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Policy brief

PAC post 2020, Policy brief: pagamenti diretti e gestione del rischio elementi chiave per garantire redditività?

Il documento relativo all'Obiettivo specifico 1, ovvero il sostegno del reddito agricolo, evidenzia le caratteristiche e le variabili della redditività delle imprese agricole sottolineando il ruolo di stabilizzatore rivestito dai pagamenti diretti e dalle assicurazioni. 

Nel novembre 2019, sono stati resi pubblici i policy brief prodotti da un apposito tavolo tecnico predisposto in seno al MIPAAF e composto da esperti Rete Rurale Nazionale e dell'AT al PSRN 2014-2020 Misura 17, al fine di supportare la redazione del futuro Piano Strategico (PS) della PAC post - 2020.

Per mantenere il settore agricolo vitale e in grado di garantire un adeguato approvvigionamento di cibo alla popolazione europea è fondamentale garantire un equo e stabile livello di redditività per le imprese agricole, alimentari e forestali. Questo concetto rappresenta il primo Obiettivo specifico della Politica agricola comune 2021-2027 che si propone di mantenere un reddito adeguato agli agricoltori in tutti territori, anche con l'ambizione di ridurre, per quanto possibile, gli squilibri rispetto ad altri settori, attraverso interventi di sostegno diretto. Azioni di questo tipo mirano dunque al miglioramento economico (sicurezza alimentare), sociale (occupazione) e ambientale (condizionalità).

L'analisi del contesto italiano in relazione all'Obiettivo specifico (OS1) viene sviluppata nel primo dei Policy brief, realizzato dagli esperti della RRN nell'ambito del percorso di costruzione della Strategia nazionale e funzionale alla definizione della conseguente analisi SWOT.

Redditività del lavoro agricolo in Italia rispetto alla UE

In Italia nel 2018 il reddito netto nell'impresa agricola è di 17.400 euro per unità di lavoro familiare, un livello più alto rispetto ai 14.100 euro dell'UE a 28, ma significativamente inferiore al dato medio dell'UE a 15 (26.300 euro). Una situazione simile si evidenzia nel confronto tra il reddito agricolo con il salario in altri settori economici e nella lettura degli andamenti del reddito reale netto dei fattori produttivi per unità di lavoro: anche in questi casi il dato italiano si posiziona meglio di quello UE28, ma risulta peggiore di quello UE 15.
Nella lettura degli andamenti dei redditi agricoli, si deve tenere conto del fatto che l'incidenza dei pagamenti diretti sul reddito dei fattori agricoli per l'Italia è del 16%, a fronte di una media UE a 28 del 27%, poiché nel nostro Paese è presente un'agricoltura ad alto valore aggiunto rispetto alla media europea.

Reddito dell'impresa

 

Volatilità dei prezzi internazionali determinante

La variabilità nel tempo del reddito agricolo dipende da una serie di fattori, in larga misura esogeni, quali le oscillazioni dei prezzi internazionali dei prodotti agricoli e dei mezzi correnti di produzione. Nel lungo periodo il divario tra i prezzi agricoli nell'UE e i prezzi mondiali si è ridotto per effetto della maggiore apertura commerciale; questo ha garantito grandi opportunità, ma ha anche reso i prezzi interni all'UE più sensibili alle fluttuazioni dei mercati mondiali. Nel contesto europeo e italiano, i prezzi dei prodotti hanno registrato una contrazione dal 2013 al 2016, con un recupero nel 2017. Queste tendenze risultano inoltre più amplificate se si leggono i dati a livello di singole produzioni e per diversi territori. Nell'ultimo decennio, i prezzi dei prodotti delle coltivazioni sono aumentati del 24% in totale, soprattutto per le industriali, il vino, la frutta e gli agrumi, l'olio, ma per molti prodotti si sono registrate notevoli oscillazioni annuali; per i prodotti zootecnici la crescita dei listini è stata complessivamente più contenuta (+11). Nel 2007-2018 i prezzi alla produzione del settore agricolo nel complesso, tuttavia, sono cresciuti meno della metà di quelli degli input (+16% a fronte di +24%), spinti dai rialzi dei prezzi di concimi (+33%), energia elettrica (+26%) e mangimi (+28%).

Il peso del valore aggiunto e le differenze territoriali

La lettura a livello territoriale evidenzia la variabilità esistente nel  valore aggiunto (VA) tra le regioni italiane, due terzi delle quali si collocano al di sotto della media italiana. A livello di orientamento produttivo, si conferma un VA per unità di lavoro molto consistente per le aziende granivore o con bovini da latte, nonché per quelle ortofloricole; attorno alla media si osservano le aziende vitivinicole e gli altri allevamenti, mentre sotto la media si possono collocare seminativi, le altre permanenti e le aziende miste. Tuttavia, si conferma, anche, come l'effetto dello svantaggio naturale, specie in montagna, resti rilevante nelle performance economiche delle aziende, anche in relazione alle più limitate possibilità di scelte imprenditoriali dovute ai vincoli imposti dalla localizzazione.

Il ruolo della gestione del rischio

La  gestione del rischio in agricoltura è uno dei principali strumenti per la tutela dei redditi dei produttori agricoli colpiti da calamità naturali, condizioni climatiche avverse, fitopatie o infestazioni parassitarie, oltre che per il contrasto delle dinamiche negative di mercato e la volatilità dei prezzi. L'inasprirsi di questi eventi, negli ultimi anni,  evidenzia la necessità per le aziende agricole di dotarsi di strumenti atti ad assicurare la sostenibilità economica delle proprie imprese. 
Attualmente, l'incidenza dei valori assicurati rispetto alla produzione per il periodo 2014-2018 si attesta su un 20%, anche se con marcate differenze a livello territoriale: le regioni del Nord mostrano, ad esempio, le quote maggiori di valori assicurati, con punte anche del 90% sulla produzione. Per quanto riguarda la distribuzione dei valori assicurati per coltura, nel 2010-2018 le produzioni più assicurate sono state l'uva da vino, la frutta precoce, il riso e il mais.

Il peso dei pagamenti diretti

È noto che i pagamenti diretti favoriscono la resilienza di una larga fetta dell'agricoltura italiana e tendono a garantire un tenore di vita equo degli agricoltori, contribuendo a stabilizzare i redditi, sempre più soggetti alla volatilità di prezzi e produzioni, e a  una produzione alimentare di qualità e salubre. 
In generale, in Italia si osserva una certa variabilità dell'incidenza dei premi per settore, dimensione aziendale, regioni. Il numero complessivo di beneficiari di pagamenti diretti è stimato in oltre 840 mila aziende con un importo medio per azienda di circa 4.650 euro. Il valore dei contributi erogati è certamente consistente, anche se il peso percentuale dei pagamenti diretti in Italia sul VA è nettamente inferiore rispetto alla media comunitaria (22%). 
Nel 2017, l'incidenza del solo pagamento di base (PB) è di circa il 9,3% del valore aggiunto, in calo rispetto ai due anni precedenti, per effetto della cosiddetta convergenza esterna.
Il peso relativo del PB varia a seconda dell'orientamento produttivo: i seminativi mostrano un valore doppio rispetto alla media nazionale (18,5%), mentre si stimano pochi punti per le aziende specializzate in ortoflorovivaismo (1%), nella produzione di vino (2,2%) e negli allevamenti di granivori (2,6%). L'incidenza del PB è decrescente all'aumentare delle dimensioni economiche aziendali.
Per quanto riguarda il contributo delle indennità compensative per la montagna, il peso della misura si conferma sostanzialmente ridotto e non in grado di compensare i reali svantaggi derivanti dalla collocazione montana, ma resta l'importanza di questo aiuto come base di stabilità per le aziende situate in tali zone.

Alcune riflessioni conclusive

Nella proposta per la PAC post-2020 gli strumenti prioritari per la stabilizzazione del reddito sembrano essere, come in passato, i pagamenti diretti e gli strumenti di gestione del rischio.
La forte competizione, l'instabilità dei mercati e la volatilità dei prezzi richiedono modalità adeguate di sostegno agli agricoltori: una delle sfide economiche prioritarie della futura PAC riguarda proprio la capacità di garantire e di stabilizzare i redditi degli agricoltori e di aumentarne la resilienza, attraverso un sostegno più mirato ed equilibrato fra settori e aziende. I pagamenti diretti rappresentano una componente essenziale della politica, insieme alle misure di mercato e agli strumenti di gestione del rischio, anche se le opportunità di migliorare la competitività e la resilienza delle singole aziende deriveranno da un più ampio quadro di interventi basato su strategie economiche, sociali ed ecologiche. 
Considerate le fisiologiche oscillazioni del reddito, i pagamenti diretti sono, pertanto, giustificati dalla necessità di assicurare un reddito equo e stabile per l'agricoltore, al fine di mantenere l'attività agricola sul territorio dell'Unione, considerando il ruolo che l'agricoltura riveste per l'approvvigionamento alimentare.

Strumenti e fonti utilizzati nella sua costruzione

Si sono utilizzati e commentati principalmente gli indicatori previsti dal PMEF (Quadro di monitoraggio e valutazione della PAC post-2020). L'obiettivo specifico 1, nelle proposte regolamentari, è articolato in sotto-obiettivi, a cui corrispondono altrettanti principali indicatori di contesto, che diventano anche indicatori di impatto:

  • ridurre il divario di reddito con le altre attività economiche (C.25 - I.2);
  • ridurre le fluttuazioni del reddito agricolo (C.24 - I.3);
  • sostenere un reddito agricolo sufficiente in tutti i settori e per tutte i tipi di aziende (C.26 - I.4);
  • contribuire all'equilibrio territoriale (C.26 - I.5).

A questi primi quattro, individuati dalle proposte di regolamento, si aggiunge l'elemento relativo alla gestione del rischio (R.5 Gestione del rischio).
L'insieme di indicatori proposta dal PMEF, basata su dati EUROSTAT, consente di strutturare una analisi consistente, ma richiede necessariamente di essere integrata con altre informazioni, più adeguate a descrivere la complessità del settore primario in Italia e le specificità regionali e le singole produzioni. Ad esempio, nella osservazione del confronto tra il valore medio nazionale e il reddito, stimato con la proxy del valore aggiunto, per tipo produzione e territorio, la fonte più indicata, se non l'unica, per questa informazione è la RICA/FADN. L'indicatore è specificato per regione (NUTS 2), orientamento produttivo e per dimensione aziendale.

 
 

Roberto Cagliero
Federica Cisilino
Francesco Licciardo
Crea PB

 
 

PianetaPSR numero 89 marzo 2020