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Banca delle terre agricole

BTA, la voce degli imprenditori: giovani e donne per "Seminare il futuro"

Le storie dei sei agricoltori che hanno rappresentato le sfide dell'imprenditoria agricola italiana nel corso dell'evento organizzato dall'ISMEA.

Sei storie diverse ma unite da un unico fil rouge: l'amore per la terra. Sono quelle degli imprenditori agricoli che hanno partecipato all'evento di lancio di Banca nazionale delle terre agricole, Seminiamo il futuro che si è tenuto lo scorso 19 febbraio al MAXXI. Giovani e donne, alla presenza della Ministra delle politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, hanno rappresentato le sfide dell'imprenditoria agricola italiana.
Tra tradizione, innovazioni tecnologiche e nuove sfide, i sei imprenditori, che hanno usufruito dei servizi ISMEA come la misura del Primo Insediamento, BTA e Resto al Sud, hanno raccontato le proprie esperienze lavorative attraverso i mercati italiani ed esteri.

A cominciare da Rocco Vallorani dell'Azienda agricola Vigneti Vallorani di Ascoli Piceno, che è stato il primo imprenditore agricolo a prendere la parola nel panel di presentazione. Rocco ha partecipato a diverse edizioni del Programma di formazione e internazionalizzazione gestito dall' ISMEA e finanziato dal Fondo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

"Ci rapportiamo con i mercati esteri dove c'è sempre più domanda di quella che è la vera agricoltura e artigianalità italiana". Molte delle aziende sono a conduzione familiare, come quella di Rocco. Un'azienda che prende piede un secolo fa grazie all'esperienza dei suoi bisnonni poi maturata nel dopoguerra dalla famiglia Vallorani. L'azienda produce olio e vini di qualità da vitigni Sangiovese, Montepulciano, Pecorino, Passerina, Malvasia e Trebbiano. Un'azienda sostenibile e a basso impatto energetico, con un mercato non più locale, come accadeva agli inizi dell'esperienza in azienda, ma con una vocazione all'internazionalizzazione. "Attualmente - conclude Rocco - vendiamo in circa 13 Paesi, ci stiamo allargando, cercando di dare più valore al nostro territorio". 

Teresa Sardone viene dalla Puglia e più precisamente da Cerignola, Foggia. È la seconda imprenditrice a solcare il palco dell'evento ed è una delle imprenditrici/studentesse di Scienze e tecnologie agrarie ad aver acquistato 80 ettari di terreno a seminativo attraverso la Banca nazionale della Terre Agricole di ISMEA. L'azienda agricola che porta il suo nome è specializzata in colture cerealicole e in particolare nella produzione di farro e frumento. "Oggi è importante che l'agricoltore abbia delle competenze, delle conoscenze. È importante avere degli agricoltori preparati, pronti. L'altro lato della medaglia però - aggiunge Teresa - è il consumatore che punta sempre di più ad un ritorno al passato, come la richiesta di grani antichi e farine meno lavorate". Quindi un futuro che guarda al passato, alle tradizioni messe a punto dai nostri nonni.

Antonella Manuli è una delle tre imprenditrici agricole presenti nel panel Seminiamo il futuro. Milanese d'origine, toscana d'adozione, la Manuli ha dato vita a Pitigliano (GR) all'Azienda agricola biologica "La Maliosa". Con 11 ettari di vigneto e oliveto acquistati attraverso la Banca nazionale della Terre Agricole di ISMEA, l'azienda si riserva la produzione di naturale IGT Toscana da vitigni storici bianco e rosso, olio di oliva extravergine biologico e miele. Il leitmotiv della sua esperienza è sostenibilità. "Da quando ero piccola ho sempre avuto una particolare vocazione alla salute e all'ambiente. Ho iniziato questo progetto agricolo con l'idea di fondo che doveva basarsi sulla sostenibilità. I nostri prodotti vengono realizzati - sottolinea - attraverso un sistema che garantisce al 100% la naturalità ma anche il rispetto per l'ambiente. Ho cercato e creato qualcosa che non c'era ancora, un metodo nel mondo del vino, il 'Metodo Corino'. Una piattaforma per produrre vino naturale", conclude emozionata.

 

Emanuele Pisaroni nella sua azienda agricola "Pizzavacca", situata a Villanova sull'Arda (Piacenza), valorizza le produzioni agricole tradizionali. "Non bisogna perdere la tipicità e la storicità della nostra zona - ha spiegato - l'obiettivo è quello di mettere in luce le piccole aziende per far sì che si riesca a continui a valorizzarla". L'azienda Pizzavacca ha beneficiato dell'attività formative e di presenza fieristica all'estero organizzate dall'ISMEA nell'ambito del Fondo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

"Abbiamo gli stessi obiettivi ogni giorno, ci svegliamo con le stesse paure, la stessa ansia, guardiamo il cielo con la stessa speranza. Un po'di pioggia, di evitare la grandine. La mia terra può dare tanto, senza sfruttare niente nessuno ma semplicemente lavorando e mettendoci passione". Cosi Tiziana Rutigliano racconta il suo modo di intendere il lavoro portato avanti nella sua azienda biologica di Cerignola che produce principalmente vino "Nero di Troia". L'impresa di Tiziana ha usufruito sia della misura del Primo Insediamento di ISMEA per l'acquisto dei terreni, sia delle agevolazioni (tra cui mutui a tasso zero), previste all'interno del regime di aiuto Autoimprenditorialità - Resto al Sud, per finanziare i suoi progetti di investimento.

L'ultimo imprenditore a presentare la sua esperienza è stato Dario Capogrosso. Zoonomo e fondatore dell'Azienda agricola "Il pastore transumante" opera nell'allevamento e nella selezione nazionale delle razze di cane da guardiania antilupo italiane e di cani da tartufo. "ISMEA mi ha dato l'opportunità di realizzare uno dei miei più grandi sogni, creare il mio allevamento". Dario in Piemonte, e più precisamente a Tortona (Alessandria) alleva razze che vanno dal pastore maremmano abruzzese al cane da pastore della Sila (Calabria), cane Fonnese (Sardegna) e Spino degli Iblei (Sicilia). Si tratta di razze antiche tradizionali riconosciute ufficialmente nel 2015 dall'ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) che esaltano, grazie alla biodiversità, la variabilità delle opzioni di protezione del gregge da offrire per chi si occupa di pastorizia o per coloro che vogliono dare protezione ai propri animali da reddito. Un allevamento che gli consente di allevare 200 cani all'anno e "consegnarli personalmente in tutta Europa".

 
 

Giordana La Mendola
ISMEA

 
 

PianetaPSR numero 88 febbraio 2020