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Rapporto ISMEA-Qualivita: #DopEconomy si conferma volano dei distretti agroalimentari

824 riconoscimenti a Indicazione Geografica, di cui 300 nel comparto del food (DOP, IGP e STG) e 524 in quello del vino: l'Italia si conferma il Paese con il maggior numero di prodotti certificati, prima della Francia e della Spagna.

Dal Rapporto Ismea-Qualivita, l'indagine annuale che analizza i valori economici e produttivi della qualità delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP IGP STG, emerge la crescita del valore economico delle produzioni a indicazione geografica che per la prima volta supera i 16 miliardi di euro (+6%), contribuendo per il 20% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale.

 
 

Anche nell'export, dove il comparto IG mantiene una quota stabile pari al 21% sul totale agroalimentare, i risultati sono positivi, viene raggiunto e superato il valore di 9 miliardi di euro, con una crescita del 2,5%; il contributo maggiore all'export è fornito dal comparto dei vini, con 5,4 miliardi di euro, ma ottima è anche la performance dell'agroalimentare che si attesta sui 3,6 miliardi di euro.

 
 

In generale la crescita è accompagnata anche da una buona performance sul mercato interno, si rileva infatti una generale migliore tenuta delle vendite alimentari di prodotti IG rispetto agli omologhi convenzionali (ad esempio, l'analisi evidenzia, per le vendite di formaggi IG nel 2018 una crescita del +2% in quantità, di contro quelle dei formaggi non IG invece registrano un calo del 1,6%).

Che cosa si nasconde dietro questo successo? Autenticità, tradizione, gusto, tipicità, legame con il territorio d'origine, sicurezza e tracciabilità sono le caratteristiche principali nella percezione dei prodotti IG da parte dei consumatori, inizialmente consumatori di nicchia, molto attenti alla qualità tout court ma ciò ha contribuito ad una progressiva ed inequivocabile affermazione delle IG sul mercato.

Oggi, grazie a 180.000 operatori e 285 consorzi disseminati su tutto il territorio nazionale, l'Italia mantiene un primato mondiale, oltre un prodotto su quattro, registrati come DOP, IGP, STG nel mondo è italiano.

 
 

Con Fabio Del Bravo, Responsabile della Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di ISMEA, direzione che cura questo rapporto da ormai diciassette anni, ripercorriamo gli aspetti salienti di questa indagine che è diventata un appuntamento importante per il settore.

"E' indubbio che il settore sia robusto, a trenta anni dall'entrata in vigore del Regolamento Comunitario che ha istituito le Indicazioni Geografiche, il modello appare ancora interessante e non solo per i paesi mediterranei: il continuo incremento dei riconoscimenti da parte anche di paesi del Nord o dell'Est Europa ne rappresenta la prova più palese. A livello nazionale poi, si riscontra un livello di pervasività del modello estremamente elevata. Se fino a oggi è stato rilevato come in tutte le province italiane sia riscontrabile una ricaduta economica positiva dovuta alle filiere IG agroalimentari e/o vitivinicole, attraverso ulteriori e più recenti elaborazioni, possiamo dire che rispetto al totale dei 7.927 comuni italiani, 7.820, ossia il 99% del territorio, sono legati a una produzione certificata. Sebbene la concentrazione del valore sia più forte in alcune realtà, basti pensare che le prime quattro regioni per impatto economico si trovano nel Nord Italia, negli ultimi anni abbiamo visto nascere e rafforzarsi molteplici distretti produttivi anche nelle regioni italiane del Centro Sud, con il consolidamento di distretti alimentari importanti come la Mozzarella di Bufala Campana Dop, la Pasta di Gragnano, il Cioccolato di Modica o l'Arancia Rossa di Sicilia IGP; così come in altre aree si assiste all'allargamento significativo del paniere di prodotti come, ad esempio, in Toscana e Veneto .Emerge chiaramente che gli elementi di forza del sistema IG risiedono, oltre che nella capacità di essere export oriented e nel legame con l'industria alimentare - che si rafforza nel tempo ed è capace di generare valore aggiunto -, nella capacità di fungere da collettore per lo sviluppo del tessuto locale."

 
 

Vanna Sportelli
Ismea

 
 

PianetaPSR numero 89 marzo 2020