L'innovazione è considerata come un rimedio alle problematiche economiche e sociali in quanto supporta la crescita economica, aumenta il livello di competitività e d'occupazione di un paese (Remo et al., 2011; Kubeczko et al., 2006) e, dunque, risulta un elemento fondamentale per il settore forestale, definito talvolta come statico e tradizionalista, ma che ormai da diversi anni si sta aprendo all'implementazione di nuove idee economicamente remunerative (Remo et al., 2011).
Il patrimonio forestale italiano ha subito un forte incremento negli ultimi 80 anni (72%), effetto in particolare del progressivo spopolamento, e secondo i dati dell'ultimo Rapporto sulle Foreste (RAF, 2019) raggiunge quasi gli 11 milioni di ettari, che rappresentano oltre il 35% del territorio, e in alcune Regioni e Provincie Autonome (come Umbria, Liguria, Sardegna, Toscana e Trentino Alto-Adige) occupano il 50% circa della superficie.
Le foreste sono state protagoniste di profonde trasformazioni che hanno riguardato le attività socioeconomiche, infatti la gestione agrosilvopastorale ha determinato notevoli cambiamenti a livello strutturale, di composizione e di diversità degli ecosistemi forestali, la cui ricchezza e complessità continuano a renderli un'opportunità per valorizzare il nostro territorio e per ottenere vantaggi non solo di tipo ambientale, ma anche economici, occupazionali e sociali soprattutto per le aree più marginali.
Il comparto forestale del nostro Paese è fortemente influenzato dalle scelte politiche attuate e dalla presenza di una strategia notevolmente regionalizzata che ha portato ad un elevato livello di disomogeneità all'interno del settore. Negli ultimi decenni in ambito internazionale, comunitario e nazionale è sempre più riconosciuta la necessità di tutelare attivamente le foreste attuando una gestione sostenibile attraverso una pianificazione forestale obbligatoria in grado di generare evidenti esternalità positive (servizi ricreativi, sociali, culturali e ambientali).
Considerate le enormi funzioni svolte dalle foreste per l'ambiente, la salute, l'economia, il paesaggio, è fondamentale riuscire a lavorare sulle criticità che caratterizzano il settore forestale; la diversità ecologica, geomorfologica e pedoclimatica delle regioni italiane rappresenta un'indubbia ricchezza biologica, paesaggistica e culturale, ma l' aumento del costo del lavoro in bosco, confrontato con una sostanziale stagnazione del prezzo dei prodotti, ha provocato una ulteriore e progressiva perdita di attenzione da parte di imprenditori e proprietari (pubblici e privati) alle attività di gestione e manutenzione del territorio forestale (Marandola e Romano, 2013). Nel nostro Paese, infatti, i prelievi legnosi sono al di sotto della media europea (18-37% vs 62-67%) questo fa sì che l'Italia sia un importatore netto di prodotti forestali e, quindi, molto dipendente dai mercati esteri, inoltre, il legname nazionale oltre che quantitativamente limitato risulta di scarso valore commerciale, perché rappresentato da legna da ardere per almeno il 60% (RAF, 2019).
Un altro aspetto importante da considerare anche per la commercializzazione dei prodotti legnosi e che rappresenta un utile strumento di marketing per le imprese, ma anche un riconoscimento e una promozione della gestione forestale sostenibile è la certificazione forestale, che assicura ai consumatori che l'azienda rispetta e ha comportamenti coerenti con le loro attese. Tuttavia, nonostante i vantaggi che la certificazione è in grado di offrire soltanto il 9% (RAF, 2019) della superficie nazionale è interessata da questo processo volontario che porta al rilascio di un certificato di gestione forestale[1] da parte di un organismo terzo e indipendente accreditato a livello nazionale o internazionale.
Un'altra criticità per le foreste è rappresentata dal fenomeno degli incendi che, secondo Pettenella e Corradini (2018), ha radici più profonde legate al sistema di governance e agli assetti istituzionali nella gestione delle risorse boschive. Tra le altre cause del problema, che ha, soprattutto nel 2017 raggiunto dimensioni considerevoli (74.000 ettari colpite da incendi), è opportuno evidenziare anche le condizioni meteorologiche e climatiche (alte temperature, umidità, ventosità, le ondate di calore) che caratterizzano il nostro Paese.
Con le opportunità offerte dalla programmazione 2014 - 2020 e in particolare con i Gruppi operativi (GO) del Partenariato Europeo per l'innovazione in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura (PEI AGRI) si introduce il concetto di innovazione interattiva che promuove l'attivazione di percorsi di partecipazione paritaria tra attori (a valle della filiera della ricerca) e conduce alla creazione di soluzioni innovative (Cristiano, 2013). I GO, infatti, sono gruppi a livello locale costituiti da soggetti diversi - come agricoltori, ricercatori, consulenti, imprese, ONG - e istituiti per rispondere a esigenze aziendali attraverso una soluzione innovativa o per sperimentare nella pratica un'idea innovativa.
Sul nostro territorio sono stati selezionati 541 GO e il 4,8% (26) fa riferimento al comparto forestale, con un finanziamento concesso che supera i 6,5 milioni di euro e che rappresenta oltre l'88% della somma della spesa ammessa.
Il 69% dei progetti presentati dai GO forestali sviluppa innovazioni di processo, ovvero modalità nuove o migliorate per una o più funzioni che differiscono significativamente dalle precedenti e che sono state messe in uso da un determinato soggetto (OCSE, 2019), mentre il 31% introduce innovazioni sia di processo sia di prodotto, che modificano, quindi, sia i processi produttivi sia il prodotto finale.
I 26 GO forestali presentano partenariati che hanno una numerosità diversa, in particolare nella maggior parte dei progetti (14) sono presenti da 3 a 6 partner e in 6 gruppi il partenariato sale da 7 a 10 componenti. Solo pochi GO presentano un partenariato più ampio dove la componente rilevante è rappresentata da un numero notevole di imprese agricole, che in totale sono 76, da 46 istituti di ricerca e tra le 68 tipologie di partner classificate in "altre categorie", sono presenti consorzi di tutela e di valorizzazione, enti locali territoriali e di formazione professionale, associazioni ambientaliste e dei consumatori, organizzazioni professionali agricole, dei produttori e degli allevatori.
Dall'analisi dei progetti presentati è palese che le attività di gestione sostenibile delle foreste rappresentano lo strumento per eccellenza in grado di assicurare la cura del territorio, infatti il fabbisogno a cui si risponde è proprio l'inadeguata e la scarsa tutela attiva del patrimonio forestale.
Nella maggior parte dei GO il 30% promuove innovazioni di carattere organizzativo-gestionale che prevedono, dunque, nuovi modelli di gestione, piani di approvvigionamento e coordinamento delle attività, in grado di migliorare la produttività e la competitività dell'intero comparto e di tutte le filiere connesse. Il 17% dei progetti, invece, introduce soluzioni innovative che puntano su aspetti tecnologici e tecnico-produttivi per la valorizzazione e la gestione sostenibile del patrimonio forestale.
Nei progetti innovativi esaminati non solo è evidente una risposta alle criticità del settore, ma anche l'idea di potenziare i vantaggi intrinseci che il patrimonio forestale è in grado di offrire (quali i servizi ecosistemici, la multifunzionalità, il potenziale impatto sugli altri settori economici e il ruolo strategico). Per i servizi ecosistemici offerti dal patrimonio forestale quali protezione del suolo, mitigazione dei cambiamenti climatici, produzione di legno, ecc. hanno impatto nel 22% dei progetti innovazioni chimiche, tecnologiche e relative al monitoraggio del carbonio e delle piante di castagno, entrambe classificate nella categoria "altro". Il 33% delle innovazioni tecnico-produttive incide su settori economici, come il commercio, le costruzioni, l'energia, ecc., il 50% di quelle organizzativo-gestionali influenza il ruolo strategico del comparto nella sicurezza idrogeologica, nella mitigazione degli eventi climatici estremi; infine, ancora il 36% delle innovazioni organizzativo-gestionali e il 27% di quelle tecnologiche, impattano sulla promozione della multifunzionalità per lo sviluppo socioeconomico del settore e, quindi, sul contrasto dell'abbandono della popolazione delle aree montane e rurali.
L'inadeguata gestione dei territori forestali ha ripercussioni negative sull'intero settore e determina, ovviamente, anche una insoddisfacente conservazione delle foreste.
L'innovazione, risultato di un atto di creatività stimolato dalla esigenza di comprendere un fenomeno e/o di risolvere un problema (Vagnozzi, 2013), è determinante per la crescita del settore in termini di produttività e competitività.
Tutte le soluzioni innovative proposte dai GO esaminati offrono una risposta, seppur talvolta, in modalità diverse al problema relativo alla gestione sostenibile del patrimonio forestale favorendone, quindi, la sua valorizzazione; una migliore programmazione gestionale, l'introduzione di innovazioni tecnologiche, tecnico-produttive, la valorizzazione e lo sviluppo dei prodotti finali, la differenziazione produttiva, rappresentano soluzioni in grado di rispondere in modo adeguato ai limiti del settore con l'obiettivo di incrementarne la produttività e di far convergere i diversi anelli della filiera facendoli operare in modo sinergico per ridurre i costi, generare reddito e esternalità positive per tutta la società e l'ambiente.
Rita Iacono (CREA-PB) rita.iacono@crea.gov.it
Patrizia Borsotto (CREA-PB) patrizia.borsotto@crea.gov.it
PianetaPSR numero 93 luglio/agosto 2020