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Vino

L'innovazione nel settore vitivinicolo attraverso i Gruppi Operativi

Il settore vitivinicolo italiano riveste un ruolo particolarmente importante all'interno dell'intero comparto agro-alimentare. Tale peso si è riflesso anche nei Gruppi Operativi e nelle innovazioni da essi introdotte.

Il settore vitivinicolo[1] in Italia riveste una certa importanza sia per tradizione produttiva sia per i numeri che ne caratterizzano la produzione. Nel 2019 il suo fatturato (13 miliardi di euro) rappresentava il 10% di quello dell'intero comparto agro-alimentare italiano.  Le aziende viticole in Italia sono poco più di 310 mila e ricoprono una superficie pari a 666 mila ettari, di cui 425 mila riguardano vigneti classificati come DOCG e DOC, e 98 mila, invece, produzioni IGP. Nel triennio 2017-2019 il numero di aziende viticole in Italia è rimasto invariato, mentre ad aumentare sono state le superfici, che si attestavano in 652 mila ettari nel 2017 (+1,3%). L'incremento delle superfici vitate si è, dunque, tradotto in un aumento della concentrazione delle aziende esistenti, portando a una crescita della dimensione media delle aziende, che ha di poco superato i 2 ettari. L'aumento delle superfici ha coinciso con l'abolizione del sistema delle quote e con l'introduzione, a partire dal 2015, del nuovo sistema autorizzativo di gestione delle superfici. Tali aumenti si sono concentrati principalmente in Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Lombardia e Toscana. La Sicilia è la regione con la superficie vitata superiore, seguita dal Veneto e dalla Puglia. 
Per quanto riguarda la trasformazione, le imprese vinificatrici sono poco più di 45 mila, per una produzione che nel 2019 ha sfiorato i 48 mila ettolitri di vino. Il numero delle aziende di trasformazione ha registrato una riduzione del 27% tra il 2010 e il 2015. La Toscana, con poco più di 10 mila aziende, è la regione con il maggior numero di aziende trasformatrici, seguita da Piemonte, Campania e Veneto. In termini di ettolitri prodotti, il Veneto si posiziona in cima alla classifica producendo il 22% della produzione nazionale, seguito da Puglia ed Emilia-Romagna. La produzione italiana conta anche un numero notevole di vini coperti da certificazione; in particolare 75 sono i vini DOCG, 345 quelli DOC e 123 gli IGP. 
Le esportazioni sono fondamentali per il settore vitivinicolo. Poco meno della metà della produzione nazionale, infatti, è destinata all'esportazione, rappresentando il 7% del totale delle esportazioni agroalimentari del Paese. Nel 2019 l'Italia è ritornata a essere il primo paese esportatore per volumi, mentre il secondo in valore, sebbene abbia registrato un aumento del 3%. 
Questa breve introduzione evidenzia l'importanza che il settore ha in Italia, sia in termini di produzione agricola che alimentare, sia per il mercato nazionale sia per quello estero. Non stupisce, di conseguenza, l'interesse che gli operatori del settore hanno dimostrato nei confronti dello strumento dei Gruppi Operativi (GO) come veicolo di innovazione nel settore.

I Gruppi operativi nel settore vitivinicolo

L'importanza dell'innovazione legata al settore vitivinicolo è evidente anche dal peso che tale tematica ha rivestito all'interno dei GO italiani, rappresentando il 13% circa dei GO selezionati e il 20% circa delle risorse concesse pari a oltre 22 milioni di euro dedicati.  

In termini di distribuzione territoriale, la concentrazione dei GO vitivinicoli segue, per certi versi, la vocazione stessa dei territori coinvolti. Tra i 62 GO impegnati nell'introduzione di innovazioni sul comparto, infatti, è possibile osservare una particolare concentrazione in Emilia-Romagna (17), Veneto (13) e Toscana (9) (Figura 1).

Tuttavia, è bene precisare che ancora diverse regioni, nelle quali il settore vitivinicolo è considerato rilevante (Piemonte, Sicilia) sono in corso di selezione dei progetti di innovazione e che per alcune di queste, pur avendo già completato tale processo, non sono ancora disponibili informazioni complete.

 

Nota: Le percentuali sono calcolate sul totale dei GO presenti nella banca dati Innovarurale al momento dell'elaborazione.
Fonte: Nostre elaborazioni sul DB
www.innovarurale.ite graduatorie regionali

 

Figura 1: Ripartizione dei GO vitivinicoli per Regione

Fonte: Nostre elaborazioni sul DB www.innovarurale.it e graduatorie regionali

In termini di focus area, i progetti si sono focalizzati sulle tematiche legate alla competitività del settore (2A e 3A), seppure nel complesso è l'orientamento all'ambiente e ai cambiamenti climatici a prevalere. Come era prevedibile attendersi è stata, invece, meno affrontata la priorità 6, relativa all'inclusione sociale e allo sviluppo economico delle aree rurali (Figura 2).

Le caratteristiche dei partenariati dei GO

I progetti dei GO sono attuati da un partenariato composto da almeno due soggetti. In tutti i GO esaminati in questo caso, il partenariato è più numeroso. L'ampiezza del partenariato è piuttosto varia. Si nota, tuttavia, che i GO con un numero di partner compreso tra 6 e 10 rappresentano il 65% dei GO esaminati. La numerosità del partenariato può dipendere da molteplici fattori, non ultimo dalle regole procedurali e di attuazione stabilite a livello regionale. Ciò che rileva, tuttavia, nell'organizzazione dei GO non è tanto la numerosità dei partner quanto la capacità di coinvolgere i soggetti più appropriati per il progetto che si intende sviluppare. 
In generale, a prevalere all'interno dei partenariati di progetto sono gli imprenditori agricoli (51%), che rappresentano il centro dell'approccio multi-attore promosso dal PEI-AGRI, seguiti dalla componente della ricerca (21%).
La prevalenza del mondo produttivo è confermata anche guardando la natura del capofila dei GO (Figura 4). Si nota, infatti, che il 37% dei progetti è coordinato da un'azienda agricola e il 29% dai rappresentanti di Università o Enti di ricerca. Seguono poi, a notevole distanza, i consorzi di tutela e valorizzazione (7%) e i soggetti eroganti servizi di consulenza e le altre imprese (6%). A questo proposito, è bene osservare che anche questa scelta di coordinamento potrebbe essere influenzata in maniera più o meno importante dalle disposizioni previste nei bandi di ciascuna regione. In particolare, la Toscana ha imposto che il capofila dei GO fosse sempre un'azienda agricola, mentre in altre regioni, come per esempio il Veneto, i GO coordinati da aziende agricole sono stati premianti in sede di valutazione.

 

Temi di lavoro dei Gruppi operativi

Definire con precisione il tema principale di interesse dei GO non è sempre possibile in modo puntuale. I progetti dei GO sono nella maggior parte dei casi complessi e gli ambiti tematici di cui si occupano sono molteplici. La Figura 5 illustra una possibile classificazione dei temi su cui si concentrano i 62 GO viticoli attivi al momento in Italia. In relazione alla classificazione per tema è necessaria una importante precisazione, legata al fatto che i GO lavorano nella maggior parte dei casi su più temi. La classificazione riportata in tabella tiene conto del tema che nel singolo GO sembra avere la prevalenza, in termini di attività programmate e importanza dei risultati attesi o già realizzati, nel caso dei progetti conclusi. Per questo motivo, pur in presenza di questa classificazione è bene ricordare che molti dei progetti qui considerati lavorano su più temi.
In base all'analisi fatta sugli obiettivi e attività dei GO, i processi di digitalizzazione, la difesa fitosanitaria e la tutela della biodiversità sono i tre temi di maggiore interesse. In relazione ai GO che lavorano sull'introduzione di processi di digitalizzazione, è importante sottolineare che questi sono spesso funzionali alle innovazioni legate ad altri temi, primo fra tutti l'introduzione di metodi di difesa fitosanitaria più sostenibili, ma anche la gestione del suolo e il miglioramento della qualità del prodotto. In particolare, cinque dei 13 GO che lavorano prevalentemente all'introduzione di sistemi digitali, lo fanno in vista dell'adozione di sistemi di difesa più efficienti da un punto di vista sia ambientale sia economico. Simili considerazioni si possono fare anche per i GO che lavorano prevalentemente sulla difesa; anche in questi casi si riscontra una concorrenza con altri temi quali il miglioramento della gestione delle risorse naturali (acqua e suolo) e la viticoltura biologica. Nel caso della tutela della biodiversità è bene sottolineare che questi GO spesso mirano a migliorare la gestione del suolo e a reintrodurre varietà locali che possono permettere sia di rafforzare la resistenza ai patogeni o altre malattie sia di contrastare il cambiamento climatico. Il miglioramento della qualità del prodotto e la gestione del suolo sono gli altri temi che emergono maggiormente come temi di lavoro principale dei GO.

Conclusioni

Il settore vitivinicolo italiano è un settore in continua crescita ed evoluzione, anche per la necessità di competere con i forti mercati esteri. In tal senso, le innovazioni introdotte dai GO potranno fornire un considerevole contributo in numerosi campi, primi fra tutti l'innovazione digitale, grazie all'introduzione di nuovi sistemi di gestione aziendale, robotica e agricoltura di precisione, e la difesa fitosanitaria. Tale tema tra gli altri, rappresenta senza dubbio un importante obiettivo da raggiungere per tutte le aziende del settore. Sarà, pertanto, interessante osservare come, nel futuro, l'introduzione di tali innovazioni e la loro divulgazione porterà ad una evoluzione dell'intero comparto su tutto il territorio nazionale.

 

Bibliografia

  • Pomarici E., Sarnari T., Il settore vitivinicolo alla sfida della PAC post-2020: complementarietà degli interventi tra I e II pilastro e prospettive. ISMEA, dicembre 2018.  
  • Sarnari T. Scheda di settore Vino. ISMEA, giugno 2020. http://www.ismeamercati.it/vino.
 

Note

 
 

Valentina Carta, Mara Lai

CREA Politiche e bioeconomia

 
 

PianetaPSR numero 97 dicembre 2020