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Enti Locali

Enti locali, il ruolo chiave degli investimenti pubblici cofinanziati dallo sviluppo rurale per le infrastrutture

Il 6 dicembre si è tenuto a Genova l'ultimo incontro dei workshop territoriali organizzati dal Crea e dalla Fondazione IFEL nell'ambito della scheda "Enti locali e PSR".

Nel complesso panorama delle aree rurali italiane la presenza di un buon sistema infrastrutturale contribuisce in larga misura a contrastare i fenomeni di spopolamento e a favorire lo sviluppo economico e sociale dei territori. Un ruolo di primo piano in questa partita è svolto dai Comuni (soprattutto a seguito dell'eliminazione degli organismi intermedi) che possono accedere ai finanziamenti delle politiche di sviluppo rurale destinati alla creazione e/o miglioramento delle infrastrutture.

Con la scheda 18.3 "Enti Locali e PSR" del Piano di Attività della Rete Rurale Nazionale si mira, pertanto, a potenziare l'impatto delle misure dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) destinate ai Comuni individuandone criticità e debolezze. È con questo obiettivo che si è svolto a Genova, lo scorso 6 Dicembre, l'ultimo incontro del ciclo di workshop territoriali previsti all'interno della suddetta scheda progettuale.

L'evento è stato organizzato con il supporto della Fondazione IFEL, dell'Autorità di Gestione del PSR Liguria (Riccardo Jannone) e dell'ANCI Liguria (Pierluigi Vinai) per meglio rispondere alle necessità informative del territorio ligure. La prima parte della giornata, infatti, è stata dedicata all'inquadramento della questione PSR ed Enti locali, allo scopo di fornire indicazioni sulle opportunità previste all'interno del PSR Liguria e sulle criticità specifiche di quest'area. Per questo motivo sono stati chiamati ad intervenire sul tema le cariche istituzionali più rappresentative del territorio: ha infatti introdotto i lavori l'Assessore regionale all'Agricoltura, Stefano Mai, che ha ribadito l'importanza di creare iniziative di confronto, come quella del workshop in questione, per consentire ai Comuni di superare l'isolamento con cui spesso operano e migliorare la rilevazione dei loro fabbisogni ai fini di una programmazione sempre più rispondente alle urgenze dei piccoli comuni rurali. Successivamente Riccardo Jannone, Autorità di Gestione del PSR Liguria, ha illustrato una panoramica delle risorse messe a disposizione dei Comuni dalla Regione per lo sviluppo rurale, presentando la rilevazione dello stato di avanzamento finanziario delle misure al 2017 e le finestre di finanziamento programmate per il 2018. Per consentire ai partecipanti di avere un termine di paragone, inoltre, è stato invitato ad intervenire il dott. Mauro Fini, AdG dell'Emilia-Romagna. Questi ha raccontato l'esperienza di un tessuto economico profondamente diverso, in cui la forte presenza del privato ha inevitabilmente condizionato la stesura del PSR, orientata a favorire gli imprenditori agricoli.  Agli Enti pubblici è stata riservata la possibilità di intervenire nell'ambito socio-sanitario, finanziando loro - in sinergia con le ASP - la costruzione di case della salute nei territori più interni. A dare voce alle realtà locali, invece, sono intervenuti alcuni rappresentanti dell'Anci Liguria: il dott. Pierluigi Vinai ed Enrico Piccardo, direttore e vice-direttore dell'associazione e il dott. Pierangelo Oliviero, rappresentante del Tavolo di confronto regionale per il settore forestale. Il loro punto di vista ha consentito di porre l'attenzione sulle specificità dei Comuni liguri e di sottolineare elementi di forza e di debolezza di un territorio prevalentemente boscoso.  

Dagli interventi dei relatori si è evinto che i Comuni liguri sono beneficiari (diretti e indiretti) di più di 91 Meuro, prevalentemente destinati alla tutela e salvaguardia del patrimonio agricolo- forestale. La misura che raccoglie il maggior numero di risorse è la 8.3 "Prevenzione danni da calamità naturali (foreste)", anche se è la 8.5 "Miglioramento ambientale delle foreste" la misura che ha riscosso più successo, esaurendo immediatamente tutto il budget messo a bando.

Ciò si motiva con la massiccia presenza, in questa Regione, dei "piccoli comuni" (che costituiscono il 74% del totale): si tratta di una realtà della quale le istituzioni devono prendere atto, con fenomeni di spopolamento in aumento che causano l'abbandono della cura del territorio, con forti conseguenze sulla tenuta - sociale, economica e ambientale - degli stessi. e Il progressivo spopolamento dei Comuni montani e l'abbandono dei terreni agricoli sono, infatti, eventi molto frequenti in Liguria e i dissesti idro-geologici degli ultimi dieci anni hanno dimostrato che le conseguenze di questi fenomeni si ripercuotono a valle. I piccoli comuni, quindi, svolgono una funzione molto importante nel presidio del territorio e sarebbe auspicabile incentivare la permanenza della popolazione che sceglie di vivere in queste aree svantaggiate attraverso meccanismi di premialità. 

La Relazione Speciale della Corte dei Conti Europea "I Finanziamenti dell'UE per le infrastrutture rurali: il rapporto costi-benefici può essere significativamente migliorato" viene utilizzata, nel corso della mattinata, per introdurre la discussione sulle criticità: molte delle osservazioni dell'audit dell'organismo europeo vengono infatti condivise dalla platea. Tra le problematiche più diffuse relativamente all'accesso ai finanziamenti e l'attuazione degli interventi nei Comuni, emergono in primo luogo la tempistica (dell'iter amministrativo-procedurale e di realizzazione) e la scarsità di risorse. Una soluzione a queste debolezze viene suggerita dall'AdG dell'Emilia Romagna: le procedure di attuazione previste dalla Regione, infatti, prevedono un tempo massimo di 18 mesi per la realizzazione dell'intervento (tra progettazione e esecuzione dell'opera finanziata) delegando ai beneficiari la gestione temporale delle fasi di attuazione. Inoltre, la definizione di criteri molto dettagliati per la selezione dei progetti ammissibili ha consentito alla Regione di finanziare tutte le istanze presentate sulle misure messe a bando. All'osservazione sollevata dalla Corte dei Conti Europea sulla necessità di ridurre il tasso di errore la risposta delle due AdG è diversa: il dott. Jannone, infatti, sottolinea come la raccomandazione in oggetto abbia portato a complicare ulteriormente il processo di istruttoria delle domande, a dispetto della tanto auspicata semplificazione. La proposta del dott. Fini, a tal proposito, è la condivisione di una check-list di autovalutazione molto dettagliata per i beneficiari dei finanziamenti. Relativamente alla mancanza di risorse da parte degli Enti locali, invece, ha suscitato dibattito fra i presenti, la scelta degli emiliani di non erogare anticipazioni sui finanziamenti approvati e la rigidità del vincolo di destinazione d'uso delle opere realizzate.

Oltre alle già note criticità riguardanti la complessità della normativa di riferimento (es. codice degli appalti pubblici), con la quale le piccole realtà comunali si trovano a confrontarsi, è emerso che la maggiore debolezza di queste aree è la mancanza dello spirito di collaborazione. L'invito all'associazionismo promosso dalla Regione, pertanto, si scontra con il forte isolamento che caratterizza questi Comuni, costringendoli molto spesso a rinunciare alle opportunità previste dai finanziamenti comunitari per la carenza di risorse. La scarsità di personale dedicato e il budget limitato, infatti, potrebbero essere arginati con una programmazione e gestione degli interventi condivisa, allo scopo di operare economie di scala e ottimizzare l'utilizzo delle risorse a disposizione. Inoltre, viene sottolineato come la collaborazione tra Comuni consentirebbe anche di favorire lo scambio e la diffusione di buone pratiche. 

La seconda parte della giornata di lavoro è stata dedicata all'approfondimento delle problematiche legate alla tutela del territorio e prevenzione del dissesto idrogeologico da un lato, e la co-progettazione, dall'altro. I partecipanti all'incontro si sono quindi divisi in due sessioni parallele, nel corso delle quali si è cercato, non solo, di esaminare le criticità delle misure per i Comuni destinate a questi obiettivi, ma anche di rilevare i fabbisogni rimasti inascoltati dalla programmazione regionale. Non sempre, infatti, le misure dei PSR corrispondono alle reali esigenze dei territori: è il caso, ad esempio, di alcuni Comuni che denunciano l'impossibilità di usufruire dei finanziamenti PSR per la manutenzione delle vie interpoderali esistenti (dal momento che le misure prevedono unicamente la creazione di strade ex-novo).

Dal confronto tra gli stakeholder presenti all'evento è quindi emerso che un maggiore coinvolgimento dei Comuni nei processi decisionali, una procedura negoziata nella definizione dei bandi nonché nella definizione dei criteri di selezione contribuirebbe ad un utilizzo più efficace ed efficiente delle risorse ad essi dedicate. Inoltre, le specificità della regione ligure rendono evidente, più che altrove, l'urgenza di una gestione attiva del territorio, in cui ai piccoli comuni venga riconosciuto il ruolo di rilievo svolto nel presidio delle proprie terre. Tuttavia, risulta altrettanto chiaro che per superare le difficoltà del sovraccarico di responsabilità e la scarsità di risorse delle piccole realtà comunali è necessario promuovere la collaborazione tra Comuni, la gestione associata dei servizi e, in alcuni casi, la formalizzazione di queste associazioni in Unioni.

 
 

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Annalisa Del Prete
CREA PB

 
 

PianetaPSR numero 67 dicembre 2017