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Vino

PAC post 2020, vino: come potrebbe cambiare l'approccio strategico superando le divisioni tra i due pilastri

A Vinitaly esperti e organizzazioni di categoria si sono confrontati nel pieno del negoziato della riforma della Politica Agricola Comune.

È online dal 1° aprile, nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, un report di approfondimento per il settore vinicolo relativamente alla complementarietà e demarcazione tra il primo e secondo pilastro della PAC. Il tema assume particolare importanza sia per garantire la correttezza della spesa dello sviluppo rurale sia per agevolare la complementarietà tra gli strumenti messi a disposizione dalla Politica Agricola Comunitaria, tenendo anche conto dei cambiamenti in atto nell'ambito del dibattito sulla riforma della PAC post-2020. Proprio nel pieno della discussione di tale riforma, la RRN ha organizzato nell'ambito dello scorso Vinitaly un incontro con organizzazioni di categoria ed esperti, per aprire un confronto sul nuovo impianto normativo e sulle le implicazioni per il vino in un'ottica di condivisione delle scelte che dovranno essere fatte da qui a poco.

Giusto un anno fa, infatti, la Commissione Europea ha pubblicato le proposte di regolamento per la futura PAC prospettando un'organizzazione normativa molto diversa da quella attuale che, a parte gli aspetti formali, si caratterizza per un nuovo approccio strategico che supera la divisione tra I e II pilastro. 

La proposta della Commissione

La proposta della nuova PAC post-2020 si caratterizza per l'introduzione del nuovo strumento del Piano Strategico Nazionale, cioè un quadro di riferimento unico che incorpora le azioni finanziate dai due fondi agricoli FEAGA e FEASR. Qualora taluni elementi di tale Piano siano stabiliti a livello regionale, gli Stati membri dovranno garantire che siano coerenti e uniformi con quelli stabiliti a livello nazionale. In ogni caso, gli Stati membri dovranno costruire il Piano in modo da contribuire complessivamente al conseguimento degli obiettivi climatico-ambientali in misura maggiore rispetto a quanto avviene nella fase attuale della PAC.

È evidentemente devoluto a questo strumento l'esercizio da parte degli Stati membri di quella maggiore autonomia e responsabilità che caratterizza il nuovo modello di attuazione della PAC e lo strumento normativo e programmatico per adattare gli interventi alle esigenze specifiche, in una prospettiva di spostamento dell'attenzione dalla conformità, ai risultati.

La proposta della Commissione conferma anche per il nuovo ciclo della PAC l'intervento settoriale per alcuni comparti, tra cui quello del vino. Le misure di spesa previste fin alla riforma del 2008, e confermate nella revisione del 2013, sembrano sostanzialmente restare anche nel progetto di riforma sebbene con alcune novità normative, come una nuova regolamentazione del vino dealcolato o l'utilizzo di ibridi. La proposta, pur mantenendo l'intervento settoriale, comunque, comporta dei cambiamenti di approccio e di analisi non indifferenti perché tutti gli interventi per il settore vinicolo dovranno rispondere anche alle più ampie esigenze espresse e declinate nel Piano strategico. 

La nuova PAC che dovrebbe sostituire quella attualmente in vigore è delineata dalle tre proposte di regolamento presentate nella primavera del 2018:

  • 2018/0216 (COD) - regolamento sui piani strategici della PAC;
  • 2018/0217 (COD) - regolamento orizzontale della PAC;
  • 2018/0218 (COD) - regolamento di modifica.

Il regolamento sui piani strategici della PAC, in particolare, dichiara negli articoli 5 e 6 gli obiettivi che la nuova PAC post 2020 dovrebbe perseguire; si tratta di tre obiettivi generali, ciascuno esploso in tre obiettivi specifici. Nella sostanza questi obiettivi (economicità della produzione, sostenibilità, equilibrio sociale) non si discostano molto da quelli della PAC attualmente in vigore, ma certamente risulta accentuata l'enfasi sulle tematiche della sostenibilità ambientale.

Partendo da questi obiettivi comuni, gli Stati Membri hanno il compito di costruire un Piano Strategico per la PAC a livello nazionale, selezionando se e come utilizzare gli strumenti e le misure a disposizione, in funzione delle specificità e dei bisogni emersi a livello locale, in seguito della realizzazione di un'analisi SWOT.

Obiettivi della PAC post 2020

Fonte: Art. 5 (obiettivi generali) e art. 6 (obiettivi specifici) del i) Regolamento sui piani strategici della PAC 2018/0216 (COD)
 

Il settore del vino

In questo nuovo modello come si inserisce il settore del vino?  L'attuale impianto dell'Ocm per il vino è fortemente incentrata su misure e strumenti volti alla miglior competitività del settore, mentre con il nuovo approccio si dovranno tenere in grande considerazione azioni a sostegno della sostenibilità ambientale e al contenimento degli effetti del cambiamento climatico.

La nuova PAC propone un intervento settoriale con un impianto generale che nella sua struttura è molto simile a quello attuale anche se, nelle intenzioni della norma, è destinato a lavorare differentemente e inquadrato in un contesto programmatico completamente nuovo. Scompare, infatti, il vecchio strumento del programma nazionale di sostegno introdotto con il Reg. 479 del 2008, e tutti gli interventi, settoriali e di sviluppo rurale, diventano oggetto di una programmazione unitaria a livello di Stato membro, formalizzata nel nuovo strumento del piano strategico nazionale della PAC (art. 91 del regolamento sui piani strategici della PAC).

L'articolo 52 del regolamento sui piani strategici della PAC prevede un intervento settoriale che si articola su nove possibili tipi di interventi. Questi, benché non esplicitamente detto, sono funzionali al perseguimento di altrettanti obiettivi specifici del settore vitivinicolo (enunciati all'art. 51), ciascuno direttamente collegato a uno o più degli obiettivi specifici della PAC.

Possibili obiettivi della PAC nel settore vitivinicolo e tipi di intervento settoriale

*Confronto tabella "Obiettivi della PAC post 2020"
Fonte: Art. 52 (obiettivi) e 53 (tipi di intervento) del Regolamento sui piani strategici della PAC 2018/0216 (COD)
 

La rete di collegamenti tra obiettivi settoriali e tipi di intervento da un lato e obiettivi specifici della PAC, dall'altro, rivela l'intenzione che il supporto agli interventi di rafforzamento strutturale (ristrutturazione dei vigneti, investimenti e innovazione) e a quelli per la distillazione dei sottoprodotti vengano utilizzati non solo per migliorare la competitività, ma anche per raggiungere obiettivi di natura ambientale. In questa prospettiva, l'articolo 54 del regolamento sui piani strategici della PAC dispone che "gli Stati membri interessati fissano nei propri piani strategici della PAC una percentuale minima di spesa per le azioni aventi come obiettivo la protezione dell'ambiente, l'adattamento ai cambiamenti climatici, il miglioramento della sostenibilità dei sistemi e dei processi di produzione, la riduzione dell'impatto ambientale del settore vitivinicolo dell'Unione, il risparmio energetico e il miglioramento dell'efficienza energetica globale nel settore vitivinicolo". Peraltro, nelle intenzioni della proposta di riforma dagli interventi di ristrutturazione e riconversione dei vigneti ci si aspetta il raggiungimento di obiettivi ambientali significativi, anche grazie alla disciplina più meno restrittiva sul piano della genetica, disponendo il Regolamento di modifica che i vini DOP possano essere prodotti con ibridi.

Anche se diversi elementi della proposta di riforma accrescono le possibilità che l'intervento settoriale per il vino possa essere efficace rispetto a tutti gli obiettivi della nuova PAC, o almeno rispetto ai primi due, rimangono invariate, rispetto alla situazione corrente, le esigenze nel quadro della complementarietà generale, per quanto riguarda il sostegno al contributo che il settore vitivinicolo può offrire al rafforzamento del tessuto socioeconomico delle aree rurali e alle attività connesse con il miglioramento della sostenibilità, ambiti che non possono essere completamente soddisfatti dall'intervento settoriale. Differentemente dalla situazione attuale però, le modalità con cui si potrà dare sostanza a questa complementarietà potranno essere più chiaramente e strategicamente definite nel quadro del processo di sviluppo del piano strategico nazionale della PAC. La programmazione di tutti i tipi di intervento previsti (pagamenti diretti, intervento settoriale, sviluppo rurale) dovrà essere condotta contestualmente, con maggiori possibilità di avere un effettivo coordinamento e, quindi, efficace complementarietà, a valle di un'unica analisi SWOT nella sua dimensione nazionale e nella sua articolazione regionale.

Il Piano strategico come opportunità per un nuovo modello di pianificazione nazionale

Certamente, alla luce delle criticità, o meglio delle complessità, riscontrate nella gestione del tema della complementarietà tra misure OCM e PSR per il settore vitivinicolo e anche della non omogenea prestazione del sistema vitivinicolo italiano, questa novità si presenta per il settore vitivinicolo italiano come una grande opportunità. 

Il Piano strategico della PAC appare, infatti, l'occasione per una progettazione della politica vitivinicola nazionale unitaria, anche se articolata su base regionale, nella quale applicare una logica coerente nell'utilizzazione complementare e sinergica delle misure finanziate dal FEAGA (ex programma di sostegno) e di quelle finanziate dai PSR, nella prospettiva di una valorizzazione complessiva del potenziale produttivo nazionale, che ha visto negli anni scorsi e vede tuttora vistose differenze in termini di risultati economici, con il rischio di una dispersione di investimenti materiali e di competenze, difficili poi da recuperare, soprattutto in aree nelle quali non sussistono valide alternative alla vitivinicoltura. 

Tutto ciò in una fase storica nella quale la vitivinicoltura appare la più vantaggiosa tra le produzioni vegetali, dopo l'ortofloricoltura. Inoltre, le prospettive di evoluzione dei mercati agroalimentari in generale, e di quello del vino in particolare, prevedono un'espansione globale della domanda di vino e quindi migliori opportunità di sfruttare tutto il potenziale produttivo.

Il Piano strategico della PAC per il settore vitivinicolo può rappresentare quindi l'occasione di elaborare una strategia nazionale complessiva della quale, in anni di rapida crescita e di risultati economici complessivi migliori che in altri comparti, il settore non ha sentito l'assoluta necessità. Oggi, però, che si è entrati in una fase di maturità, tale coordinamento strategico appare utile.

Le possibili criticità

La percezione della necessità non elimina tuttavia le difficoltà sostanziali, che si sommeranno a tutte quelle formali che emergeranno quando ci si dovrà mettere all'opera per realizzare l'attività di programmazione.

Sotto il profilo formale si osserva che il Piano strategico della PAC sarà una struttura molto complessa e articolata, nella quale tutte le azioni previste dovranno essere adeguatamente collegate agli obiettivi generali della PAC e, nel caso del vino, a quelli specifici di settore. 

Sotto il profilo sostanziale, le difficoltà potrebbero derivare dalla necessità di coinvolgere nell'esercizio di programmazione tutti gli attori di un sistema produttivo estremamente vasto ed eterogeneo, per caratteristiche strutturali degli operatori e, forse ancor più, per orientamento strategico; in esso, infatti, convivono operatori che costruiscono giorno per giorno il loro vantaggio competitivo in mercati aperti, nazionali e internazionali, e operatori che sfruttano rendite di posizione e collegamenti con circuiti locali protetti o attuano strategie prettamente speculative.

Si tratta di una sfida importante sotto molti punti di vista. Il settore vitivinicolo, nonostante le sue criticità, è probabilmente quello con maggiori potenzialità di sviluppo e che con una più efficace strategia può contribuire ancora di più al miglioramento delle condizioni economiche delle zone rurali. Il settore vitivinicolo, allo stesso tempo, è investito di particolari responsabilità rispetto agli obiettivi dell'Unione Europea in termini di sostenibilità e la strategia nazionale dovrà affrontare in modo determinato questo tema.

 
 

Tiziana Sarnari
RRN/Ismea

 
 
 
 

PianetaPSR numero 79 aprile 2019