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Lo stato di attuazione degli AKIS in Italia. Gli esiti dell'analisi realizzata nell'ambito del progetto i2connect

Nell'ambito del progetto H2020 i2connect è stato realizzato uno studio sullo stato di attuazione degli AKIS in Italia, con un particolare focus sui servizi di consulenza. 

Il concetto di Sistema della Conoscenza e dell'Innovazione in Agricoltura (Agricultural Knowledge and Innovation System - AKIS) è entrato oramai nell'uso comune degli addetti ai lavori delle politiche di sviluppo rurale, anche in virtù del notevole sforzo realizzato nell'attuale periodo di programmazione per accrescere la consapevolezza sull'importanza del sistema e di un suo rafforzamento.

Anche nelle proposte regolamentari per la programmazione 2023-2027, viene sottolineato il ruolo cardine svolto dall'AKIS nel perseguimento dell'obiettivo trasversale "Promuovere e condividere le conoscenze, l'innovazione e la digitalizzazione e incoraggiarne l'utilizzo", prevedendo che gli Stati membri forniscano una descrizione dettagliata dei suoi attori, strutture e modalità di funzionamento all'interno del futuro Piano Strategico Nazionale.  

Proprio in considerazione del ruolo attuale e futuro dell'AKIS, nell'ambito del progetto H2020 i2connect, di cui il CREA Politiche e Bioeconomia è partner, è stato realizzato uno studio volto ad indagare lo stato di attuazione del sistema a livello italiano, attraverso il coinvolgimento di diversi attori che ne sono parte sia a livello nazionale che regionale (amministrazioni, organizzazioni professionali, consulenti, RRN, istituti tecnici, università ed enti di ricerca, etc.).

Tale indagine ha portato ad un aggiornamento della mappatura degli attori, dei flussi di conoscenza esistenti (Fig. 1) e delle dinamiche evolutive intercorse nei sistemi di consulenza.

 

Il primo aspetto che emerge dall'analisi è la presenza di una pluralità di AKIS, con gradi di strutturazione e funzionamento diversi, che riflettono la diversità del Paese in termini di sistemi agricoli, background socioeconomico, valori culturali, caratteristiche ambientali e orografiche dei territori, ma anche e soprattutto di approcci regionali diversificati all'organizzazione dei sistemi locali della conoscenza agricola. Per questi motivi, una singola prospettiva nazionale dell'AKIS italiano non può fornire il reale stato dell'arte, che richiede piuttosto un'analisi multi-prospettica che includa una prospettiva di filiera, di sistema agricolo e locale.

Le politiche europee per l'innovazione hanno contribuito ad un certo dinamismo degli AKIS italiani, innescando un processo di transizione, caratterizzato dall'emergere di nuovi attori e da un generale e progressivo rafforzamento dei sistemi relazionali locali, che risulta evidente anche dal consolidamento di alcune relazioni createsi nell'ambito di progetti di cooperazione e protratte nei diversi periodi di programmazione (presentazione di proposte consecutive dalla misura 124 dei PSR 2007-2013 alla misura 16 dei PSR 2014-2020). 

La presenza di una pluralità di attori rappresenta una importante risorsa per la crescita dei sistemi della conoscenza e dell'innovazione e per il rafforzamento di un AKIS in "prospettiva Paese". Infatti, il progressivo consolidamento di relazioni trans-territoriali, innescate da attori che fanno parte, indistintamente e attivamente, degli AKIS nazionali e regionali, favorisce la fertilizzazione incrociata della conoscenza fra i diversi sistemi, portando alla definizione di nuovi processi di co-creazione di conoscenza.

Tale pluralità si riscontra anche nel Sistema della Conoscenza e Innovazione Forestale Italiano (Forestry Knowledge and Information system - FKIS), dove però gli attori appaiono meno collegati tra loro, anche per via della storica debolezza della filiera forestale italiana che, al di fuori dell'arco alpino e con l'eccezione della fornitura di legna da ardere o di materiale da lavoro per le aziende agricole, ha portato a trascurare le funzioni produttive del bosco. Tuttavia, le interviste dirette con gli stakeholder del settore forestale hanno evidenziato la presenza di alcune "eccellenze" sia dal punto di vista dell'integrazione degli attori che della filiera.

I flussi di conoscenza tra gli attori dell'AKIS variano a seconda della scala dimensionale considerata e dell'AKIS regionale di riferimento. A livello locale si assiste più frequentemente alla presenza di relazioni forti tra i diversi attori e di reti locali di apprendimento e innovazione (micro-AKIS) in cui viene implementato un modello interattivo di trasferimento della conoscenza. Oltre la dimensione locale i flussi di conoscenza diventano più formali e sono caratterizzati da un basso grado di prospettiva di sistema (64% degli intervistati) e dalla prevalenza di un modello di trasferimento della conoscenza di tipo tradizionale.

L'introduzione dell'EIP-Agri ha sicuramente determinato un ampliamento dei fornitori di servizi di consulenza, che comprendono anche soggetti a valle della filiera (settore agroalimentare) o proveniente da altri settori produttivi, in grado di rispondere al crescente fabbisogno di nuovi servizi (intermediazione, progettazione e gestione di progetti, servizi amministrativi, ecc.). 

Parallelamente, si è assistito anche ad una riorganizzazione delle strutture e dei servizi da parte di alcuni fornitori tradizionali a supporto dei processi di innovazione. Ne sono un esempio le Agenzie Regionali, che in alcuni territori svolgono una vera e propria funzione di broker, effettuando la valutazione dei fabbisogni, aggregando i partner rilevanti attorno ad un'idea di progetto, sostenendo il coordinamento per una più ampia diffusione dei risultati del progetto.

Anche le Organizzazioni Sindacali degli agricoltoristanno attraversando una fase di trasformazione, che vede la valorizzazione del loro ruolo a sostegno di nuovi percorsi di innovazione, attraverso una riorganizzazione interna, l'acquisizione di nuove competenze e l'esternalizzazione di alcuni servizi.

Infine, i consulenti freelance, consapevoli della necessità di ampliare le proprie competenze professionali per fornire soluzioni adeguate ad una più ampia gamma di esigenze provenienti dai diversi territori, hanno iniziato ad organizzarsi attraverso reti di consulenza innovative ed altre modalità associative. Questi ultimi, inoltre, hanno mostrato una maggiore propensione, rispetto a qualche anno fa, ad aggiornare le proprie competenze di networking, comunicazione e facilitazione, nonché ad individuare le condizioni abilitanti per agire da intermediari tra le esigenze degli agricoltori e le diverse fonti di conoscenza.

In questo scenario di forte dinamismo e di crescente consapevolezza che nasce dai territori in termini di nuove capacità di cooperazione, l'assoluta dipendenza dai fondi europei rappresenta un'opportunità mancata. Una maggiore disponibilità di risorse nazionali o regionali consentirebbe di dare maggiore continuità e coerenza ai partenariati cooperativi, permettendo la crescita delle relazioni e alimentando così lo sviluppo degli AKIS.

 
Per consultare l'intero rapporto dell'AKIS italiano.
 
 

Simona Cristiano, Valentina Carta, Patrizia Proietti, Alberto Sturla, Maria Assunta D'Oronzio

 
 

PianetaPSR numero 101 aprile 2021