverse risorse finanziarie pubbliche e private.
Proprio sulla base di queste  indicazioni l'indagine,   finanziata dal Mipaaf  in attuazione del protocollo d'intesa con l'Unione delle Province Italiane (UPI), sarà incentrata sulla valutazione delle politiche in termini di efficacia, efficienza e integrazione, con  l'obiettivo di dare maggiore attenzione e visibilità alle realtà locali (province, comuni, comunità montane) e alle esperienze positive che queste realtà hanno realizzato con i fondi comunitari.
A fronte della complessità del quadro delle politiche in atto, l'esperienza di questi ultimi anni ha messo in evidenza come i soggetti locali, in particolare  province, comuni, comunità montane e enti parco, abbiano cercato di integrare le differenti fonti di finanziamento, con risultati in qualche caso interessanti, che dimostrano come una forte capacità progettuale e relazionale a livello locale possa giocare un ruolo decisivo, condizionando il successo stesso  delle politiche.
Per questa ragione, sono stati individuati sei casi studio (Province di Parma, Belluno, Ancona, Grosseto, Catania e Benevento), identificati sulla base di specifici criteri, che oltre alla rappresentatività geografica, tengono in considerazione alcuni aspetti:
- la progettualità locale, intesa anche come  capacità di  varare iniziative in grado di coinvolgere contemporaneamente più settori d'intervento (es. competitività, ambiente, turismo, identità locale) e di includere  le nuove sfide lanciate dall'Health Check (cambiamenti climatici, gestione delle risorse idriche, energie rinnovabili, ristrutturazione del settore lattiero-caseario, banda larga);
- la presenza di  forti elementi di dinamismo istituzionale ed economico, tali da consentire di superare la perifericità dell'area rispetto al contesto regionale;
- l'esigenza di comparare realtà diverse  tra loro per risorse utilizzate (fondi comunitari, nazionali, regionali e locali), livello di sviluppo e interazione  urbano-rurale.
Proprio in considerazione di quest'ultimo punto,  sono state scelte 3 province con  sviluppo diffuso, presenza di medie e piccole imprese industriali, agricoltura orientata verso la qualità e forti interazioni tra urbano e rurale e 3   province caratterizzate da forte ruralità e  minore sviluppo extra agricolo.
Dal punto di vista metodologico, l'indagine si baserà su una serie di interviste effettuate  a livello locale con testimoni qualificati, tra cui rappresentanti delle istituzioni locali, delle organizzazioni di categoria e di altri operatori privati.  Alla prima fase di ricognizione sulle politiche comunitarie, nazionali e regionali attuate nel contesto provinciale, nonché sugli obiettivi e le strategie di intervento (es. modalità di coinvolgimento del partenariato locale) così come emergono dai documenti di programmazione, si passerà alla  verifica  sul campo dei processi di programmazione e gestione dei programmi di intervento, attraverso specifici focus group e/o interviste individuali agli stakeholders locali. Sebbene l'unità di indagine sia rappresentata dalla provincia, il focus dello studio sarà incentrato sulle relazioni della stessa  con i diversi  attori locali coinvolti nella programmazione e gestione delle politiche.

Paola Lionetti

 
 
 
 

PianetaPSR numero 2 - settembre 2011