Home > PSR, nonostante lo "sprint" finale l'Italia non evita il disimpegno
Disimpegno

PSR, nonostante lo "sprint" finale l'Italia non evita il disimpegno

A fine ottobre a livello nazionale mancavano all'appello 420 mln di quota FEASR, ma al 31 dicembre solo la Puglia non è riuscita a raggiungere la soglia minima necessaria per evitare la perdita delle risorse. 

Lo "sprint" di fine anno nella spesa dei PSR italiani non è stato sufficiente ad evitare il rischio disimpegno, anche se rispetto al quadro dell'ultimo trimestre tutte le Regioni, ad eccezione della Puglia, sono riuscite a raggiungere la soglia minima. 

A fine ottobre 2019, infatti, le somme ancora da rendicontare dalle Autorità di gestione dei PSR italiani ammontavano a 420milioni di euro di sola quota FEASR. Tuttavia molte domande erano in corso di pagamento e numerose istruttorie regionali sui progetti di investimento si trovavano già in fase avanzata per l'approvazione. Questo ha permesso di ridurre velocemente le somme a rischio disimpegno ed eliminare il divario esistente ad inizio del quarto trimestre del 2019. 

Infatti, dai dati di monitoraggio di AGEA, risultava che già il 22 dicembre 2019 il PSR Abruzzo, Liguria, nonché i tre PSR delle regioni del Sud, Campania, Sicilia e Basilicata, avevano superato la soglia del disimpegno e portato a rendiconto complessivamente 220 milioni di euro di sola quota FEASR (di cui 130 milioni pagati nei due mesi di ottobre e novembre).

La situazione in Puglia

Purtroppo, il PSR Puglia ha realizzato una spesa al di sotto della soglia minima necessaria per evitare la perdita delle risorse: a fine dicembre il programma presentava una percentuale di attuazione sull'obiettivo del 78,3%, perdendo, quindi, il 21,7% delle risorse assegnate nella annualità 2016 (in base alla cosiddetta "regola dell'N+3").

Si è giunti così ad un ammontare totale di disimpegno del PSR Puglia pari a 142,31 milioni di euro, corrispondenti a 86,09 milioni di euro di Fondi Ue. 
Appare tuttavia evidente il tentativo "in extremis" fatto per ridurre il più possibile l'importo e rischio disimpegno: dai dati di monitoraggio sul PSR Puglia emerge, infatti, che si è passati da una quota a rischio disimpegno al 30 ottobre 2019 pari a 397milioni di euro (corrispondenti ad una quota FEASR di 189,9milioni di euro) ad un ammontare a rischio ad inizio dicembre di 150  milioni di euro, per poi scendere a 142,31 milioni di euro a fine anno; pagando così in tempi rapidissimi spese bloccate da inizio trimestre per ben 255milioni di euro.

Le cause del ritardo pugliese

Il mancato raggiungimento dell'obiettivo di spesa è dovuto principalmente al notevole contenzioso in sede di tribunali amministrativi.  Infatti, i numerosi ricorsi amministrativi hanno di fatto limitato ogni possibilità di sblocco dei pagamenti sulle misure del programma, essendo necessario attendere l'esito giudiziario.
Le risorse bloccate dall'esito delle sentenze cautelari ammontano a circa 280milioni di euro riferibili soprattutto alle principali misure ad investimento del PSR.

La via giudiziaria

L'ultima possibilità per la Regione di non perdere un ammontare così elevato di risorse, essenziali per il sistema agricolo pugliese, è quello di richiedere alla Commissione Europea la deroga sul disimpegno in ragione del contenzioso amministrativo in atto fra Tar e Consiglio di Stato. 

Infatti il comma 3 del articolo 38 del Reg. 1306/2013 prevede l'interruzione del termine entro il quale si incorre nel disimpegno automatico relativamente agli importi oggetto di procedimento giudiziario o di ricorso amministrativo avente effetto sospensivo.
L'ultima parola l'avrà quindi la Commissione europea che dovrà decidere se accordare o meno tale richiesta di interruzione: la procedura è stata avviata e con essa anche lo scambio della documentazione necessaria.

 
 

Luigi Ottaviani

 
 

PianetaPSR numero 87 gennaio 2020