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La banda ultra larga nelle aree rurali: il divario digitale è ancora da superare

Il digital divide infrastrutturale continua ad essere un elemento limitante per lo sviluppo, soprattutto nelle aree rurali e marginali.

Siamo sempre più connessi. Ogni giorno milioni di persone utilizzano la rete per lavorare, guardare un film, fare acquisti o cercare una location per un fine settimana fuori porta. Magari un agriturismo! Ogni giorno milioni di dispositivi fissi e mobili scambiano e scaricano dati, informazioni, codici. Viviamo nell'epoca delle connessioni, quelle veloci ed ultra veloci. Ed è proprio il periodo storico che stiamo vivendo che ci ha dimostrato l'importanza della disponibilità di connessioni internet adeguate. La connettività come "bene primario". 
Eppure esistono condizioni di disparità tra territori che non permettono di utilizzare prodotti e servizi che viaggiano attraverso la rete, siano essi di base o avanzati. Il digital divide infrastrutturale continua ad essere un elemento limitante per lo sviluppo delle economie e della società, in Italia così come nel mondo [1]. Digital divide che è particolarmente accentuato nelle aree rurali ed in quelle più marginali. 

I dati dell'ultimo rapporto DESI 2020 [2] (Indice di digitalizzazione dell'economia e della società) posizionano l'Italia al quartultimo posto in Europa, tutto "merito" di un bassissimo livello di competenze digitali di base e avanzate, di un ridotto numero di specialisti e laureati nel settore ICT e di un modesto utilizzo dei servizi online, compresi i servizi pubblici digitali o le tecnologie quali il cloud e i big data. Esiste quindi un tema "capitale umano" da affrontare e risolvere. Ma c'è anche e soprattutto un tema relativo alla connettività: da un lato alcune (poche) eccellenze (ad esempio la preparazione al 5G molto avanzata), dall'altro forti lacune (ad esempio la diffusione della banda larga fissa ad almeno 100 Mbps ancora bassa). Luci ed ombre, ancora più accentuate nelle aree rurali. In queste aree infatti la connettività in fibra fino ai locali (FTTP) [3], la migliore tecnologia ad oggi disponibile in grado di assicurare velocità minime in download ben oltre i 100 Mbps, è disponibile solamente per il 2,13% delle famiglie italiane, un'inezia in confronto alla Lettonia (prima in Europa) dove il 73% delle famiglie che vive in aree rurali beneficia di connessioni in fibra fin dentro casa. Tuttavia, è d'obbligo evidenziare che in Italia il 68,4% delle famiglie in aree rurali può beneficiare di connessioni NGA ("Next Generation Access") ovvero tutte quelle tecnologie che abilitano connessioni con velocità superiori ai 30 Mbps in download, questo grazie alla tecnologia FTTC utilizzata dall'operatore "storico" con la fibra che si ferma al cabinet (l'armadio che troviamo in strada) e i dati vengono poi fatti viaggiare sfruttando la rete telefonica in rame fin dentro le case degli utenti finali. Inoltre, rispetto all'analisi della velocità massima disponibile per ogni indirizzo civico, l'AGCOM rileva un dato interessante e al tempo stesso allarmante: il 17% dei civici in aree rurali risulta "non collegabile"[4]. Ed è qui che entrano in gioco le connessioni mobili (specialmente 4G) che permettono di sopperire alla mancanza di un'infrastruttura di rete "fisica". Il 4G, infatti, ha una copertura complessiva che si assesta al 97% delle famiglie considerando la media degli operatori, ed assicura delle buone velocità di trasmissione dei dati. Ma tutto ciò non è certamente sufficiente.

La Commissione europea nel 2010 proponeva una strategia per la connettività e obiettivi ambiziosi per assicurare entro il 2020 che "tutti gli europei abbiano accesso a connessioni molto più rapide, superiori a 30 Mbps, e che almeno il 50% delle famiglie europee si abboni a internet con connessioni al di sopra di 100 Mbps" [5]. Pochi anni dopo, nel 2016, una nuova Comunicazione della Commissione confermava e rafforzava ancor di più la strategia di diffusione della connettività "verso una società dei Gigabit europea" [6] individuando degli obiettivi strategici da raggiungere entro il 2025:

  • connettività internet Gigabit per i principali motori socioeconomici (scuole, poli di trasporto e principali prestatori di servizi pubblici) e per le imprese ad alta intensità digitale; 
  • copertura 5G ininterrotta in tutte le aree urbane e su tutti i principali assi di trasporto terrestre;
  • accesso a connettività internet che offra un downlink di almeno 100 Mbps, potenziabile a velocità Gigabit, per tutte le famiglie europee, nelle aree rurali e in quelle urbane.

Diventa quindi centrale il tema dell'abbattimento del digital divide delle aree rurali per assicurare condizioni di vita e prospettive di crescita in linea con quelle delle aree urbane. Un'azione importante e sinergica allo sviluppo rurale per arrestare lo spopolamento delle aree svantaggiate e rivitalizzare i territori rurali. Ma siamo nel 2020 e c'è bisogno di un'accelerata per recuperare il passo e non rimanere indietro.

In tal senso diverse sono le iniziative (pubbliche e private) per la diffusione di reti per la connettività sempre più rispondenti agli obiettivi europei. Nel 2015, ad esempio, il Governo italiano ha emanato la "Strategia Italiana per la Banda Ultra Larga" [7]  (strategia BUL), un piano molto ambizioso finalizzato alla realizzazione di una rete pubblica a banda ultra larga future proof per assicurare all'85% della popolazione connessioni superiori a 100 Mbits in download e 50 Mbits in upload mentre per il rimanente 15% della popolazione connessioni superiori a 30 Mbps in download e 15 Mbps in upload. Inoltre, il piano prevede che tutte le sedi di Pubblica Amministrazione (centrali e locali) siano collegate ad almeno 100 Mbps, al fine di sviluppare e promuovere l'utilizzo delle applicazioni di e-government. Un piano che si articola in diverse fasi e che in questo momento sta interessando l'infrastrutturazione delle cosiddette "aree bianche a fallimento di mercato" ovvero tutte quelle aree dove i privati non fanno investimenti per mancanza di ritorno economico. Investimenti che riguardano in particolare la posa della fibra ottica, elemento abilitante per connessioni che possono assicurare velocità pari o superiori a quelle dell'Agenda Digitale europea 2020 e in linea con gli obiettivi della Gigabit Society 2025.La strategia BUL punta alla realizzazione di infrastrutture di rete afferenti alla categoria "Next Generation Access" (NGA), laddove queste non esistono, e al potenziamento delle stesse attraverso la creazione di infrastrutture in fibra "Very High Capacity Network" (NGA-VHCN). Stiamo quindi assistendo all'evoluzione digitale che ci sta traghettando dalla broadband ADSL e i suoi (teorici) 20 Mbps attraverso cavi in rame verso una ultra broadband su fibra ottica con velocità minime garantite superiori a 100 Mbps e pronte per superare la sfida del gigabit. 
La tecnologia utilizzata è quella conosciuta come FTTH, acronimo che sta per Fiber-To-The-Home. Vale a dire che ingenti quantità di dati vengono trasferite ad altissima velocità attraverso un'infrastruttura completamente in fibra dalle centrali fin dentro le case abilitando gli utenti finali ad utilizzare servizi sempre più evoluti (basti pensare alle applicazioni per la medicina digitale). Laddove la fibra non può arrivare si interviene con una tecnologia radio denominata Fixed Wireless Access (FWA) altresì detta "fisso wireless" che permette di raggiungere le porzioni di territorio più difficili dal punto di vista orografico o quelle aree dove la densità di popolazione è estremamente bassa e lo scavo di km di mini trincee per portare la fibra diventerebbe antieconomico. Il fisso wireless assicura connessioni a 30 Mbps in download ed una singola "stazione radio base" (antenna) può collegare più utenti contemporaneamente. Ma la tecnologia avanza rapidamente proponendo soluzioni tecniche sempre più performanti: oggi sono già disponibili connessioni FWA con capacità pari o superiori a 100 Mbps in download che, ad esempio, possono contribuire in maniera sostanziale al soddisfacimento degli obiettivi europei al 2025 nelle aree rurali.

 
 

Note

  • [1] World Development Report 2016 https://www.worldbank.org/en/publication/wdr2016 
  • [2] Digital Economy and Society Index (DESI) https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/desi 
  • [3] Per FTTP (fiber to the premises) si intende la fibra fino ai locali che in Italia è tipicamente associata alle tecnologie FTTB (fiber to the building) e FTTH (fiber to the home)
  • [4] AGCOM: DESI 2020 e Indicatori 1H2019 https://maps.agcom.it/
  • [5] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni "Un'agenda digitale europea" [COM(2010)245 final]
  • [6] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni "Connettività per un mercato unico digitale competitivo: verso una società dei Gigabit europea" [COM(2016)587 final]
  • [7] https://bandaultralarga.italia.it/strategia-bul/strategia/
 
 

Nicola D'Alicandro 

CREA-PB

 
 

PianetaPSR numero 93 luglio/agosto 2020