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Multifunzionalità, Italia "regina" delle attività secondarie in Europa

L'agricoltura italiana è la prima nella UE (27,4% delle attività secondarie dell'Unione). A livello nazionale le attività di supporto e secondarie rappresentano il 22,4% del valore della produzione agricola. 

Quasi un quarto del valore della produzione agricola italiana è dovuto ad attività secondarie e di supporto, un dato che pone il nostro Paese al primo posto nella UE. Lo certifica il Rapporto "Agriturismo e multifunzionalità scenario e prospettive" realizzato dall'ISMEA.

I numeri

Le attività di supporto e secondarie costituiscono una quota sempre più importante della produzione agricola italiana giungendo, nel 2017, a rappresentare il 22,4% del valore della produzione agricola contro il 18,6% del 2010. Una dinamica espansiva che non sembra risentire dell'andamento altalenante che invece connota la produzione di beni e servizi dell'intera branca agricoltura: nel 2017, a fronte di una flessione del 2,5% su base annua della produzione agricola nazionale, le attività secondarie proseguono il trend positivo degli ultimi anni, raggiungendo 4,6 miliardi di euro (+4,9% l'aumento della produzione a valori correnti rispetto al 2016).

Tra le attività secondarie riprende a crescere la produzione di energie rinnovabili (+5,2%), proseguono l'espansione l'agriturismo (+5,1%), con le attività ricreative, didattiche e sociali, e la vendita diretta (+1,9%).

L'importanza di questo sentiero di sviluppo è chiaramente visibile anche a livello europeo dove l'agricoltura italiana, con il 27,4% del valore delle attività secondarie complessivamente prodotto nell'UE, detiene il primo posto. 

Agriturismo

In questo contesto, l'agriturismo - punto di forza della multifunzionalità agricola italiana - registra, sebbene a velocità diverse, una crescita ininterrotta negli ultimi vent'anni. Nel 2017, il fatturato cresce sino a 1,36 miliardi (+6,7% sul 2016), la domanda sino a 12,7 milioni di presenze (+5,3%) e 3,2 milioni di arrivi (+6,7%), l'offerta raggiunge le 23.406 aziende attive (+3,3%).

Quest'ultima, oltre a crescere per quantità, si evolve in forme sempre più diversificate, differenziate e integrate, anche in chiave territoriale, per tipologia di attività e servizi proposti. L'importante contributo dell'agriturismo al mantenimento delle attività agricole, spesso familiari e di piccole dimensioni, in zone montane e svantaggiate, è confermato dal fatto che il 61,6% delle aziende agrituristiche è situata nelle aree interne.

Le richieste dei consumatori

Il documento analizza le chiavi di questo successo, con l'obiettivo di comprendere il futuro dello scenario di mercato in cui opera l'agriturismo. 

Il primo aspetto evidenziato è quello dei valori più apprezzati dagli ospiti: il legame con il mondo agricolo nel suo complesso, l'incontro con on gli agricoltori, con una realtà agricola vera, in un contesto ambientale di alto livello naturalistico, la ricerca di un'ospitalità caratterizzata da semplicità, accuratezza del servizio in una dimensione "familiare. Per quanto riguarda invece i fattori di scelta, salta agli occhi l'impronta dell'agriturismo rispetto ai settori concorrenti.

Il cliente dell'agriturismo è disponibile a sopportare un viaggio più lungo (e, a volte, disagevole), per raggiungere però luoghi particolari, in cui sentirsi a casa. La richiesta però è quella di vivere un contesto ricco di natura, arte, attrazioni territoriali, e proposte pronte per essere scelte in tempo reale.

La domanda

Pur mantenendo un andamento positivo, nel 2017, rispetto all'anno precedente, la crescita della domanda mostra un leggero rallentamento, riconducibile alla clientela italiana. Infatti dal 2015 al 2017, a sostenere l'incremento della domanda sono principalmente gli stranieri, che rappresentano il 47% degli arrivi e il 58% delle presenze, con un sensibile aumento nel periodo considerato, rispettivamente, del 10,5% e del 6,5%.

Nonostante ciò, proprio nel biennio 2016-17 l'agriturismo, insieme alle diverse tipologie di esercizi del comparto extralberghiero, evidenzia una contrazione della propria quota di mercato (11% degli arrivi e 8,7% delle presenze totali) in favore degli alloggi privati e dei bed and breakfast, che fanno registrare un aumento, rispettivamente, del 9,1% e del 2,2% sugli arrivi e del 5,5% e del 5,3% sulle presenze. Uno dei fattori determinanti di tale tendenza, manifestatasi in tempi rapidissimi, si lega al fenomeno dell'home sharing - la pratica di condividere la propria casa con turisti e viaggiatori per soggiorni brevi - e al successo di portali come Airbnb, Booking.com e altri siti che promuovono e commercializzano anche gli alloggi privati. Aumenta, nel frattempo, anche la richiesta di pacchetti turistici legati all'enogastronomia e si registra una crescente domanda di esperienza: sono sempre più richiesti i tour enogastronomici, le degustazioni e i corsi di cucina.

In tale contesto si inseriscono le attività di valorizzazione, tutela e promozione del comparto agrituristico, realizzate dall'Ismea e il Mipaaft, tra le quali spicca il marchio "Agriturismo Italia" e il sistema unico di classificazione nazionale al quale, ad oggi, risultano aver aderito circa 3.500 aziende. 

Attività didattiche

Nel 2017, l'attività didattica è proposta da 1.547 aziende agricole con autorizzazione per agriturismo (+3,3%) rispetto al 2016, mentre risultano più che raddoppiate rispetto al 2010 (anno della prima rilevazione).

Esistono complessivamente 2.680 fattorie didattiche (+17% nel 2018 rispetto al 2017) e 213 fattorie sociali/operatori di agricoltura sociale iscritti (+129% rispetto al 2017) negli elenchi regionali a testimonianza di come l'incremento degli operatori di agricoltura sociale coinvolti sia anche accompagnato da un crescente riconoscimento da parte del sistema pubblico.

Energie rinnovabili

Anche nel comporto delle energie rinnovabili il ruolo del settore agricolo si sta rafforzando, grazie a una significativa potenzialità di sviluppo, espressa sia in termini di produzione che in termini di utilizzo diretto.

Nello specifico, si conferma il trend di crescita del fotovoltaico la cui produzione di energia, nel primo quadrimestre del 2018, raggiunge 116 MW complessivi, ovvero un incremento del +6,4% rispetto allo stesso periodo del 2017. Complessivamente, il comparto incide per oltre il 30% sul valore della produzione delle attività secondarie, con 1,5 miliardi di euro nel 2017. 
L'interesse dell'agricoltura per le fonti di energia rinnovabili (FER) risulta quanto mai attuale grazie al contributo fornito per la riduzione della dipendenza energetica, al contrasto ai cambiamenti climatici in atto e, non da ultimo, all'opportunità, colta dagli operatori, per la diversificazione delle attività produttive in un'ottica di sostenibilità ambientale e con una reale possibilità di integrazione del reddito.

Diversificazione e PSR

La diversificazione è un processo che le aziende hanno sviluppato in più fasi gradualmente nel tempo attraverso una "sperimentazione sul campo", alla ricerca di una marginalità derivante da attività non strettamente agricole.

Questo emerge chiaramente dai risultati dell'indagine quali-quantitativa condotta sulle aziende appartenenti alla "Comunità di buone pratiche di multifunzionalità agricola", panel che nell'ultimo biennio - con il coinvolgimento dei rappresentati delle istituzioni, delle imprese, delle organizzazioni e dei tecnici - testimonia uno spaccato interessante ed eterogeneo della multifunzionalità agricola italiana. In questo processo, emerge il contributo della Politica di sviluppo rurale alla crescente diversificazione aziendale, attraverso le azioni finalizzate a rafforzare la competitività e la redditività del settore (Priorità 2 dello sviluppo rurale) e a favorire l'inclusione sociale, l'aumento dell'occupazione e lo sviluppo economico delle zone rurali (Priorità 6). 

I risultati del monitoraggio delle misure 6.4 e 6.2 e dei Bandi PSR 2014-20, che rappresentano un'importante voce di sostegno pubblico al processo di diversificazione delle imprese agricole e di avviamento, creazione e sviluppo di attività extra agricole nelle aree rurali, mostra obiettivi e risultati diversi tra le Regioni.

L'impegno a finanziare gli obiettivi delle due sottomisure - per complessivi 713 milioni di euro, pari a circa il 3,9% della spesa pubblica totale prevista nei PSR - risulta molto evidente per alcune Regioni (Sicilia, Marche e Toscana) e molto meno per altre (Piemonte, Valle d'Aosta e Calabria). Al 30 giugno 2018 risultano pubblicati complessivamente 78 bandi, per un totale di 464 milioni di euro, pari al 65% dell'importo dell'impegno di finanziamento, con una forte accelerazione nell'esecuzione del programma. 

L'evoluzione del quadro normativo

In ambito nazionale, il crescente ruolo della multifunzionalità in agricoltura corre di pari passo con l'evoluzione del quadro normativo che, dagli anni settanta e ottanta, con le norme sulla trasformazione e la vendita diretta e le successive leggi sull'agriturismo, è via via diventato più complesso e articolato.
Come già accaduto per l'agriturismo, le Regioni sono state, generalmente le prime a sperimentare nuovi temi e modelli normativi, per effetto delle sollecitazioni delle istanze derivanti dal diretto contatto con le imprese operanti sul territorio. Lo Stato ha assolto la propria funzione di armonizzazione e coordinamento, emanando leggi-quadro e norme fiscali coerenti con l'evoluzione della multifunzionalità; così è stato per l'agriturismo, per la produzione di energia da fonti rinnovabili (biogas, fotovoltaico, solare termico), per l'agricoltura sociale, per l'enoturismo.

Alcune Regioni e Province Autonome hanno superato la legislazione "frammentata", raccogliendo in testi unici la disciplina delle diverse attività riconducibili alla multifunzionalità (agriturismo, fattorie didattiche, agricoltura sociale) e in qualche caso, individuando una parte specifica di un provvedimento dedicato al complesso delle norme relative al settore agricolo. Complessivamente, al 30 settembre 2018, sono 15 le Regioni e Province Autonome che hanno emanato leggi che contengono norme specifiche sull'Agricoltura Sociale e 17 le Regioni e Province autonome che hanno disciplinato le Fattorie Didattiche, in molti casi includendole nelle leggi sull'Agriturismo.

Una ricognizione delle normative regionali sull'agriturismo, analizzate nei loro aspetti comuni - finalità, attività agrituristiche, condizioni soggettive e oggettive - e per quegli elementi di esclusiva competenza che differenziano le 21 norme, con riferimento ai limiti (e deroghe ove presenti) applicati alla ricettività e alla misurazione della provenienza dei prodotti da utilizzare per la ristorazione, costituisce un quadro sinottico di riferimento per gli addetti ai lavori. 

Diversificazione basata su connessione e prevalenza

A oltre trent'anni dall'istituzione dell'agriturismo italiano, di fronte a un panorama competitivo totalmente mutato e all'affermarsi di nuovi servizi, è importante fare una riflessione sugli effetti delle scelte fatte fino a ora.

"La grande intuizione italiana - si legge nel Rapporto - è stata certamente quella di fondare la diversificazione delle attività agricole sui due principi della connessione e della prevalenza. La connessione costituisce la prima impalcatura normativa che consente una visione pratica della filiera interna all'azienda, legando l'autorizzazione delle potenziali attività alla prosecuzione delle attività produttive. Un principio, semplice, oggettivo e facilmente verificabile. La prevalenza è invece un indicatore numerico, quantitativo. L'esempio più calzante è offerto dalle tabelle tempo lavoro costruite nei regolamenti regionali dell'agriturismo: ciascuna delle produzioni aziendali è parametrata con una misura dell'intensità di lavoro (personalizzata in ogni territorio regionale) che viene tradotta in una quantificazione dei servizi turistici, fornendo un'indicazione diretta sul numero di posti letto e sulla quantità di pasti realizzabili nel corso del tempo. La combinazione connessione/prevalenza consente quindi la progettazione di una attività diversificata all'interno dell'azienda agricola secondo criteri oggettivi e verificabili. La multifunzionalità, e l'agriturismo in particolare, sono attività particolarmente complesse per quanto riguarda i regimi autorizzativi; il fatto stesso di lavorare simultaneamente su diversi settori di attività (produzione, trasformazione, ospitalità, somministrazione, animazione attraverso attività di vario genere) comporta la necessità da parte dell'operatore di conoscere e saper utilizzare strumenti normativi molto diversi tra loro.Da quanto sopra emerge quindi l'evidenza che a fronte di un sistema sempre più complesso sarà necessario che il governo e le norme rimangano al passo con i tempi e con il mutato scenario al fine di non perdere il treno delle opportunità che, sebbene in verosimile aumento in termini di domanda, si scontrano con un'arena competitiva più agguerrita e dai contorni meno nitidi".

 
 

Matteo Tagliapietra

 
 

PianetaPSR numero 78 marzo 2018