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Superficie a riso biologico in Italia e in EU- 28 - Fonte: Sinab e Eurostat
Riso

Il futuro del riso italiano e le possibilità della PAC

Il settore risicolo rappresenta una delle eccellenze dell'agroalimentare italiano. Nell'ambito del progetto Risobiosystems è stata realizzata un'analisi del settore e delle sue prospettive anche nell'ottica della Politica Agricola Comune.

La produzione di riso convenzionale e biologico

Il riso, simbolo della qualità agroalimentare italiana (Mainini, 2013), ha una superficie investita nel nostro paese pari a 234 mila ettari (ISTAT,2016), il 52% dell'intera superficie comunitaria destinata a questa coltura, evidenziando un incremento del 3% rispetto all'anno precedente e confermando la tendenza all'incremento delle superfici risicole iniziata nel 2014 (CREA, 2015).
La produzione di riso, nel 2016, ha superato di gran lunga le 1.500 tonnellate (ISTAT, 2016) (54% della produzione comunitaria), confermando l'Italia leader del settore in ambito europeo (Mainini, 2013).
L'88% delle aziende risicole è localizzata in Piemonte e Lombardia, dove la superficie coltivata a riso rappresenta il 93% del dato nazionale.
La superficie coltivata a riso biologico  in Italia è, nel 2016, aumentata dal 2009 al 2016 di 7.500 ettari raggiungendo nel 2016 16 mila ettari pari al 7% dell'intera superficie risicola nazionale.
L'Italia è il quarto paese a livello mondiale per superficie investita a riso biologico dietro a Cina (276 mila ettari), Thailandia (33 mila ettari), Pakistan (26 mila ettari) e il primo a livello Europeo (rappresenta il 62%) (Istituto di ricerca dell'agricoltura biologica - FIBL). Tra il 2015 e il 2016 le superfici sono aumentate del 34% e ciò conferma il crescente interesse verso le tecniche di coltivazione sostenibili. Le superfici a riso biologico, sono quasi tutte concentrate in Lombardia (54% sul totale nazionale) e Piemonte (44% sul totale nazionale) (SINAB, 2017); in generale si tratta di aziende di tipo misto. Secondo le statistiche disponibili la produzione di riso biologico in Italia è stimata in circa 40 mila tonnellate a fronte di un quantitativo prodotto a livello europeo di 60 mila tonnellate. A fronte di una buona produzione l'Italia importa quasi 13 mila tonnellate di riso biologico, quantitativo triplicato negli ultimi tre anni (Ente risi). La produzione di riso biologico presenta varie criticità di ordine ambientale, economico e agronomico, d'altro canto molti studi (Marchan e Guo, 2014; Surekha e Satishkumar 2014; Lu et al. 2007; Ponce et al. 2011) mettono in evidenza le capacità dell'azienda biologica di ridurre gli impatti, di conservare la risorsa acqua, la fertilità del terreno, la biodiversità, la salute ambientale e gli equilibri sociali (Bocchi, 2015).
Date le problematiche (inquinamento diffuso di origine agricola per la presenza di prodotti fitosanitari, le rotazioni) caratterizzanti la produzione di riso biologico, nel 2016, in seguito a una serie di incontri tra Organismi di Controllo, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica (FederBio), Settore Fitosanitario delle regioni Piemonte e Lombardia e servizi tecnico-scientifici sono state redatte e approvate dalla FederBio delle linee guida per il controllo della coltivazione del riso biologico, al fine di verificare più efficacemente e in modo omogeneo le varie criticità della coltura. La regione Piemonte ha stabilito che l'attività di controllo sulla coltura del riso biologico venga condotta secondo le modalità indicate nelle Linee guida; nei prossimi mesi si dovrà prendere in esame le nuove norme contenute nel Decreto Controlli.

Il sostegno settore riso in relazione alle ricadute ambientali

Il settore del riso ha sempre beneficiato di un sostegno della Politica Agricola Comune (PAC) molto rilevante e sostanzialmente favorevole, a cui bisogna aggiungere l'intervento pubblico nazionale, con budget meno rilevanti, che si basa soprattutto sulla qualità dei prodotti e sulla valorizzazione del Made in Italy, in particolare con approcci per filiera e con l'utilizzo di piani di settore. Svariati sono stati i cambiamenti del primo pilastro della PAC negli ultimi 15 anni che hanno riguardato il settore del riso: il sostegno di prezzo, il disaccoppiamento parziale e poi totale, il greening e il pagamento accoppiato. Anche oggi il riso mantiene molte specificità rispetto agli altri settori agricoli, in particolare le deroghe al greening e il pagamento accoppiato (Frascarelli, 2016). Un risicoltore può beneficiare di almeno tre pagamenti diretti: il pagamento di base, erogato sulla base dei titoli all'aiuto; il pagamento ecologico (pari al 51,7% del pagamento di base), se l'agricoltore rispetta gli impegni del greening; il pagamento accoppiato; inoltre, se il risicoltore ha meno di quaranta anni potrà beneficiare anche del pagamento per i giovani agricoltori (pari al 25% del pagamento di base).

Stima della composizione dei pagamenti diretti

Fonte: Frascarelli (2016)
Fonte: Frascarelli (2016)

Il sistema di pagamenti diretti dell'attuale politica comunitaria comporta, per il settore riso, minori risorse ai produttori con il pericolo di un ulteriore calo della redditività d'impresa e un conseguente aumento del tasso di uscita dal mercato (Mainini, 2013), quindi l'attenzione dei produttori si sposta, giustamente, sulle opportunità previste nell'ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR): misure 10 e 11.
La Misura 10 dei PSR offre l'accesso ai cosiddetti Pagamenti Agro Climatico Ambientali (PACA), identificando un pacchetto complesso di interventi (sottomisure e azioni) rilevanti per il settore riso. Nel PSR della Regione Lombardia, ad esempio, le operazioni 10.1.01 "Produzioni agricole integrate", 10.1.02 "Avvicendamento con leguminose foraggere", 10.1.03 "Conservazione della biodiversità nelle risaie" e 10.1.04 "Agricoltura conservativa",  sono specifiche per il riso; mentre nel PSR della Regione Piemonte è possibile identificare le seguenti operazioni: 10.1.1 "Produzione integrata", 10.1.2 "Interventi a favore della biodiversità nelle risaie", 10.1.3 "Tecniche di agricoltura conservativa" e 10.1.4 "Sistemi colturali ecocompatibili".
Anche la misura 11 "Agricoltura biologica", suddivisa in due sottomisure, rappresenta un'opportunità per i risicoltori, infatti gli interventi finanziano sia la conversione al metodo biologico sia il suo mantenimento mediante il pagamento dei maggiori costi e dei minori ricavi.
Per quanto riguarda le disposizioni sul mercato interno, il decreto legislativo 131 (mercato interno) prevede una nuova disciplina del commercio del riso in Italia che abroga la Legge n. 325 del 18 marzo 1958, e che si applica a quasi tutto il riso greggio, semigreggio, integrale e lavorato, sia già commercializzato che ancora immagazzinato.
Il decreto prevede la riorganizzazione e la semplificazione della normativa relativa alla commercializzazione del riso, la salvaguardia delle varietà di riso italiane, il miglioramento genetico di nuove qualità e la valorizzazione della produzione risicola attraverso l'istituzione di un registro nazionale delle denominazioni dei risi tenuto dall'Ente risi, la valorizzazione attraverso la denominazione "classico" in etichetta delle varietà di prodotto da risotto,  la tutela del consumatore con più trasparenza delle denominazioni sulle etichette, e il rafforzamento dei controlli con il relativo nuovo apparato sanzionatorio.
Una importante novità per il settore risicolo è l'obbligo di indicare in etichetta l'origine del riso stabilito con il decreto legislativo n. 113532/2017. Da febbraio 2018 i consumatori potranno leggere nell'etichetta il "paese di coltivazione" e il "paese di lavorazione e di confezionamento" del riso (Frascarelli, agosto 2017). In particolare se le fasi di coltivazione, lavorazione e confezionamento del riso sono realizzate nello stesso Paese, può essere indicata in etichetta la dicitura "origine del riso", seguita dal nome del Paese (ad es. "origine del riso 100% italiano").
Quest'anno, con la riforma della PAC "Regolamento Omnibus" sicuramente, ci saranno importanti novità che riguarderanno il settore del riso: la modifica delle regole greening (un'azienda agricola con oltre il 75% della propria superficie ammissibile a riso è esentata dalla diversificazione colturale se la rimanente superficie disponibile è inferiore a 30 ettari), le novità in materia di gestione del rischio (migliorare l'accesso degli agricoltori al sistema delle assicurazioni del raccolto per problemi climatici e fitosanitari e introduzione di un nuovo meccanismo di stabilizzazione dei redditi di livello settoriale), e l'intervento in termini di misure di mercato (maggiore forza contrattuale alle formule organizzative degli agricoltori attraverso una contrattualizzazione scritta obbligatoria).
Anche il nuovo regolamento sull'agricoltura biologica con nuove regole, che prevedono controlli su tutta la filiera, certificazione di gruppo per le piccole aziende e banche dati per aumentare l'offerta di semi bio applicabili dal 2021, rappresenterà sicuramente un cambiamento per il settore risicolo.

Il presente contributo si inserisce nell'ambito de progetto Risobiosystems  finanziato nel 2016 dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e realizzato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA), Ente nazionale risi, Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e Università di Torino e di Milano.

 
 
 
 

Bibliografia

Mainini C. (2013), Il futuro del riso italiano tra sfide ed opportunità, in Agriregionieuropa anno 9 n°35, Dicembre 2013

CREA (2015), Annuario dell'agricoltura italiana 2014, Volume LXVIII, pp. 382-384, Roma. ISBN 978-88-8145-334-4

SINAB (2017). Bio in cifre 2017 - Anticipazioni

Frascarelli A. (2016), Riso e Pac, una specificità da conoscere e gestire, in Terra e Vita 16/2016, 19 giugno 2016

Bocchi S. (2015), Organic Farming and organic Rice Production Systems, in Mondohonline

Marchan S., Guo H. (2014), The environmental efficiency of non-certified organic farming in China: A case study of paddy rice production. China Economic Review 31 (2014) 201-216

Lu Z-X, Yu X-P, Heong K-L, Hu C (2007), Effect of nitrogen fertilizer on herbivores and its stimulation to major insect pests in rice, Rice Sci 14:56-66

Ponce C, Bravo C, Leon DG, Magana M, Alonso JC (2011), Effects of organic farming on plant and arthropod communities: a case study in Mediterranean dryland cereal, Agric Ecosyst Environ 141:193-201.

Frascarelli A. (2017), L'etichetta non basta. Ci vuole la filiera organizzata, in Terra e Vita, 30 agosto 2017

 
 
 
 

[1] Nell'agricoltura biologica è vietato l'uso di diserbanti chimici di sintesi per tenere sotto controllo le erbe infestanti e si deve rispettare il metodo delle rotazioni agrarie pluriennali, senza seminare consecutivamente la stessa coltura nello stesso appezzamento
[2] Approvato il 22 febbraio 2018 dal MIPAAF
[3] http://www.sinab.it/ricerca/sviluppo-e-trasferimento-sostegno-della-risicoltura-biologica%E2%80%9D-%E2%80%9Criso-biosystems

 
 

PianetaPSR numero 69 marzo 2018