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Rural4Università, da iniziativa pilota a "potenziale infrastruttura"

Esperienze, testimonianze, dibattiti, idee ed emozioni nel workshop conclusivo dell'iniziativa pilota della Rete Rurale Nazionale che mette in connessione istituzioni, università e mondo agricolo. Al centro dell'incontro il tema "Sviluppo rurale, agricoltura biologica e diversificazione".

Competenze diversificate, creatività, passione e spirito collaborativo sono i tratti distintivi dell'iniziativa Rural4Università, realizzata in collaborazione con il partenariato istituzionale che ha coinvolto 17 atenei d'Italia, offrendo un percorso formativo articolato in quattro fasi: 1) formazione online, 2) esperienza sul campo, 3) esercitazioni pratiche e 4) seminari-laboratorio per l'utilizzo del Business Plan Online (BPOL).
Il workshop conclusivo di Rural4Università (R4U), iniziativa pilota della Rete rurale sul tema "Sviluppo rurale, agricoltura biologica e diversificazione", si è svolto il 12 Dicembre 2017 presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - Parlamentino delle Foreste, Roma.
A rompere virtualmente il "ghiaccio" è stato Paolo Ammassari, dirigente della DISR II del Mipaaf, spiegando come l'iniziativa rifletta una delle "mission" della Rete rurale, ossia investire nella comunicazione e nella diffusione di informazioni, anche attraverso strumenti innovativi.
A raccontare le tappe del progetto è stato il video realizzato dal gruppo di lavoro, con lo scopo di dare risalto alle realizzazioni concrete: corso e-learning "sviluppo rurale, agricoltura biologica e diversificazione", Summer School RuralCAMP, applicativo web BPOL. La narrazione per immagini ha avuto anche la finalità di far conoscere le buone pratiche oggetto dell'esperienza sul campo, che è possibile approfondire nella study visit gallery del portale Rural4Learning, grazie al lavoro degli studenti del RuralCAMP (http://www.rural4learning.it/site/blocks/r4l_course_gallery/gallery_study.php).
Cinque le chiavi strategiche, punto di partenza per le Regioni che intendono replicare il modello Rural4Università attraverso i Psr:

In particolare, le finalità del progetto, i contenuti del percorso formativo, i criteri seguiti nella scelta delle aziende RuralCAMP devono essere tesi a promuovere la cultura della sostenibilità. L'iniziativa, inoltre, deve prevedere il coinvolgimento di competenze diversificate sia sul piano scientifico (diverse competenze degli atenei coinvolti) sia nell'ambito del sistema produttivo, e adottare approcci di tipo diverso per trasferire le conoscenze (multidisciplinarità e multi-approccio). R4L deve essere tesa anche a favorire le relazioni tra giovani studenti, giovani imprenditori, operatori biologici e stakeholder; creare una community di docenti e studenti Rural4Università e parallelamente implementare una banca-dati delle aziende Rural4Università; avviare la cooperazione con reti rurali di altri Stati membri (strategia partecipata e integrata). Di fondamentale importanza è la promozione dell'iniziativa, per aumentare la sensibilità di istituzioni, stakeholder e società civile sui temi dell'agricoltura biologica (aspetti produttivi, normativa, mercati, distribuzione, politiche, sostenibilità, ecc.), nonché del territorio, oltre a creare interesse intorno all'azienda e a garantirne la visibilità (strategia di comunicazione). Riveste un'importanza strategica, infine, la stretta collaborazione nell'organizzazione delle varie fasi del percorso formativo tra RRN e relativo partenariato, Regioni, GAL, Università (solide partnership).
Cinque anche gli elementi a cui prestare attenzione nella realizzazione dell'iniziativa a livello regionale:

1.monitoraggio e valutazione; 2.e-learning; 3.animazione "sul campo"; 4.tempistica; 5.risorse

L'approccio utilizzato nella programmazione di Rural4Università si è basato su step successivi: sviluppo dell'analisi SWOT e, quindi, definizione degli obiettivi strategici, in riferimento ai quali sono stati individuati gli indicatori d'impatto, gli specifici output da realizzare e la dotazione finanziaria. In questo senso, è importante adottare un approccio comune di monitoraggio (in itinere, on going ed ex post) e valutazione; la modalità sperimentata di e-learning (corso "sviluppo rurale agricoltura biologica e diversificazione") prevede la possibilità che i blocchi formativi (oggetto di apprendimento) possano essere integrati e anche sfilati da un corso e assemblati con altri blocchi formativi per formare un nuovo corso. Pertanto, la formazione online può essere valorizzata, inserendo ad esempio presentazioni, a cura delle regioni, funzionali a illustrare le caratteristiche del settore biologico regionale e le relative politiche definite nei Psr. L'animazione da parte dei docenti gioca un ruolo fondamentale nelle visite aziendali, per stimolare la partecipazione attiva degli studenti. Altrettanto importante è la trasparenza degli imprenditori sui diversi aspetti della gestione aziendale, sempre nell'ottica di accrescere le conoscenze degli studenti in modo chiaro e senza generare confusione. Infine, sono da tenere in considerazione la coerenza tra tempi di attuazione dell'iniziativa e calendario accademico e le risorse dedicate, ossia quelle finanziarie e le risorse umane dedicate al progetto (squadra composta da competenze diverse e complementari).
Il workshop è proseguito attraverso l'intervento di "testimoni privilegiati" a cui è stato attribuito il compito di sintetizzare, dal loro punto di vista, i principali risultati dell'iniziativa. Il Prof. Angelo Belliggiano (Università degli Studi di Campobasso) ha sottolineato l'importanza dell'interazione inter-istituzionale e del coinvolgimento di dipartimenti diversi da quello dello sviluppo rurale. Nel suo intervento ha evidenziato anche l'efficacia della modalità sperimentata di e-learning, ancorché da affinare, l'utilità del laboratorio BPOL e il valore aggiunto della Summer school, che ha consentito lo scambio di impressioni e conoscenze. L'augurio, ha concluso il Prof. Belliggiano, è di rafforzare sempre più l'azione di rete, anche verso i Balcani occidentali, al fine di favorire lo scambio di esperienze tra studenti.
Walter Zegada, parlando anche a nome del prof. Dinelli, titolare del corso in agricoltura biologica (Università di Bologna), ha riportato il riscontro positivo degli studenti e sottolineato l'interesse verso un'esperienza che ha anche una valenza pratica: "vedere come si pratica il sovescio". Questo tipo di iniziative, essendo da stimolo a future attività imprenditoriali sono da promuovere sempre con maggiore forza.
Demetrio Fortugno (Università Mediterranea di Reggio Calabria) ha evidenziato l'importanza anche sociale dell'iniziativa, per lo sviluppo di relazioni e lo scambio di buone pratiche e idee progettuali. E' fondamentale -ha detto- rafforzare l'azione di formazione anche verso gli agrotecnici, coinvolti con successo nel seminario BPOL, che ha visto la partecipazione di oltre 100 studenti e agronomi liberi professionisti.
A conclusione degli interventi, decision maker, imprenditori e stakeholder - la cui presenza ha permeato le diverse fasi di Rural4Università - hanno alimentato il dibattito nell'ambito di un tavolo di confronto sul percorso di apprendimento proposto dalla Rete rurale, alla luce dei fabbisogni formativi in ambito universitario, anche con l'obiettivo di fornire delle proposte operative.

La discussione si è caratterizzata come un dibattito vivace, in cui diversi spunti per il miglioramento dell'azione sono stati messi in luce.
I destinatari sono entusiasti, quindi l'iniziativa è efficace e l'impostazione e valida - ha detto Nicola Lalla, referente per la misura 11 del Psr Campania, che aggiunge "si potrebbe migliorare la sinergia con altre azioni della rete rurale" e attraverso l'inclusione di corsi di laurea complementari ad Agraria ed Economia.
Premesso che la soddisfazione dei beneficiari è un segnale positivo, occorre concentrarsi sulle questioni nodali dal punto di vista tecnico, segnala Vizioli di Aiab, che ha posto l'accento sull'importanza di una biodiversità non solo colturale, ma anche del sopra e sottosuolo e, quindi, sulle corrette rotazioni in termini di sostenibilità, in primis ambientale.
L'agricoltura biodinamica, in considerazione del ruolo che ricopre - ha affermato Carlo Triarico nella duplice veste di rappresentante di Federbio e di Apab - dovrebbe essere considerata sin dalle prime fasi di selezione degli atenei.  Questa strategia dovrebbe essere attuata in contemporanea alla realizzazione di percorsi accademici profilati sull'agricoltura biodinamica, anche alla luce di una evidente problematica di fuga di cervelli (e "braccia") dal nostro paese verso altri con un più reale riconoscimento del settore.
Per Luigi Tozzi di Confagricoltura, il valore aggiunto dell'iniziativa risiede nell'incontro con i territori e nella conoscenza delle indiscusse peculiarità delle singole aree e delle relative buone pratiche, che potrebbero essere raccolte in un apposito database.
Secondo Salvatore Palmieri (Coldiretti), Rural4Università è un'opportunità per i giovani per "fare agricoltura", in un momento storico delicato, in cui perdiamo suolo che potrebbe essere destinato all'uso agricolo. Sempre maggiore attenzione va data alla formazione, soprattutto nell'insegnare a definire bene la mission aziendale ai futuri agricoltori/imprenditori.
Integrare le tecniche di coltivazione del suolo con la sostenibilità, ha evidenziato Luigi Trotta della Regione Puglia, richiede solide basi scientifiche e, in questo senso, è evidente l'utilità di un'iniziativa che mette a sistema diverse competenze. In questo modo è possibile garantire alle aziende di fare reddito senza necessariamente dover fare ricorso alla politica di erogazione dei contributi, sbloccando risorse per la promozione del Settore.
Sono intervenuti anche due giovani imprenditori: Immacolata Migliaccio, titolare dell'azienda ABIM, che ha affermato "è un'esperienza positiva, un'opportunità di essere in rete con i ragazzi, con la regione Campania, con gli Enti" e Rino Corbo, che gestisce l'omonima azienda per il quale "l'agricoltura biologica rappresenta il futuro".
Ha concluso il Prof. Milone della Regione Molise, dicendo che "quella di oggi è un'infrastruttura, non una semplice iniziativa e che, per la sua portata, dovrebbe avere un ruolo centrale nella rete", essendo in grado di avviare dei rapporti tra i giovani e le istituzioni e di promuovere il ritorno delle Università nelle aziende agricole. Questa attenzione non si dovrebbe fermare al biologico ma, più in generale dovrebbe essere funzionale a promuovere il trasferimento dell'innovazione in tutti i Settori.

La seconda sessione della tavola rotonda è stata dedicata al modello Rural4Università, al fine di analizzare l'interesse e le proposte concrete delle Regioni per garantire continuità all'iniziativa pilota.
Ci sono spazi non solo per replicare l'iniziativa, ma anche per una cooperazione interregionale, dice la Regione Campania, che intende ripetere Rural4Università nell'ambito della misura 20 (Piano di comunicazione) con il supporto e la regia della Rete Rurale. Ci sono spazi per replicare R4Università non solo nell'ambito della comunicazione, dice la Regione Molise, che vede il possibile impatto positivo dell'iniziativa anche rispetto ai giovani primi insediati così come alla misura formazione. È uno strumento molto utile, dice la Regione Puglia, che finanzierà Rural4Università attraverso il piano di comunicazione.
Nelle conclusioni della giornata si è gettato uno sguardo al prossimo futuro. Il progetto si muoverà in due direzioni. La prima riguarda la costituzione di un network di regioni interessate a replicare l'iniziativa Rural4Università, mentre la seconda l'opportunità di gettare le basi per una possibile collaborazione con le Reti Rurali di altri Stati membri, al fine di favorire lo scambio Erasmus e, quindi, di offrire ai giovani studenti italiani la possibilità di fare un'esperienza sul campo all'estero.


Prossimo appuntamento: Comitato di coordinamento comunicazione del 24 gennaio 2018

 
 

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PianetaPSR numero 67 dicembre 2017