Home > Mondo agricolo > ForBioEnergy: un modello di pianificazione sostenibile di filiera corta per l'uso delle biomasse forestali residuali
Ambiente

ForBioEnergy: un modello di pianificazione sostenibile di filiera corta per l'uso delle biomasse forestali residuali

Il progetto, avviato nel novembre 2016 e conclusosi a giugno 2019, è stato realizzato da un partenariato costituito da 8 soggetti, provenienti da Italia, Spagna, Slovenia e Croazia.

La gestione sostenibile delle risorse naturali della terra, la riduzione del degrado degli habitat naturali, la tutela della biodiversità e l'accesso a sistemi di energia sostenibile sono alcuni degli obiettivi (17 SDG) posti dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile del pianeta, un programma di azione fortemente innovativo approvato nel 2015 dalle Nazioni Unite.
Secondo l'Agenda Globale, il concetto di sostenibilità, oggi, deve essere inteso in modo nuovo, ossia un unicum integrato di diverse dimensioni dello sviluppo: ambientali, economiche e sociali. Ogni Paese, senza più distinzione tra quelli sviluppati, emergenti e in via di sviluppo, è chiamato a collaborare, impegnandosi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile in grado di contribuire al raggiungimento degli SDGs e da portare avanti con un importante coinvolgimento dell'intera società.

Il progetto ForBioEnergy


Un contributo significativo al raggiungimento di tali obiettivi è offerto dal progetto "ForBioEnergy Forest Bioenergy in the Protected Mediterranean Areas", finanziato nell'ambito del Programma di Cooperazione Territoriale Europea INTERREG MED 2014-2020, Asse Prioritario 2, Obiettivo Specifico 2.2.

Avviato nel novembre 2016 e conclusosi a giugno 2019, il progetto è stato realizzato da un partenariato costituito da 8 soggetti, provenienti da Italia, Spagna, Slovenia e Croazia, coadiuvato da 4 partner associati (2 italiani e 2 croati). Lead Partner è stato il Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana. Il budget complessivo (€ 2.048.847,50) è stato finanziato per l'85% (€ 1.741.520,36) a valere sul FESR e per la restante parte con fondi pubblici e privati.

"ForBioEnergy rappresenta idealmente la continuazione del progetto strategico europeo Proforbiomed, finanziato nell'ambito del Programma MED 'Improving of the energy efficiency and promotion of renewable energy sources' e concluso con buoni risultati nel 2014", spiega il dott. Massimo Pizzuto Antinoro, coordinatore del progetto ForBioEnergy. Proforbiomed, al quale il Dipartimento dello Sviluppo rurale e del Territorio aveva partecipato in qualità di partner, aveva già affrontato il problema -comune all'intera fascia mediterranea- della difficile raccolta di biomassa dai tagli boschivi e agro forestali per la valorizzazione energetica. 

 
Fonte: Elaborazioni CREA su dati della Regione Siciliana-Dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale

"In Europa, il livello medio di energia prodotta da fonti rinnovabili è di circa il 12,5%, percentuale che si riduce per l'area mediterranea ove spesso a strategie e obiettivi fissati dalla politica europea non corrispondono interventi coerenti a livello regionale e locale", chiarisce Pizzuto Antinoro. È proprio partendo da queste premesse che è nato il progetto ForBioEnergy, il cui obiettivo principale è stato supportare le autorità pubbliche nei processi di pianificazione delle risorse forestali, fornendo loro modelli e strumenti idonei a sfruttare il potenziale della biomassa per la produzione di energia e calore, preservando la biodiversità delle aree naturali. Il progetto ha analizzato i sistemi amministrativi di ciascun paese partner, individuando i fattori ostativi all'uso di biomassa residuale per scopi energetici e anche le migliori pratiche comuni capaci di rimuovere tali ostacoli, in modo da aggiornare le pratiche correnti orientate principalmente alla conservazione passiva. Per l'individuazione e lo studio delle barriere presenti nei paesi partner è stato costituito un Tavolo tecnico permanente, che ha lavorato coinvolgendo tutti i principali attori e portatori di interesse.

Il livello transnazionale della cooperazione ha consentito, invece, di evidenziare le differenze tra i sistemi normativi e i quadri ambientale ed energetico dei Paesi partner, individuando soluzioni valide a livello sovranazionale per rimuovere/ridurre le barriere ostative all'uso di biomassa forestale per scopi energetici.

 

Sono stati definiti i criteri per la progettazione di filiere bioenergetiche sostenibili nelle aree protette, individuati i requisiti di sostenibilità e qualità standard delle biomasse forestali utilizzabili, e creati Distretti di biomasse (DB) specifici per ogni area pilota capaci di assicurare la sostenibilità ambientale e lo sviluppo socioeconomico delle comunità rurali. I DB sono unità amministrative, ai fini della pianificazione forestale a livello aziendale, omogenee in termini di disponibilità delle risorse agroforestali, distribuzione della rete stradale e fabbisogno energetico locale. 
I principali risultati del progetto riguardano la predisposizione per le aree protette dei seguenti piani: 

  • piano d'azione per la definizione di un nuovo quadro normativo e di un nuovo iter autorizzativo per l'uso della biomassa;
  • piano di produzione di energia a base di biomassa forestale a livello subregionale, per valutarne le risorse disponibili e determinarne il potenziale energetico; 
  • piano forestale per la produzione di energia nel DB per ogni paese partner, al fine di identificare le migliori pratiche forestali per i diversi tipi di foreste e valutare la biomassa disponibile a fini energetici;
  • piano per la filiera sostenibile bosco-legno-energia, che offre indicazioni su aspetti tecnici e organizzativi.

Tali risultati sono stati testati in aree pilota individuate in aree protette dei Paesi partner, che includono uno o più siti della Rete Natura 2000, caratterizzate dalla maggiore concentrazione di biomassa forestale disponibile e non adeguatamente valorizzata per uso energetico. Il Piano di Gestione Forestale (PGF) predisposto per ogni area pilota è stato elaborato per poter essere replicato a livello aziendale nei paesi europei, mediante applicazione di tecnologie innovative comuni nel settore della bioenergia. Nel progetto è stato previsto che la redazione del PGF sia supportata e accompagnata da applicazioni e strumenti necessari a garantirne la sostenibilità, tra cui:

  • un sistema di supporto alle decisioni (DSS) per la pianificazione della produzione di energia da biomassa nelle aree protette, volto a supportare le autorità responsabili della semplificazione, accelerazione e standardizzazione del monitoraggio del territorio e delle procedure di pianificazione strategica; 
  • una metodologia di valutazione dei rischi e benefici derivanti dalla produzione di biomassa nelle aree protette;
  • l'identificazione dei protocolli di tracciabilità esistenti per il sistema di certificazione della gestione forestale e le norme di utilizzo, da implementare per i biocarburanti legnosi nei DB.


Lo schema metodologico del progetto ForBioEnergy

Fonte: Progetto ForBioEnergy

Focus sull'area pilota italiana: il Parco delle Madonie

L'Italia, sesto Paese europeo per estensione dell'area forestale, vede circa il 36% (10.467.533 ha) del territorio nazionale coperto da foreste (INFC); di questa area, 8.759.200 ha (83,7%) sono classificati come foresta secondo la definizione della FAO, e la restante parte come altre terre boscate. Il potenziale di biomassa effettivamente disponibile ogni anno in Italia ammonta, secondo le stime progettuali, a circa 5,4 milioni di tonnellate di sostanza secca, composta da biomassa derivante dalla gestione sostenibile delle aree forestali e da residui di colture legnose permanenti. 

L'area pilota italiana, individuata nel Parco delle Madonie, si trova in Sicilia, regione che conta 512.121 ha di boschi, di cui 274.454 ha (53,6%) di foreste, secondo la definizione della FAO. Istituito nel 1989, il Parco, esteso per circa 40.000 ha, comprende 10 siti Natura 2000 e 15 Comuni della città metropolitana di Palermo; solo 8 di questi producono energia elettrica da fonti rinnovabili (impianti fotovoltaici), mentre Cefalù è l'unico dotato di un impianto solare termico (Piani di azione per l'energia sostenibile, 2011). Il Parco, che nel tempo ha visto ridursi le aree boschive originarie, non ha alcuna filiera attiva di produzione di bioenergia da biomasse forestali residue, utilizzate localmente come legna da ardere nelle abitazioni private o nell'industria alimentare.

Per ogni ostacolo della filiera individuato sono state elaborate possibili soluzioni e identificate raccomandazioni per i principali attori coinvolti.

 

Principali ostacoli individuati nell'area pilota italiana, Parco delle Madonie

Fonte: Elaborazioni CREA-PB su dati della Regione Siciliana-Dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale
 

Le soluzioni utili alla rimozione degli ostacoli individuati, emerse a seguito dell'analisi SWOT, sono state indicate nel Piano d'azione volto a semplificare le procedure di autorizzazione per l'esecuzione di interventi forestali.

Analisi SWOT elaborata per il Parco delle Madonie

Fonte: Elaborazioni CREA-PB su dati della Regione Siciliana-Dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale
 

Per risolvere il problema dell'elevata frammentazione della proprietà forestale privata, infine, si propone l'elaborazione di azioni di supporto alla costituzione di associazioni e/o consorzi tra proprietari forestali.


Soluzioni individuate per il superamento delle barriere

Fonte: Elaborazioni CREA-PB su dati della Regione Siciliana-Dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale
 


Il PGF è stato elaborato, in particolare, nel DB4 (Petralia Soprana, Petralia Sottana, Castellana Sicula), ove per ogni tipologia forestale sono state raccomandate alcune prescrizioni di gestione ed è stata valutata la biomassa disponibile per scopi energetici; il modello replicabile di pianificazione definito e proposto consente di quantificare, secondo il concetto di uso a cascata della biomassa, il contributo della biomassa forestale residua ai fabbisogni energetici locali e dei DB.

Sono stati considerati anche i collegamenti con gli altri strumenti di pianificazione vigenti (Piano Paesaggistico, Rete Natura 2000) e valutati gli impatti degli interventi selvicolturali sugli habitat della Rete Natura 2000. Nel DB4 l'area forestale si estende per circa 2.700 ha (9% dell'area totale), mentre le colture legnose permanenti coprono circa 200 ha. Durante il periodo del PGF a fronte di una biomassa disponibile in Sicilia di 20,577 tonnellate, 3,818 tonnellate sono state quelle disponibili nel DB4.

 

Il progetto, nell'ambito del quale è stata anche pianificata la filiera foresta-legno-energia locale per la produzione di energia, secondo Pizzuto Antinoro, risponde allo slogan "la natura per cultura", delineando la produzione di energia da biomassa forestale come importante possibilità di sviluppo per le aree rurali, in grado di offrire anche nuove opportunità di lavoro.

 
 

Gabriella Ricciardi
CREA - PB

 
 

PianetaPSR numero 82 luglio2019