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Innovazione

L'innovazione nelle misure del PSR 2014-2020 della Regione Lombardia

Nell'attuale programmazione stanziati complessivamente più di 25 milioni di euro per finanziare operazioni che contribuiscono all'obiettivo trasversale di innovazione. Ad oggi sono stati emanati 4 bandi e sono state ammesse a finanziamento complessivamente 81 domande.

L'INNOVAZIONE NEL CONTESTO LOMBARDO

Innovazione, è oggi una parola che rappresenta l'elemento essenziale per migliorare la competitività e la sostenibilità aziendale in un contesto economico sempre più complesso, e per generare valore in una prospettiva di lungo periodo, perché è in grado di garantire allo stesso tempo l'uso sostenibile delle risorse e dei servizi ecosistemici, la sicurezza alimentare e lo sviluppo del territorio in modo adeguato. 

Nel contesto lombardo, così come anche nel territorio nazionale, però è evidente uno scambio poco efficace di conoscenze tra mondo della ricerca e agricolo che determina una certa difficoltà nel trasferimento delle innovazioni e di conseguenza nella loro adozione.

Tuttavia, in Regione sono presenti enti e istituzioni di ricerca di interesse per il sistema agricolo in prevalenza di natura pubblica, e che oltre all'agricoltura in senso stretto, interessano anche gli ambiti agro-alimentare, agro-ambientale, forestale e territoriale (PTR 2010-2012).  Si tratta, dunque, di un patrimonio territoriale diffuso, che rappresenta un grande potenziale per la realizzazione di attività sperimentali. Infatti, secondo l'analisi di contesto regionale realizzata per l'attuale Programma di Sviluppo Rurale (PSR 2014-2020), nei primi 10 anni circa del 2000, sono stati cofinanziati dalla Regione Lombardia circa 400 progetti di ricerca e innovazione per un valore totale approssimativamente di 77 milioni di euro.

 

Nel 2016 la Lombardia ha emanato la legge regionale n. 29 "Lombardia è ricerca"[1], che rappresenta un sintomo della disponibilità di strumenti di finanziamento, di scelta strategica, di governance all'interno del sistema regionale, in grado di far operare in modo connesso le diverse componenti del Sistemi della conoscenza e dell'innovazione (AKIS) [2] presenti nel territorio (Policy brief AKIS, 2020). 

Negli anni successivi alla definizione e attuazione del PSR 2014-2020, Regione Lombardia ha continuato a sostenere il potenziamento della ricerca e sviluppo e dell'innovazione nel settore agricolo e forestale, infatti, perseguendo un approccio complementare e di raccordo con l'attuale programmazione, nel 2018 è stato emanato il bando per supportare i progetti di ricerca in campo agricolo e forestale che non possono essere finanziati dal Fondo europeo per lo sviluppo rurale (FEASR). Nell'ambito delle politiche di sviluppo rurale i progetti che riguardano la ricerca fondamentale e industriale, gli studi fitopatologici, non trovano riscontro. 

Con il bando 2018 sono stati finanziati in totale 26 progetti di ricerca, nel dettaglio 25 relativi alla ricerca agricola e forestale e 1 all'agro biodiversità, i comparti prevalenti sono rappresentati dai cereali e le colture erbacee (23%) e dalla zootecnia (19%), inoltre, il 3% dei progetti riguarda problematiche fitopatologiche.

I progetti raggiungono un valore totale di circa 12 milioni di euro e una spesa a carico del bilancio regionale che ammonta a circa 8,5 milioni di euro.

Fattori determinanti affinché siano possibili la diffusione dell'innovazione e il trasferimento della conoscenza è la presenza di un sistema agricolo professionale che coinvolga aziende capaci di utilizzare le innovazioni, come ad esempio l'introduzione di nuove pratiche colturali e di allevamento, l'utilizzo di tecnologie informatiche per poter far fronte adeguatamente alle esigenze produttive e di mercato, ecc.

Sulla base del contesto regionale, è stata definita la strategia del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 in grado di contribuire a tre obiettivi trasversali: i) innovazione, ii) ambiente e iii) mitigazione ai cambiamenti climatici e adattamento ad essi. Con il sostegno ai processi di innovazione si intendono supportare diversi aspetti che spaziano dalla gestione aziendale in un'ottica di sostenibilità alla diffusione di nuove metodologie e tecnologie produttive.

IL PSR 2014-2020: LE OPERAZIONI CHE CONTRIBUISCONO ALL'INNOVAZIONE

Nell'attuale periodo di programmazione (2014-2020), come è ben noto, le politiche sottolineano l'importanza sia della conoscenza sia dell'innovazione nello sviluppo del settore agricolo e delle aree rurali, focalizzando in particolare l'attenzione sull'approccio interattivo e sulla necessità di diffondere fra le imprese agricole soluzioni innovative che sappiano rispondere ai problemi reali e concreti.

Con il PSR 2014-2020 di Regione Lombardia sono stati stanziati complessivamente più di 25 milioni di euro per finanziare operazioni che contribuiscono all'obiettivo trasversale di innovazione, e quindi, legate alla diffusione delle conoscenze, alla promozione di forme di cooperazione tra mondo della ricerca e settore agricolo, forestale e agroindustriale su progetti che nascono da esigenze e problemi concreti dei settori produttivi. 

In particolare, l'operazione 1.2.01 "Progetti dimostrativi e azioni di informazione" ha una dotazione complessiva di 7 milioni di euro, mentre la 16.1.01 "Gruppi operativi PEI" e la 16.2.01 "Progetti pilota e sviluppo di innovazione" hanno una quota di risorse pari a 17,4 milioni di € [3]

Dall'inizio della programmazione ad oggi sono stati emanati per tutte le operazioni in oggetto un totale di 4 bandi e nel dettaglio sono state ammesse a finanziamento complessivamente 81 domande [4].

 

Grafico 5: Bandi e dotazione finanziaria operazioni 1.2.01; 16.1.01; 16.2.01

 
Fonte: elaborazioni CREA-PB su dati Regione Lombardia

I progetti finanziati nell'ambito dei bandi delle tre operazioni, così come nel bando 2018 della ricerca, rispecchiano nella maggior parte dei casi i comparti regionali prevalenti: zootecnico e seminativo. In particolare, per le operazioni 1.2.01 e 16.1.01 i progetti riguardano i bovini da latte (35% e 26%), mentre nel caso della 16.2.01 le progettualità sono relative al settore cerealicolo (38%). 

Inoltre, tutti i progetti presentati introducono innovazioni di processo (16.1.01: 64%; 16.2.01: 81%; 1.2.01: 100%), ovvero modalità nuove o migliorate per una o più funzioni che differiscono significativamente dalle precedenti e che sono state messe in uso da un determinato soggetto (OCSE, 2018); in percentuali decisamente inferiori gli altri progetti introducono, invece, innovazioni sia di processo sia di prodotto, che modificano, quindi, sia i processi produttivi sia il prodotto finale.

Inoltre, i progetti finanziati presentano partenariati costituiti soprattutto, per quanto concerne i Gruppi operativi (GO) e i progetti pilota, da imprese agricole (63% e 45%), mentre nel caso dei progetti dimostrativi la componente maggiore dei partner, ovviamente, è rappresentata dagli istituiti di ricerca (62%) visto che si tratta di un'operazione destinata alle imprese, agli addetti e ai tecnici dei settori agricolo e agroalimentare.

Dal punto di vista finanziario, per ovvie ragioni[5], i progetti finanziati nell'ambito dell'operazione 16.1.01 hanno un contributo ammesso a finanziamento decisamente più alto rispetto a quelli della 16.2.01 e 1.2.01, infatti per i primi il valore va dai 501.000 ai 650.000 € nel 60% dei casi, invece relativamente alla 16.2.01 e alla 1.2.01 una percentuale di domande rispettivamente superiore al 70% e pari al 40% prevede un contributo che va dai 151.000 ai 250.000 € e dai 151.000 ai 200.000 €.

Tutti i progetti selezionati e ammessi a finanziamento presentano caratteristiche che rispondono evidentemente alle esigenze analizzate all'interno del contesto regionale, quali la scarsa integrazione tra il settore produttivo e il mondo della ricerca, e, di conseguenza la difficoltà della diffusione e attuazione delle innovazioni, l'incremento della redditività e competitività delle imprese, e la maggiore qualificazione del capitale umano. 

Dall'analisi dei GO (16.1.01) il 26% dei progetti presenta caratteristiche tecnologiche tese a migliorare la produttività e competitività dei comparti e il 21% agronomiche per salvaguardare la fertilità dei suoli e aumentare la qualità dei prodotti. L'esame dei progetti pilota (16.2.01) mette in evidenza caratteristiche tecnico produttive (23%) e agronomiche (20%) volte a ridurre le criticità dovute all'adozione di tecniche di coltivazione convenzionali e a migliorare le pratiche produttive. Infine, relativamente all'analisi delle domande finanziate nell'ambito dell'operazione 1.2.01, le attività dimostrative e informative rilevano un peso maggiore per gli  aspetti agronomici (23%), zootecnici (20%) e tecnologici (15%), infatti, i progetti attribuiscono rilevanza alla diffusione di: i) tecniche di agricoltura di precisione e buone pratiche, ii) nuovi modelli per gestire in modo ottimale la riproduzione degli allevamenti e metodologie per la zootecnia di precisione, iii) strumenti innovativi per rendere più sostenibile la gestione dell'allevamento attraverso la riduzione dell'uso dei farmaci e garantendo il benessere animale.

Tutti i progetti finanziati nell'ambito delle tre operazioni, alcuni già conclusi e altri in corso di realizzazione, rappresentano un modo nuovo di rispondere alle esigenze del contesto lombardo, innovando processi e prodotti secondo un approccio cooperativo e integrato volto a superare la logica individuale attraverso il potenziamento sia di una prospettiva comunitaria sia dei sistemi di governance.

BIBLIOGRAFIA

Note

 
 

Rita Iacono (CREA-PB) rita.iacono@crea.gov.it

Si ringrazia la disponibilità dei funzionari regionali: Dott.ssa Elena Brugna e Dott. Marco Castelnuovo

 
 

PianetaPSR numero 96  novembre 2020