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Biologico, ISMEA: dopo la crescita del 2017 i consumi continuano a salire

I dati presentati dall'ISMEA al Sana certificano una tendenza al rialzo che, pur rallentando la sua corsa, non sembra destinata a fermarsi.

L'agricoltura biologica continua a crescere sia sul fronte dei consumi che della SAU dedicata, pur rallentando la sua corsa per via degli alti volumi ormai raggiunti che difficilmente possono continuare a garantire indici a doppia cifra.
È quanto emerge dai dati presentati dall'ISMEA nel corso del Sana di Bologna che segnalano un +6,8% della spesa in alimenti e bevande biologiche nei primi sei mesi del 2018. Un risultato che arriva dopo il +10% del 2017 e che rappresenta un segnale estremamente significativo di come il biologico sia entrato stabilmente nelle abitudini alimentari di molti italiani e non è più una nicchia di mercato o una moda del momento ma una realtà che vale, in consumi interni, circa 2,5mld di euro.
Cresce anche l'incidenza del biologico sul totale dell'agroalimentare pari, a giugno di quest' anno, al 3% e in aumento di 0,2 punti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un risultato più che significativo, se si tiene conto di come l'agroalimentare sia stato, nel 2017, protagonista di un'inversione di tendenza e di un'incoraggiante crescita del +1,2%.
Il quadro complessivo del settore mostra segnali positivi sotto tutti gli aspetti con un Settentrione che traina i consumi, mentre il Sud fa registrare la maggiore concentrazione di aziende e terreni dedicati.

I consumi

Lo scorso anno nove famiglie italiane su dieci hanno acquistato almeno un prodotto bio, come detto è il Nord del Paese a spingere i consumi con oltre il 60% della spesa nazionale, e le categorie più acquistate sono, in ordine, frutta, ortaggi e derivati dai cereali (pasta, riso, farine ecc.), che rappresentano oltre la metà degli acquisti in valore e hanno registrato nel primo semestre del 2018 un trend positivo rispettivamente del 2,5%, 0,4 % e 9,3%.
Tra i prodotti che registrano variazioni particolarmente significative ci sono latte e derivati (+6,2%), mentre uova e vini fanno entrambi un balzo in avanti del +21,6%, sebbene questi ultimi, in corrispondenza di quote di mercato ancora molto esigue.  Si conferma a due cifre l'incremento per oli e i grassi vegetali (+16,5%), carni fresche (+16,5%) e prodotti ittici (+16,7%). Da evidenziare in particolare l'andamento in controtendenza del segmento ortofrutticolo bio, rispetto allo sfuso convenzionale, che sempre nel primo semestre del 2018, ha subito un taglio del 7,8%, di riflesso all'introduzione dei sacchetti biodegradabili  e alle avverse condizioni climatiche della primavera che hanno avuto ripercussioni soprattutto sulle categorie precoci.

Canali di vendita

In relazione ai canali di vendita, permane la leadership della Gdo in un contesto fortemente dinamico per i discount (+42% l'incremento del fatturato). Cede il 3% l'aggregato "altri canali" in cui converge commercio tradizionale, cash&carry, grossisti, porta a porta, e e-commerce.

La crescita della SAU

Negli ultimi otto anni la superficie ad agricoltura biologica in Italia è aumentata di quasi 800.000 ettari, superando alla fine del 2017, secondo le elaborazioni Sinab, 1,9 milioni di ettari con un aumento del 6,3% (pari a 110mila ha) rispetto all'anno precedente. L'incidenza percentuale del biologico rispetto ai dati nazionali (ISTAT SPA 2013) indica che in percentuale, sul totale della superficie coltivata in Italia, il biologico arriva ad interessare il 15,4 % della SAU nazionale, dato che cresce, rispetto al 2016, di un punto percentuale. Un'analisi su base regionale evidenzia come ogni 100 ettari di SAU, circa 20 ettari sono condotti con metodo biologico nel Centro, Sud e Isole mentre, nel Nord del Paese, la SAU biologica si ferma a circa 7 ettari.

Orientamenti produttivi

I Prati pascolo (544.048 ha), le Colture foraggere (376.573 ha) ed i Cereali (305.871 ha) rappresentano i principali orientamenti produttivi del biologico. A far registrare gli incrementi maggiori rispetto all'anno precedente sono grano tenero e farro (+22,6), ortaggi (+25,4%), settore in cui i pomodori raggiungono i 6.241 ha, con una crescita del 53,8%, frutta in guscio (+16,7%) e frutta da zona temperata (+10,9).

Distribuzione sul territorio

La maggiore estensione si è registrata in Sicilia con 427.294 ettari, cui seguono la Puglia con 252.341 ettari e la Calabria con 202.119 ettari. Queste tre regioni rappresentano, insieme, il 46% dell'intera superficie biologica nazionale e, mentre per Puglia e Calabria si rileva un leggero decremento nell'ultimo anno, in Sicilia lo spazio dedicato al biologico continua ad aumentare.  La Regione con il maggiore tasso di crescita è invece la Lombardia che fa segnare un +21,4%.

Le imprese

Alla data del 31 dicembre 2017 in Italia risultano essere inserite nel sistema di certificazione per l'agricoltura biologica 75.873 imprese. Rispetto al 2016 si registra un incremento del 5,2%. In particolare si ad aumentare in maniera più significativa sono i preparatori esclusivi (aziende che effettuano attività di trasformazione e commercializzazione, compresa la vendita al dettaglio) che crescono del 14,6% e gli importatori (che possono essere anche produttori e preparatori), che crescono del 13,2 %. Nel complesso le aziende agricole biologiche rappresentano invece il 4,5 % del totale, con un'incidenza abbastanza uniforme in tutte le aree del Paese conservando una sostanziale stabilità rispetto al 2016.  L'incidenza delle aziende agricole biologiche sul totale (4,5%) risulta più contenuta rispetto all'incidenza delle superfici biologiche sul totale (15,4%), a causa della dimensione media aziendale che è molto alta per il biologico: la dimensione media di un'azienda biologica in Italia, risulta infatti nel 2017 pari a 29 ha, a fronte del dato nazionale di 8,4 ha.

 
 

Matteo Tagliapietra

 
 

PianetaPSR numero 74 settembre 2018