PianetaPSR
Paesaggi rurali

Le mappe dei paesaggi rurali: uno strumento di valorizzazione e salvaguardia del territorio e dell'agricoltura

La RRN ha organizzato un evento di approfondimento e confronto tra operatori in Piemonte sul ruolo dei paesaggi rurali e sulle funzionalità dell'applicazione my maps.

Tre giornate, tra visite in campo e dibattito, per confrontarsi sul ruolo e le possibilità dei paesaggi rurali: è quanto ha offerto l'evento organizzato dall'ISMEA- Rete Rurale Nazionale "Le mappe dei paesaggi rurali per la valorizzazione e la salvaguardia delle attività e delle tradizioni agricole delle comunità locali".
L'evento è stato strutturato in tre giorni, le prime due giornate dedicate a conoscere lo strumento dell'app "'my maps' le mappe del paesaggio rurale", direttamente con visite in quattro territori del Piemonte, e una giornata conclusiva dedicata ad approfondire tutti gli aspetti che incidono positivamente sulla tutela e preservazione di un'agricoltura per così dire "a passo lento".
Nei due giorni di visite[1]  si sono svolti incontri con le aziende, i sindaci, la cittadinanza locale, associazioni, ma anche con operatori istituzionali che nel corso del 2019 erano stati sensibilizzati agli obiettivi del progetto, quali gli enti parco, i consorzi, le provincie di Biella e Vercelli, l'Osservatorio del Paesaggio delle valli Alta Bormida ed Uzzone e altri ancora nei seguenti territori:

- Policolture storiche di Valle Uzzone
- Pascoli arborati del Roccaverano
- Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino
- Baraggia vercellese e biellese
 
Il paesaggio rurale italiano, attore principale del progetto RRN - Ismea "le mappe dei paesaggi rurali" [2] è un patrimonio naturale e culturale di un'eccezionale ricchezza e le mappe si basano su uno specifico strumento, il Google My Maps (consultabile da Pc così come dai cellulari), diretto agli studenti, ai residenti e ai visitatori amanti delle tradizioni e dei prodotti tipici. La semplicità di lettura dei principali 8 livelli  in cui è articolata la mappa permette di individuare facilmente i numerosi punti di interesse tra cui le coltivazioni vocate, collocate su alture o in pianure dove la biodiversità alimentata dalla presenza di siepi, muretti, filari, corsi d'acqua, consente di soddisfare la curiosità di adulti e bambini che sperimentano come è possibile coniugare la produzione di cibo con la conservazione dell'integrità degli elementi naturali.

Il convegno del 15 ottobre ha riunito esperti del Piemonte e di altre regioni che hanno mostrato in sintesi:

Policolture storiche di Valle Uzzone: coltivazione di farro. In questi pianori serviti da percorsi antichi, un problema non facile è disporre di trebbiatrici di misura contenuta tali da riuscire a raggiungere i campi.
 

La tavola rotonda che si è svolta nel pomeriggio, sempre nell'ambito del convegno sulle mappe rurali del paesaggio è stata organizzata proprio per offrire suggestioni provenienti dalle esperienze legate a:

  1. le amministrazioni locali che hanno condiviso il progetto delle mappe dei paesaggi rurali e alle problematiche che devono affrontare i piccoli comuni rurali;
  2. le opinioni e le esperienze di consorzi agricoli situati in contesti dove la valorizzazione del paesaggio è già una realtà acquisita;
  3. le opinioni di operatori nel campo della promozione turistica;
  4. l'importanza di iniziative che favoriscono la cittadinanza attiva.

Il percorso di sensibilizzazione portato avanti da Arpa e Ismea nel corso del 2019 ha avviato un processo, tramite la realizzazione delle mappe, di riconoscimento dell'identità del territorio e di aggregazione tra tutti i portatori di interesse che potrebbe fare da volano anche ad una promozione di un paniere dei prodotti tipici, rivitalizzando, possibilmente, tutte le filiere agricole locali. Infatti, la possibilità dei vari soggetti di comparire sulle mappe del paesaggio in maniera attiva è vincolata alla condivisione di un disciplinare che è stato redatto con il supporto delle parti interessate.

Questa seconda fase, che è in via di definizione, potrebbe rientrare in un progetto più ampio dove non si terrà conto dei "confini" delle mappe ma del conseguimento degli obiettivi del disciplinare per creare un elenco di aziende "custodi del paesaggio" di una determinata zona.

Le esperienze riportate dai partecipanti alla discussione del pomeriggio insieme agli interventi della mattina, consentono di definire un piano "ideale" di azioni che prevedano il coinvolgimento delle società locali per:

 
 

I diversi esempi riportati nel corso del dibattito si basano su strumenti messi a disposizione dalla governance locale, come leggi regionali specifiche che finanziano interventi per la tutela di zone paesaggistiche e strumenti derivanti dalla governance europea tramite i programmi di sviluppo rurale che finanziano gli approcci collettivi (misura 16 per progetti sulla cooperazione, misura 19 progetti Leader, ecc.). Tuttavia, alcuni progetti possono nascere da competenze rurali locali che tramite il crowdfunding o grazie alle Fondazioni (es. Cariplo, Compagnia San Paolo) consentono di ampliare l'efficacia per il fatto di svilupparsi dal basso secondo tempi e ambiti del tutto flessibili.

 
 

NOTE

 
 

Paola Lauricella
Ambiente e Paesaggio - Ismea

 
 

PianetaPSR numero 96 novembre 2020