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Sostenibilità, FAO: Agroecologia e approcci innovativi per garantire sicurezza alimentare

Esperti da tutto il mondo a confronto sul Rapporto FAO predisposto per proporre possibili percorsi globali per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda 2030. 

Nel corso della 46º Sessione Plenaria del Comitato delle N.U. sulla Sicurezza Alimentare Mondiale, tenutasi a Roma, presso la FAO, dal 14 al 18 ottobre 2019, sono state approfondite e discusse le tesi illustrate nel Report sugli "Agroecologia ed altri approcci innovativi per un'agricoltura sostenibile e per sistemi alimentari che accrescano la sicurezza alimentare e la nutrizione".

Il documento è stato predisposto dal Gruppo di esperti di alto livello sulla sicurezza alimentare e la nutrizione, sia per rispondere agli  obiettivi dell'Agenda 2030  che per raggiungere la sicurezza alimentare e della nutrizione, nelle sue quattro dimensioni di disponibilità, accesso, utilizzazione e stabilità, facendo anche fronte alla crescita della popolazione mondiale, all'urbanizzazione ed al mutamento climatico, che conducono all'aumentata pressione sulle risorse naturali, all'impatto sul territorio, sull'acqua e sulla biodiversità.
Nel Report, il Gruppo di esperti esplora i contributi naturali e potenziali degli approcci agroecologici ed altri innovativi in agricoltura per definire le transizioni verso sistemi alimentari sostenibili, che accrescano la sicurezza alimentare e la nutrizione. Il Report evidenzia che sia nelle transizioni progressive, su piccola scala, che nei cambiamenti strutturali a istituzioni e norme, su più larga scala, bisogna operare in modo coordinato ed integrato al fine di raggiungere la necessaria trasformazione del sistema alimentare globale.

Ai tre principi operativi volti alla transizione, già puntualizzati nel Report 2016, cioè migliorare l'efficienza delle risorse, rafforzare la resilienza ed assicurare la responsabilità e giustizia sociale, il nuovo documento, in premessa, affianca i sette principi di Partecipazione, Responsabilità, Non discriminazione, Trasparenza, Dignità umana, Potenziamento e Legalità che dovrebbero guidare le azioni individuali e collettive per indirizzare le quattro dimensioni della sicurezza alimentare e della nutrizione.
Il Report e le raccomandazioni in esso contenute hanno il fine di aiutare i responsabili delle decisioni, nei governi e nelle organizzazioni internazionali, nelle istituzioni di ricerca, nelle organizzazioni del settore privato e nella società civile a delineare ed implementare percorsi di concreta transizione verso sistemi alimentari più sostenibili su diverse scale, da livelli locali a livelli nazionali, regionali e globali.

Agroecologia: percorsi di transizione verso sistemi alimentari sostenibili

L'agroecologia applica in agricoltura i principi ecologici che assicurano un uso rigenerativo delle risorse naturali e dei servizi di ecosistema e che rispondono anche al bisogno di sistemi alimentari socialmente equi. Più di recente si è trasformata in una scienza transdisciplinare che coniuga discipline scientifiche diverse per cercare soluzioni ai problemi del mondo reale, includendo tutte le dimensioni ecologiche, socio-culturali, tecnologiche, economiche e politiche dei sistemi alimentari, dalla produzione al consumo.

Le pratiche di controllo agroecologiche mantengono ed accrescono i processi biologici ed ecologici in agricoltura, in modo da ridurre l'uso di combustibili fossili e di sostanze agrochimiche e creare agroecosistemi più diversificati, resilienti e produttivi. Si caratterizzano per: diversificazione; coltivazione mista; promiscuità; miscugli di varietà; tecniche di gestione dell'habitat per la biodiversità di colture associate; controllo biologico dei parassiti; miglioramento della struttura e salute del suolo; fissazione biologica dell'azoto; e riciclo delle sostanze nutritive, energetiche e di scarto.

Il Rapporto suggerisce una concisa e consolidata serie di 13 principi agroecologici correlati: riutilizzo dei rifiuti; riduzione dell'uso di immissioni; salute del suolo, salute e benessere degli animali; biodiversità; sinergia (gestione delle interazioni); diversificazione economica; co-creazione di conoscenza (interazione fra conoscenza locale e scienza globale); valori sociali e regimi alimentari; correttezza; connessione; gestione del territorio e delle risorse naturali; partecipazione.

Un approccio agroecologico ai sistemi alimentari sostenibili è definito come quello che favorisce l'uso dei processi naturali, limita l'utilizzazione di immissioni esterne, promuove cicli chiusi con minime ingerenze negative e sollecita l'importanza della conoscenza locale e dei processi partecipativi che sviluppano la conoscenza e la pratica attraverso l'esperienza, così come i metodi scientifici, e il bisogno di affrontare le ineguaglianze sociali. 

Nel 2007 sono state identificate da Stephen R. Gliessman (esperto di livello internazionale e professore in agroecologia presso il dipartimento di studi ambientali della UC Santa Cruz - California) cinque fasi nella formazione di transizioni agroecologiche verso sistemi alimentari più sostenibili. Le prime tre operano a livello di agroecosistema e implicano: l'efficienza crescente dell'uso delle immissioni; la sostituzione di immissioni e pratiche convenzionali con alternative agroecologiche e la riprogettazione dell'agroecosistema sulla base di una serie di nuovi processi ecologici. Le ultime due fasi operano attraverso l'intero sistema alimentare e prevedono di: ristabilire una più diretta connessione fra produttori e consumatori e costruire un nuovo sistema alimentare globale basato su partecipazione, produzione locale, equità e giustizia. Mentre le prime due fasi sono progressive, le ultime tre sono più trasformative.

L'innovazione per sistemi alimentari sostenibili

I sistemi di innovazione includono cambiamenti in pratiche, norme, mercati ed accordi istituzionali, che possono favorire nuove reti di produzione, trasformazione, distribuzione e consumo degli alimenti tali da cambiare lo status quo. 

Nel Report si evidenzia che nell'innovazione in agricoltura e nei sistemi alimentari i processi ecologici e le interazioni sociali hanno un ruolo centrale. Perciò, l'adattamento alle condizioni ambientali locali e sociali è fondamentale nel processo innovativo. 

Il Report descrive parecchi approcci innovativi e li raggruppa in due categorie principali: intensificazione sostenibile dei sistemi di produzione ed approcci correlati, che implicano generalmente progressive transizioni, ed approcci agroecologici e connessi, che taluni soggetti interessati considerano essere maggiormente trasformativi. 

L'intensificazione sostenibile ed i relativi approcci contribuiscono più fortemente alla sicurezza alimentare e nutrizione, attraverso l'aumento dell'accessibilità e della stabilità, richiamando i primi due principi operativi di efficienza e resilienza delle risorse. Diversamente, gli approcci agroecologici e connessi contribuiscono alla misura dell'accesso ed utilizzazione della sicurezza alimentare e nutrizione a fronte del terzo principio operativo di equità e responsabilità sociale.

L'analisi ha individuato l'utilità potenziale di aggiungere l'impronta ecologica come quarto principio operativo. L'impronta ecologica esprime l'impatto sull'ambiente dell'alimentazione consumata dalla sua produzione all'assimilazione dei rifiuti generati. 

L'aggiunta del concetto emergente di "agency" come un quinto pilastro della sicurezza alimentare e della nutrizione evidenzia l'importanza della partecipazione della gente nel prendere decisioni su come il cibo che si mangia è prodotto, gestito, immagazzinato, trasportato e venduto. L' "agency"  richiama la capacità degli individui o delle comunità di definire i sistemi alimentari desiderati ed i risultati nutrizionali raggiunti.

Prospettive discordanti su come raggiungere la trasformazione del sistema alimentare

Non c'è accordo su quali approcci innovativi dovrebbero essere promossi per favorire la trasformazione. Il documento evidenzia sei questioni controverse riguardanti nell'ordine: la dimensione delle imprese agricole; l'impiego delle moderne biotecnologie; l'impiego delle tecnologie digitali; l'uso dei fertilizzanti sintetici; la biofortificazione e le strategie di conservazione della biodiversità. 

Per quanto riguarda le dimensioni dell'azienda agricola, attualmente il dibattito ruota attorno intorno alla diversificazione delle colture, che è applicabile a diversi livelli, su piccola o grande scala, con politiche pubbliche di supporto, ricerca ed iniziative della società civile.
Malgrado la sostanziale diffusione delle tecnologie di modificazione genetica, sussistono pubbliche preoccupazioni sulla sicurezza, sugli impatti ambientali, sulla concentrazione di potere all'interno dei sistemi alimentari e sull'etica della stessa modificazione genetica. 
Esse, come oggi costituite, confliggono con i principi agroecologici fondamentali connessi all'ecologia, alla gestione democratica e alla diversità socioculturale. A questo proposito è emersa l'istanza per l'istituzione di un osservatorio globale sulle modifiche genetiche che potrebbe ampliare la possibilità di dialogo tra i soggetti contrapposti e la valutazione sull'uso delle biotecnologie.
A livello globale, le moderne biotecnologie sono di fatto parte della transizione verso sistemi alimentari sostenibili perché esse sono già una componente significativa dei sistemi agricoli di vari Paesi

Le tecnologie digitali, se adottate più ampiamente, potrebbero, secondo i sostenitori dell'intensificazione sostenibile, contribuire a rafforzare la sostenibilità dei sistemi alimentari. I sostenitori dell'impostazione agroecologica non sono contrari, ma spesso sono preoccupati del modo con cui esse sono attualmente usate e controllate. Esse potrebbero essere usate per collegare meglio produttori e consumatori.

L'uso dei fertilizzanti sintetici ha determinato un importante vantaggio economico nei raccolti in agricoltura, così come hanno un ruolo rilevante nell'inquinamento ambientale risultante sia dalla loro fabbricazione che dal loro uso in agricoltura. Il costo economico dell'inquinamento ambientale, in contesti dove sono state utilizzate ampie quantità di fertilizzante, ha spesso vanificato il valore economico dell'aumentato raccolto agricolo. Recentemente si è progredito nell'uso più efficiente di fertilizzante attraverso microdosaggi e la gestione integrata della fertilità del suolo, che abbina l'uso di integrazioni organiche e inorganiche. 

Alla diversa combinazione di colture è spesso contrapposta la biofortificazione di colture di base come strategia alternativa per fare fronte alle carenze nutrizionali. La biofortificazione implica l'aumento del valore nutrizionale delle colture attraverso la coltivazione di piante convenzionali, metodi transgenici o pratiche agronomiche. Gli oppositori sostengono che la biofortificazione è solo parzialmente utile e per singole soluzioni alimentari, definendola un approccio intrinsecamente rischioso e meno resiliente rispetto alla possibilità di mantenere una diversità di colture. Le due strategie possono essere integrate offrendo ai produttori ed ai consumatori una scelta informata sull'adottare colture biofortificate, produzione diversificata o entrambe.

Si discute sulla rilevanza di ciò che conservando la biodiversità  all'interno dei terreni agricoli può contribuire a raggiungere gli obiettivi della conservazione rispetto ad ottimizzare l'area di terreno disponibile attraverso la massimizzazione della produzione agricola. Gli approcci agroecologici cambiano gli assunti sottostanti a questa apparente dicotomia perché non è detto che le pratiche agricole favorevoli alla conservazione siano necessariamente poco produttive, tenendo anche conto che gli impatti sulla biodiversità dell'agricoltura chimico - intensiva non sono solo circoscritti alle aree dove essa è praticata.

Progetto di ambienti istituzionali che supportano le transizioni verso sistemi alimentari sostenibili

Secondo il Rapporto, una considerevole inerzia, evidente nelle politiche pubbliche, nelle strutture societarie, nei sistemi educativi e nell'investimento in ricerca, favorisce l'attuale modello dominante di agricoltura e dei sistemi alimentari. Nel modello dominante, gli elementi esterni ambientali e sociali non sono adeguatamente considerati. 

Progettare politiche pubbliche di supporto per incoraggiare transizioni verso sistemi alimentari sostenibili può includere il trasferimento di sostegno pubblico verso sistemi di agricoltura più diversificati. Le misure di supporto pubblico da prevedere potrebbero comprendere l'abolizione dei sussidi per i fattori di produzione sintetici, dando incentivi per i metodi di produzione alimentare sostenibile. Si potrebbe quindi dare un'enfasi più grande alla salute ed ai benefici nutrizionali; implementare la reale contabilità dei costi; sviluppare misure per supportare la creazione di dignitose e sicure forme di lavoro, particolarmente per i giovani, ma anche per i gruppi marginalizzati come lavoratori agricoli e migranti. 

Ostacoli alla diversificazione dei sistemi alimentari includono la protezione della proprietà intellettuale e la normativa sulle sementi che potrebbero avere bisogno di significativo cambiamento, a seconda del contesto giuridico nazionale. Altri ostacoli sono rappresentati dalle acquisizioni di terreno su larga scala che hanno come conseguenza la perdita di accesso alle risorse per le popolazioni locali e che possono peggiorare lo stato della sicurezza alimentare e la nutrizione dei piccoli produttori e dei poveri delle aree rurali
Indicatori di risultati che riguardino tutti gli aspetti dell'impatto sull'ambiente dell'agricoltura e dei sistemi alimentari, sono un requisito essenziale per prendere decisioni razionali. I fattori di produttività nel loro complesso e il concetto di "rapporto di terra equivalente" sono parametri fondamentali e integrati. 

Altro parametro integrato, che tuttavia ancora sconta il perfezionamento dei metodi di misurazione della biocapacità, è l'impronta ecologica. Essa va distinta dal concetto di efficienza tipico degli approcci di intensificazione perché è possibile avere alta efficienza nell'uso delle risorse e contemporaneamente avere un'impronta ecologica negativa.

È stata dimostrata l'utilità della riconfigurazione del rapporto tra la ricerca scientifica formale e la locale conoscenza ed esperienza degli agricoltori, delle comunità rurali ed urbane e degli altri attori lungo le catene alimentari per superare gli antagonismi ancora percepiti. 

Gli investimenti in ricerca e sviluppo globali, notevolmente incrementatisi nell'ultimo decennio anche nel settore privato, si sono focalizzati principalmente su un limitato numero di colture di base, in particolare cereali, mentre altre colture nutritive (come legumi, frutta e vegetali) sono state spesso trascurate.

Il coinvolgimento della prossima generazione di produttori di alimenti nelle transizioni verso sistemi alimentari sostenibili è troppo basso. Ciò deriva dai mancanti benefici immediati, gli scarsi servizi di supporto agricolo, l'insufficiente informazione sulle tecnologie e pratiche appropriate, il degrado del territorio. Si aggiungono poi il ridotto accesso alla terra, al credito ed all'informazione. Tuttavia le tecnologie digitali potrebbero presentare nuove opportunità per coinvolgere i giovani.

Le iniziative agroecologiche che difendono i diritti formali delle donne sono essenziali. Queste garantiscono l'accesso alla terra, rapporti più equi di famiglia e comunità, e il riorientamento delle istituzioni e delle organizzazioni per affrontare esplicitamente la disuguaglianza di genere. Tale disuguaglianza è un ostacolo fondamentale alle transizioni verso sistemi alimentari sostenibili in molti contesti

Istruzione pubblica e sensibilizzazione, che utilizzano approcci democratici e di base, sono elementi chiave per trasformare l'agricoltura ed i sistemi alimentari. Essi possono essere coniugati con il coinvolgimento attivo di varie organizzazioni della società civile ed iniziative del settore privato in sedi di governo a differenti livelli. Le istituzioni globali che giocano un ruolo fondamentale, come le organizzazioni del commercio mondiale e le istituzioni finanziarie internazionali, hanno bisogno di essere trasparenti ed affidabili democraticamente, in particolare per quanto riguarda l'inclusione di comunità marginalizzate rurali ed urbane, a basso reddito.

Conclusioni e raccomandazioni

Il Rapporto si conclude affermando che Il Comitato delle N.U. sulla sicurezza alimentare nel mondo può servire come modello di coinvolgimento inclusivo della società civile e del settore privato e come punto di partenza per realizzare le transizioni verso la sicurezza alimentare e la nutrizione. Formula infine specifiche raccomandazioni che ripropongono e rafforzano le riflessioni precedentemente esposte al fine di aiutare coloro che prendono decisioni a sviluppare azioni concrete che favoriranno e supporteranno appropriati percorsi di transizione verso sistemi alimentari sostenibili che rafforzino la sicurezza alimentare e la nutrizione.

Le raccomandazioni sono rivolte agli Stati, autorità locali, organizzazioni intergovernative, società civile e settore privato, ricerca ed istituzioni accademiche per promuovere approcci agroecologici ed altri innovativi in modo integrato per favorire la trasformazione dei sistemi alimentari; supportare le transizioni verso sistemi alimentari diversificati e resilienti; potenziare il supporto alla ricerca e riconfigurare la conoscenza di generazione e condividere la promozione del co-apprendimento; rafforzare il concetto di "Agenzia" con il coinvolgimento dei soggetti interessati, potenziare gruppi vulnerabili e marginalizzati ad affrontare le disparità di potere nei sistemi alimentari; stabilire ed usare misurazioni di risultato completo e monitorare gli assetti per i sistemi alimentari. 

In particolare il Comitato sulla sicurezza alimentare mondiale dovrebbe considerare l'importanza emergente del concetto di "agenzia" e l'opportunità di aggiungerlo come il quinto pilastro della sicurezza alimentare e della nutrizione al fine di progredire verso la realizzazione del diritto al cibo adeguato e dovrebbe stabilire meccanismi trasparenti, affidabili ed inclusivi per monitorare se e come queste raccomandazioni siano state applicate usando parametri chiari all'interno di uno specifico periodo di tempo; la FAO dovrebbe incoraggiare la raccolta di dati a livello nazionale, di documentazioni delle esperienze acquisite e la condivisione di informazioni a tutti i livelli nonché verificare e documentare il contributo degli approcci agroecologici ed altri innovativi alla sicurezza alimentare e la nutrizione al livello nazionale e globale.

 
 
 

Ilaria Falconi

 
 

PianetaPSR numero 84 ottobre 2019