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Multifunzionalità

Agricoltura sociale: il contesto normativo e l'esperienza della Regione Lombardia

La Regione ha approvato lo scorso anno una Legge regionale che riconosce il ruolo dell'agricoltura sociale e mira a promuovere questo aspetto della multifunzionalità.

Con il termine Agricoltura sociale (AS) si intende l'insieme delle attività agricole e connesse finalizzate alla promozione di azioni di inclusione sociale e lavorativa, di servizi utili per la vita quotidiana, di attività educative, ricreative o che affiancano le terapie (Giarè et al., 2018).
L'AS, simbolo del legame tra ambiente e salute psichica, fu studiata originariamente dallo psichiatra americano Benjamin Rush verso la fine del 1700. In Italia si è sviluppata a partire dagli anni 70, grazie al prezioso contributo delle cooperative sociali che hanno cercato di trovare una soluzione ai problemi e alle esigenze specifiche in alcuni contesti locali.
I principi su cui si fonda l'AS riguardano, in primis, l'utilità sociale dell'attività agricola, capace non solo di produrre alimenti ma anche beni e servizi socio-lavorativi, e la salvaguardia del territorio, attraverso l'utilizzo di aree a rischio di marginalizzazione (Giarè et al., 2018). L'AS, attraverso l'uso "corretto" della risorsa terra contribuisce, dunque, anche a ridefinire in senso positivo il rapporto tra agricoltura e società: aumento della reputazione delle aziende agricole (Di Iacovo, O' Connor, 2009), costruzione di trame di fiducia nei contesti locali, stimolo all'ingresso di nuovi attori nel settore (Giarè et al., 2018).
Il fenomeno dell'AS rappresenta uno strumento per raggiungere l'inclusione sociale di soggetti disagiati, che trovano nell'attività agricola un'opportunità di riqualificazione professionale e sociale (Ferrara, 2015). Tale funzione è riconosciuta sia a livello comunitario, dalla Strategia Europa 2020, sia livello nazionale dai Programmi di Sviluppo Rurale (PSR).  
Il 2015 è stato l'anno in cui è stato istituzionalizzato il ruolo dell'AS. È stata approvata, infatti, la legge 141/2015 Disposizioni in materia di agricoltura sociale, con cui si promuove l'AS «quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo». Tra gli aspetti principali del provvedimento legislativo determinante risulta essere la definizione di AS, in cui rientrano tutte le attività realizzate dall'imprenditore agricolo singolo o associato, di cui all'art. 2135 del codice civile, o dalle cooperative sociali con un fatturato che rappresenta almeno il 30% di quello totale, che prevedono:

  1. l'inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e lavoratori svantaggiati, persone svantaggiate e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale;
  2. prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l'uso di risorse materiali e immateriali dell'agricoltura;
  3. prestazioni e servizi terapeutici anche attraverso l'ausilio di animali e la coltivazione delle piante;
  4. iniziative di educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità animale, anche attraverso l'organizzazione di fattorie sociali e didattiche.

A livello regionale, la realizzazione di tutte queste attività è promossa dagli enti pubblici che incoraggiano anche l'integrazione tra imprese, produttori agricoli e istituzioni locali e che, pertanto, gestiscono le modalità di riconoscimento degli operatori  dell'AS.
La legge 141/2015 prevede anche di inserire nei bandi di mense scolastiche e ospedaliere tra i criteri di priorità i prodotti che derivano da aziende che realizzano pratiche di AS.
Infine, si prevede la creazione di un osservatorio nazionale, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF), per la realizzazione delle linee guida, il monitoraggio e il coordinamento delle attività sul tema (Ferrera, 2015).

Sensibile al tema dell'AS anche la Regione Lombardia che, nel 2017, ha approvato una specifica legge (Disposizioni in materia di agricoltura sociale) con la quale «riconosce e promuove, anche attraverso gli strumenti della programmazione regionale, l'AS quale aspetto della multifunzionalità delle attività agricole, per ampliare e consolidare la gamma delle opportunità di occupazione e di reddito, nonché quale risorsa per l'integrazione in ambito agricolo di pratiche rivolte all'offerta di servizi finalizzati all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale di soggetti svantaggiati e a rischio di emarginazione, all'abilitazione e riabilitazione di persone con disabilità, alla realizzazione di attività educative, assistenziali e formative di supporto alle famiglie e alle istituzioni». Il disposto normativo ha altresì l'obiettivo di supportare le fattorie sociali  presenti in Lombardia che, con i loro servizi, rappresentano lo strumento per la realizzazione delle politiche di settore a sostegno dell'AS. Così come la legge nazionale, tutte le attività sociali possono essere realizzate in collaborazione con gli enti del terzo settore e dei servizi sociosanitari.
La legge regionale n. 35/2017 stabilisce l'istituzione di un Osservatorio regionale dell'AS e il Registro delle fattorie sociali nel quale sono iscritte le fattorie accreditate operanti sul territorio lombardo.
L'Osservatorio, designato dalla Giunta Regionale, si occupa principalmente di monitoraggio e valutazione della qualità dei servizi offerti, della stesura di linee guida sul tema, di promozione di studi e ricerche volte a verificare l'efficacia delle attività.
Le fattorie sociali presenti nel Registro sono distinte in due principali tipologie : fattorie sociali inclusive, ovvero aziende organizzate in cui il soggetto debole rappresenta l'elemento del processo produttivo agricolo; fattorie sociali erogative, realtà organizzate dove il soggetto debole è al tempo stesso fruitore e beneficiario dei servizi forniti dalla fattoria stessa. Le fattorie sociali erogative, in quanto espressione della multifunzionalità e della diversificazione dell'agricoltura dove le attività sociali sono connesse a quelle agricole, sono regolate dalle disposizioni regionali dedicate agli agriturismi; diversamente, le fattorie sociali inclusive mantengono lo status di impresa agricola, poiché l'attività sociale si inserisce nei tipici processi agricoli.
Sulla base degli ultimi dati disponibili (2017), le fattorie sociali presenti sul territorio regionale sono 24 (inclusive ed erogative), localizzate per lo più in provincia di Brescia (5), seguita subito da quella di Como (4).

Regione Lombardia, così come previsto dalla normativa nazionale (art. 6 L.R. n. 145/2015), individua diverse misure per favorire il sostegno delle fattorie sociali e, quindi, all'AS:

  1. misure volte a promuovere l'utilizzo di prodotti provenienti dall'agricoltura sociale nei servizi di ristorazione collettiva gestiti dalla Regione, da enti, aziende e agenzie regionali e dagli enti locali;
  2. la riserva ai soggetti esercenti la vendita diretta di prodotti provenienti da AS di almeno il 5 % del totale dei posteggi nei mercati agricoli;
  3. il riconoscimento alle fattorie sociali di titoli preferenziali nell'attribuzione delle provvidenze comunitarie, nazionali e regionali, nel rispetto della normativa di riferimento;
  4. l'organizzazione di percorsi formativi in materia di AS rivolti agli imprenditori agricoli, coadiuvanti
  5. e loro familiari che intendono avviare una fattoria sociale o migliorare il proprio ambito di conoscenza;
  6. l'organizzazione di interventi di carattere informativo sulle materie, attività e servizi dell'AS, rivolti a dipendenti e amministratori degli enti locali, delle ATS, nonché a tutti i soggetti operanti nell'ambito dell'AS.

Il tema della attività agricola nell'ottica di un uso responsabile delle risorse non solo ambientali, ma anche sociali sembra essere un elemento che ha acquisito, nel tempo, grande importanza per tutto il territorio regionale. Diffuse sono le esperienze delle cooperative sociali, che appartengono alla Rete Agricoltura Sociale Lombardia , ben radicate localmente, che svolgono le loro attività di AS in molteplici ambiti, costituendo in alcuni casi significativi esempi di inclusione sociale e lavorativa in ambito agricolo.

Il Bio-distretto dell'agricoltura sociale di Bergamo

Nel dicembre 2016, a Bergamo, è stato formalmente riconosciuto il primo bio-distretto dell'AS italiano (http://www.biodistrettobg.it/) che coinvolge una quarantina di soci, tra cui Cooperative sociali, aziende agricole, associazioni, Comuni, Provincia, Consorzio, Gruppi di acquisto solidale, ecc.
Bergamo è la provincia lombarda che si contraddistingue per il maggior numero di aziende e cooperative attente non solo ai valori del biologico, ma anche all'inclusione socio-lavorativa dei soggetti svantaggiati, ed è proprio questo ultimo aspetto che rende unico il bio-distretto sull'intero territorio nazionale.
Il bio-distretto condivide e fa propri i principi della mutualità e della solidarietà così come sono stati definiti dall'IFOAM (Federazione Internazionale dei Movimenti di Agricoltura Biologica), dal Forum dell'Agricoltura Sociale e dall'AIAB (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica), con l'obiettivo di sostenere le attività volte alla tutela, alla promozione e alla valorizzazione dell'agricoltura biologica, dell'ambiente, della salute e dell'inclusione sociale e lavorativa prevalentemente nei confini della provincia lombarda. Tre sono le aree di intervento che il bio-distretto intende perseguire:
1.    sviluppare l'agricoltura biologica e fornire servizi alle aziende biosociali di Bergamo;
2.    tutelare l'ambiente e valorizzare i prodotti bio e la cultura del territorio;
3.    favorire l'inserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate.
Il bio-distretto, inoltre, ritiene fondamentale puntare sul legame con il sistema scolastico, perché attribuisce un ruolo decisivo al coinvolgimento delle nuove generazioni sui temi del lavoro in agricoltura e sul rapporto virtuoso tra agricoltura biologica-ambiente.

 

Le fattorie sociali in Lombardia. I risultati di uno studio preliminare

La Direzione Agricoltura della Regione Lombardia ha istituito oramai da qualche anno un tavolo permanente sull'AS proprio per approfondire e accompagnare questa realtà.
Uno studio realizzato da AIAB Lombardia (2013), ha individuato sul territorio regionale 28 aziende classificate come fattorie sociali. Le realtà censite, esclusivamente biologiche, si sono rivelate estremamente innovative da un punto di vista sociale, ambientale e produttivo, caratteristiche queste capaci di influenzare l'intera filiera di commercializzazione. In quasi tutte le aziende sono state rilevate relazioni con altre cooperative sociali, con le ASL e con gli enti locali (Comuni, Province, Regione). Elemento distintivo delle aziende considerate dallo studio, è la presenza di elevati livelli di diversificazione, che definisce da un lato un'importanza organizzativa, volta a differenziare le attività in diversi periodi dell'anno, e dall'altro una valenza "didattica", fornendo una più ampia serie di mansioni, sviluppando nei soggetti svantaggiati la capacità ad operare anche in contesti produttivi agricoli diversi e non ripetitivi (Frisoli, 2012).

 
 

[1]Solo il PSR della Provincia Autonoma di Bolzano non ha considerato l'agricoltura sociale tra gli interventi finanziabili.
[2] Art. 3 "Riconoscimento degli operatori" della legge del 18 agosto 2015 n. 141.
[3] Imprese agricole, come definite dall'articolo 2135 del codice civile, che svolgono le attività dell'agricoltura sociale come definita dalla lettera a) del presente comma e risultano iscritte all'elenco di cui all'articolo 5. Il termine Fattoria Sociale è stato introdotto per la prima volta nel dicembre 2011 con la modifica del Testo Unico dell'Agricoltura.
[4] Approvazione delle linee guida per il riconoscimento della qualifica di fattoria sociale ai sensi dell'articolo 8 bis della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale.
[5] https://agricolturasocialelombardia.it/il-progetto/

 
 

Bibliografia

Di Iacovo F., O' Connor Deirdre (2009), Supporting policies for Social Farming in Europe. Progressing Multifunctionality in responsive rural areas, ARSIA, LCD, Florence, 2009
Frisoi F. (2012), BioAgricoltura Sociale: le Aziende Agricole Biologiche e Sociali e i loro prodotti, Progetto realizzato nell'ambito del PSR 2007-2013 Misura 133 - Anno 2012-2013, AIAB.
Legge 18 agosto 2015, n. 141 "Disposizioni in materia di agricoltura sociale". Pubblicata nella Gazz. Uff. 8 settembre 2015, n. 208.
Ferrara E. (2015), Agricoltura Sociale: multifunzionalità e tradizione diventano legge (http://www.elenaferrara.it/agricoltura-sociale-multifunzionalita-e-tradizione-diventano-legge/)
Legge regionale 12 dicembre 2017, n. 35 "Disposizioni in materia di agricoltura sociale". Pubblicata sul BURL n. 50 suppl. del 15 dicembre 2017
Giarè F., Borsotto P., De Vivo C., Gaito M., Pavoncello D., Innamorati A. (2018), Rapporto sull'agricoltura sociale in Italia, Rete Rurale Nazionale, Roma.

 
 

Rita Iacono
CREA

 
 

PianetaPSR numero 71 maggio  2018