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Vino, 90 anni sulla riva del Piave "accudendo" il territorio e investendo in innovazione

Nata all'inizio degli anni '30 sulle rive del Piave, l'azienda agricola Terre grosse ha attraversato quattro generazioni e oggi è esempio di applicazione dell'innovazione tecnologica in agricoltura e della difesa delle tradizioni. 

Novant'anni, quattro generazioni, una famiglia innamorata della sua terra e delle tradizioni ma pronta ad accoglie le potenzialità dell'innovazione in campo e in cantina. Questa la storia dell'azienda agricola Terre grosse, recente vincitrice del premio "Nuovi fattori di successo" targato ISMEA e RRN, raccontata da una delle protagoniste del presente e del futuro dell'impresa, Linda Finotto.

"L'azienda è nata nel 1931, fondata dal nostro bisnonno Pietro Toninato, che conobbe questi luoghi combattendo sul fronte del Piave durante il primo conflitto mondiale. Nel dopoguerra si stabilì nell'antica casa colonica (dove tutt'oggi ha sede la nostra cantina) inseguendo il sogno di gestire una campagna rigogliosa. Tra le tante attività di campagna, che la famiglia di ben 12 figli riusciva a gestire, spiccavano la coltivazione dei primi vigneti a Bellussi e la produzione di vino destinato non solo all'uso familiare, ma anche alle prime osterie del territorio. Successivamente furono il nonno Alessandro e poi lo zio Diego a proseguire l'attività apportando continue migliorie sotto l'aspetto tecnologico, sia nel campo viticolo che in quello enologico. Vennero messe a dimora ulteriori varietà di vite locali come il Raboso Piave, il Raboso Veronese e l'antico Grapariol (Rabosina bianca), un vitigno autoctono di Zenson di Piave di cui ormai si stavano perdendo le tracce. Nasceva, negli anni '80, il marchio "Terre Grosse", che identifica le terre argillose dei nostri vigneti. Dopo la prematura perdita di Diego, nel 2012, abbiamo fatto di questa attività la nostra nuova missione, in suo ricordo e trascinati dal suo stesso entusiasmo per questo lavoro.

Oggi siamo alla quarta generazione della conduzione aziendale, con Nadia (sorella di Diego), i nipoti Denise e Nicola con la moglie Linda. Abbiamo accettato questa sfida fra il recupero delle nostre radici, antiche tradizioni e l'apporto delle nostre più moderne conoscenze, che arrivano da settori diversi e trasversali a quello dell'agricoltura. La volontà di migliorare la gestione in termini di sostenibilità ambientale ci ha portato a convertire tutta l'azienda al biologico: un lungo percorso iniziato prima del 2015 e terminato nel 2018, anno in cui abbiamo ottenuto la certificazione. In questi ultimi anni sono state apportate novità sia in campo che in cantina".

 

Come ha vissuto la vostra azienda l'arrivo della pandemia e come ha influito sulla vostra attività?

Dopo tanto impegno, il 2020 doveva essere per noi l'anno della svolta: tutta la linea di vini certificata bio e alcuni prodotti nuovi che cominciavano già a suscitare interesse e curiosità.

L'arrivo della pandemia ha determinato sia un brusco calo di ordini da parte del settore della ristorazione che di acquisti da parte di privati. Grazie all'e-commerce, presente nel nostro sito già da alcuni anni, e con le consegne a domicilio nei paesi limitrofi, siamo riusciti a superare discretamente la fase più dura del lockdown. Inoltre, il blocco forzato del settore HoReCa, ha permesso ai ristoratori di avere più tempo a disposizione per ricercare nuovi prodotti e fornitori, contatti che stanno sfociando proprio ora in nuove collaborazioni.

 

Che ruolo hanno avuto i PSR nel percorso di crescita della vostra impresa?

I PSR hanno avuto un ruolo fondamentale nella nostra azienda, dapprima attraverso la misura di primo insediamento che ci ha permesso, all'avvio di una nuova gestione aziendale, di fare importanti investimenti strumentali e strutturali, poi attraverso diversi progetti di cooperazione e innovazione nella misura 16.2, entrando come partner in 2 Gruppi Operativi del PEI AGRI e collaborando con altri. Grazie a queste esperienze la nostra azienda, anche se di piccole dimensioni, si è dimostrata essere un passo avanti con i tempi e ha contribuito in maniera essenziale alla validazione in campo di nuove tecnologie all'avanguardia, come l'utilizzo di sensoristica, modelli previsionali e robot per la gestione dei trattamenti fitosanitari in vigneto, nell'ottica di una maggiore sostenibilità ambientale. Un percorso che ha arricchito enormemente le nostre conoscenze grazie al confronto diretto con il mondo della ricerca scientifica e con altre realtà produttive, e ci ha permesso al contempo di diventare un punto di riferimento per l'uso di tecnologie che nel prossimo futuro si diffonderanno probabilmente in molte altre aziende agricole.

Quanto conta l'innovazione e quanto il rispetto della tradizione nel vostro lavoro quotidiano?

L'innovazione per noi è fondamentale. Quando nel 2012 abbiamo preso le redini dell'azienda, non avevamo una formazione di tipo agronomico: capire come intervenire in vigna e in cantina ha richiesto un intenso sforzo iniziale di studio e sperimentazione sul campo. Siamo presto giunti alla conclusione che l'utilizzo della tecnologia potesse aiutarci nella gestione del vigneto.
Grazie ad esempio al monitoraggio con  stazioni meteo, integrate con sistema di visione che quantifica la nuova vegetazione, riusciamo a capire quando è il momento migliore per intervenire in vigna con un trattamento fitosanitario.  Anche in cantina ci distinguiamo per un approccio molto scientifico nella gestione della vinificazione, che però si accompagna a metodi e mezzi che hanno fatto la storia dell'enologia, come l'utilizzo dell'anfora di terracotta per l'affinamento del vino (contenitore poco usuale nella nostra zona),  di  lieviti indigeni per la fermentazione, assenza di filtrazione e tecniche di rifermentazione naturale in bottiglia.
Il mantenimento della tradizione è allo stesso modo molto importante, infatti ci impegniamo nella valorizzazione e promozione dei vitigni locali, spesso poco noti, che dimostrano di avere un grande potenziale qualitativo e possono riservare sorprese per il futuro. Accanto a varietà tradizionali, convive anche un piccolo appezzamento di vitigni resistenti (PIWI) messo a dimora nel 2017 a dimostrazione del fatto che l'attitudine alla sperimentazione e all'innovazione viaggia di pari passo con il forte legame che ci ancora al nostro territorio e alle sue tradizioni.

Nella sua esperienza, quali ritiene che siano i punti di forza e di debolezza del sistema dei finanziamenti UE?

I finanziamenti sono strumenti fondamentali per lo sviluppo di piccole realtà come la nostra e per permettere l'avanzamento di progetti di innovazione in agricoltura. Un punto di forza è sicuramente la maggiore importanza e attenzione che, in questi finanziamenti, viene rivolta a progetti di sostenibilità ambientale (riduzione dei trattamenti fitosanitari, risparmio della risorsa idrica, efficientamento energetico, etc.).

Questa visione infatti non solo rispecchia quelli che sono i più recenti orientamenti delle direttive europee, ma anche la nostra personale mission aziendale. Un punto debole è purtroppo la burocrazia e a volte la complessità, che, soprattutto negli sbocchi regionali dei finanziamenti (come il PSR) appesantiscono la presentazione delle richieste di aiuto per determinati progetti e la rendicontazione degli stessi.

Questi ultimi aspetti purtroppo scoraggiano le aziende agricole dalla partecipazione attiva a progetti di innovazione che potrebbero invece avere un ruolo fondamentale per plasmare l'agricoltura del prossimo futuro in Italia. 

 

Quali sono i vostri prossimi obiettivi?

Continueremo a lavorare per diventare un'azienda sempre più rispettosa dell'ambiente. In cantina puntiamo a produrre i nostri vini biologici tramite fermentazione spontanea con lieviti indigeni ed escludendo la filtrazione. Riteniamo inoltre che la ricettività sia un altro punto su cui lavorare per poter accogliere nella nostra azienda gruppi di turisti enogastronomici interessati a conoscere non solo le tipicità locali, ma anche la loro storia e il modo in cui vengono prodotti.

 
 

Redazione PianetaPSR

 
 

PianetaPSR numero 100 marzo 2021