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Ambiente

Eco-schemi: dalla Commissione alcuni suggerimenti sulle possibili pratiche benefiche da sostenere

Un recente factsheet della DG AGRI prova a fornire indicazioni utili sulle pratiche benefiche per clima e ambiente da sostenere con gli eco-schemi del primo pilastro nella futura programmazione PAC.

Lo scorso 14 gennaio la Commissione ha pubblicato un factsheet[1] con un elenco di pratiche agricole che gli eco-regimi potrebbero sostenere nella futura PAC. Nelle intenzioni della DG Agri il factsheetintende contribuire al dibattito sulla riforma della PAC e sul ruolo che questa può svolgere nel raggiungimento degli obiettivi del Green Deal, oltre che fornire alle amministrazioni, agli scienziati e alle parti interessate una base per ulteriori discussioni su come utilizzare al meglio questo nuovo strumento nell'ambito della costruzione dei futuri piani strategici nazionali.
Parte integrante della riforma della PAC, attualmente ancora in fase di negoziato tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione, gli eco-schemi sono un nuovo strumento progettato per "premiare" gli agricoltori che scelgono di assumere (volontariamente) impegni aggiuntivi verso la sostenibilità ambientale e climatica. Insieme a condizionalità rafforzata, pagamenti e investimenti agro-climatico ambientali e servizi rafforzati di consulenza aziendale del II Pilastro, gli eco-schemi sono proposti come strumento fondamentale per cogliere sia gli obiettivi del Green Deal, in particolare quelli derivanti dalla strategia Farm to Fork e Strategia per la biodiversità per il 2030, che gli obiettivi specifici (OS) in materia di clima e ambiente previsti dalla PAC:

LE PRATICHE PROPOSTE: CARATTERISTICHE ESSENZIALI

Per essere sostenute dalla PAC attraverso lo strumento degli eco-schemi, le pratiche agricole elencate dalla Commissione devono avere una serie di requisiti:

L'elenco delle pratiche agricole benefiche fornito nel factsheetcomprende pratiche di agricoltura biologica, pratiche agroecologiche come l'avvicendamento con colture leguminose o i sistemi di allevamento estensivo basati sull'impiego di foraggio, e anche pratiche di carbon farming come l'agricoltura conservativa o l'uso estensivo di prati permanenti. Altra pratica benefica contemplata dall'elenco è l'agricoltura di precisione, finalizzata a ridurre l'uso di input, a guidare l'impiego di additivi nelle razioni alimentari per diminuire le emissioni da fermentazione enterica, a favorire pratiche di allevamento utili a migliorare il benessere degli animali e/o a ridurre l'impiego di antibiotici in zootecnia.
Oltre alla lista delle pratiche benefiche, un elemento di rilievo contenuto nel factsheetè rappresentato dalla codifica di sette aree tematiche (una sorta di Focus area della corrente programmazione 2014-2020) relative agli obiettivi strategici ambiente-clima-benessere animale di cui i Piani strategici nazionali molto probabilmente dovranno tenere conto. In questa direzione il factsheetprovvede a indicare per ognuna delle pratiche benefiche elencate il possibile riferimento a una o più aree tematiche di maggiore pertinenza.

Fig. 1 - I principali obiettivi del Green Deal di interesse per gli eco-schemi

Le aree tematiche individuate sono:

  1. Mitigazione del cambiamento climatico: riduzione delle emissioni di GHG dall'agricoltura, conservazione delle riserve di carbonio, sequestro del carbonio;
  2. Adattamento ai cambiamenti climatici: accrescere la resilienza dei sistemi alimentari e la diversità animale e vegetale per una maggiore resistenza a malattie e cambiamenti climatici;
  3. Protezione o miglioramento della qualità dell'acqua e riduzione della pressione sulle risorse idriche;
  4. Prevenzione del degrado del suolo: ripristino del suolo, miglioramento della fertilità del suolo e della gestione dei nutrienti;
  5. Tutela della biodiversità: conservazione o ripristino di habitat o specie, compresi gestione e creazione di elementi caratteristici del paesaggio o di zone non produttive; 
  6. Uso sostenibile e ridotto di pesticidi: in particolare azioni che riguardano i pesticidi più rischiosi per la salute umana o l'ambiente;
  7. Benessere animale: migliorare il benessere e agire contro l'antibiotico-resistenza.

LA LISTA DI PRATICHE PROPOSTE

Il factsheetelenca 11 tipologie di pratiche benefiche potenzialmente di interesse per l'intervento degli eco-schemi, distinguendole sostanzialmente in due gruppi: quelle già codificate all'interno di strumenti di policy dell'UE e "altre pratiche". Per ognuna di queste tipologie di pratiche identifica poi una serie di pratiche specifiche ad ognuna delle quali, fra parentesi, fa corrispondere una o più aree specifiche di intervento fra le sette individuate per gli obiettivi strategici ambiente-clima-benessere animale.

Pratiche già "codificate" dall'UE

1. Pratiche di agricoltura biologica, come definite nel Regolamento (UE) 2018/848 (b, c, d, f, g)

2.Pratiche di difesa integrata, come definite nella direttiva [2] sull'uso sostenibile (b, c, d, e, f), incluse:

Altre pratiche

3. Agroecologia

4. Piani di allevamento e benessere degli animali

5. Agro-selvicoltura (agroforestry)

6. Agricoltura ad alto valore naturale (HNV)

7. Carbon farming

8. Precision farming

9. Protezione delle risorse idriche

10. Altre pratiche benefiche per il suolo

11. Altre pratiche relative alle emissioni di GHG

ALCUNE CONSIDERAZIONI

La principale utilità del factsheetsta nell'aver fornito, e in qualche modo codificato, una long list di pratiche agro-climatico-ambientali da cui gli Stati membri potranno attingere per individuare gli interventi da incentivare nei futuri Piani strategici nazionali in vista del raggiungimento degli obiettivi del Green Deal, non specificamente attraverso gli eco-schemi ma, più in generale, con il set di strumenti che andrà previsto nel quadro della cosiddetta "architettura verde" degli interventi PAC. 

In particolare, la codifica delle sette aree tematiche relative agli obiettivi strategici ambiente-clima-benessere animale, e l'incrocio di ognuna delle pratiche benefiche elencate con uno o più di queste aree di intervento, appare un solco che le autorità dovranno verosimilmente seguire nella costruzione delle future strategie di intervento "verde". 

Se il documento contribuisce in maniera importante all'individuazione di un percorso, tuttavia manca una concreta definizione su come gli eco-schemi dovranno essere concretamente disegnati. Temi che sono portanti per questo strumento così nuovo e discusso, come semplicità e controllabilità degli impegni o efficace demarcazione e complementarità con gli interventi del II Pilastro, non vengono neanche accennati, benché rappresentino sicuramente ingredienti chiave di una programmazione efficace. Allo stesso modo, alcune delle pratiche proposte appaiono prive della necessaria definizione, soprattutto nell'ottica di un adattamento a schemi di impegno annuali da indirizzare al vasto pubblico dei beneficiari del I Pilastro. 

A questo proposito anche alcune organizzazioni internazionali di settore, come la ONG ARC2020 [3] , hanno espresso perplessità rispetto alla effettiva implementazione degli eco-schemi, evidenziando come alcuni di essi, ad esempio come quelli previsti a sostegno dell'agricoltura di precisione e del benessere animale, per caratteristiche strutturali sarebbero più adatte al II Pilastro piuttosto che ai pagamenti diretti.

 
 

Note

 
 

Danilo Marandola
CREA - Centro di Politiche e Bioeconomia
Scheda CREA-RRN 5.1

 
 

PianetaPSR numero 98 gennaio 2021