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Atto di Ginevra

Proprietà intellettuale, denominazioni di origine e indicazioni geografiche, raggiunto l'accordo a livello UE sull'adesione e applicazione dell'Atto di Ginevra

Parlamento, Consiglio e Commissione trovano intesa politica sul ruolo della UE nell'ambito dell'Atto di Ginevra.

Il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione hanno raggiunto un'intesa politica sulle norme che definiranno le modalità di azione della UE come membro dell'Atto di Ginevra, un trattato multilaterale per la tutela, oltre alle denominazioni di origine, anche delle indicazioni geografiche protette gestito dall'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (WIPO, Worldwide Intellectual Property Organization).

Il documento, si legge in una nota della Commissione, rappresenta un'attualizzazione dell'Accordo di Lisbona del 1958 per la protezione delle denominazioni di origine e la loro registrazione e tutela a livello internazionale, mantenendo i principi e gli obiettivi dell'Accordo di Lisbona. L'Atto di Ginevra, infatti, include anche le indicazioni geografiche e permette l'adesione degli Stati membri dell'OMPI e di organizzazioni internazionali, aprendo le porte, quindi, anche all'UE. All'accordo di Lisbona avevano aderito 28 Paesi, di cui 7 Stati membri della UE, con l'obiettivo di tutelare le denominazioni di origine attraverso un solo processo di registrazione, nel Registro multilaterale gestito dall'OMPI.

Secondo il Commissario per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale Phil Hogan grazie a questo accordo: "Le indicazioni geografiche Ue potranno godere di una maggiore tutela a livello multilaterale, andando ad integrare quanto già previsto dagli accordi bilaterali già esistenti". 

I prossimi passaggi necessari affinché l'UE possa entrare formalmente a far parte dell'Atto di Ginevra, saranno l'approvazione formale da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio del progetto di regolamento, nonché dell'adozione della decisione del Consiglio, strumento giuridico da depositare presso l'OMPI per diventare membro, dopo aver acquisito il preventivo parere del Parlamento europeo.

Una volta che l'UE sarà divenuta parte contraente dell'Atto di Ginevra, potrà presentare un elenco contenente le denominazioni d'origine e indicazioni geografiche presenti nei propri registri, in relazione alle quali è chiesta la protezione nell'ambito del sistema di Lisbona.


L'Italia, come membro dell'Accordo di Lisbona insieme a Francia, Portogallo, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Bulgaria, ha ottenuto di poter aderire autonomamente, poter conferire all'Ue, organizzazione intergovernativa, il diritto di voto altrimenti non disponibile, poter estendere gli effetti giuridici delle esistenti registrazioni al sensi dell'Accordo di Lisbona nel contesto dell'Atto di Ginevra.
I 7 paesi sono stati impegnati prima in un duro negoziato all'OMPI dal 2009 al 2015, al quale è seguito quello a livello europeo per la definizione dei testi del regolamento e della decisione.

Attualmente il nostro Paese ha registrato nel Sistema Lisbona 175 denominazioni di origine -tutte le più importanti sono già registrate -, rispetto a un totale di 1.130 prodotti iscritti nel "Lisbon Express Database".





 
 

Matteo Tagliapietra

 
 

PianetaPSR numero 79 aprile 2019