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PSR, definito il riparto dei fondi per lo sviluppo rurale per il biennio 2021-2022

Alle risorse del FEASR si aggiungono quelle del NEXT GEN EU: una dotazione senza precedenti a disposizione dei programmi di sviluppo rurale.

Il protrarsi dei negoziati comunitari sul futuro della PAC ha determinato la necessità di prevedere un periodo di transizione di due anni (2021-2022) durante il quale resteranno sostanzialmente in vigore gli strumenti del I e del II pilastro relativi al periodo di programmazione 2014-2020. L'estensione è stata decisa con la pubblicazione a fine 2020 del regolamento di transizione (Reg. (UE) 2020/2220). Parallelamente a luglio 2020 si era raggiunto l'accordo politico sul Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 che, per fronteggiare la crisi determinata dalla pandemia, è stato temporaneamente affiancato dal Next Generation EU (Consiglio europeo, 2020): il programma da 750 miliardi di euro (circa 800 miliardi di euro a prezzi correnti) per il rilancio dell'economia UE. Un accordo successivamente consolidato nei regolamenti Reg. (UE, Euratom) 2020/2093 che stabilisce il QFP e il Reg. (UE) 2020/2094 che istituisce uno strumento dell'Unione europea per la ripresa, a sostegno alla ripresa dell'economia dopo la crisi COVID-19.

Le risorse assegnate all'Italia per lo sviluppo rurale ammontano a 10.658 milioni di euro a prezzi correnti. Le allocazioni risultano maggiormente concentrate nel biennio iniziale come rappresentato nella tabella seguente.

I fondi per il biennio

Nel biennio di transizione 2021 e 2022 all'Italia arriveranno complessivamente circa 3.921 milioni di euro da utilizzare per gli interventi dei Programmi di sviluppo rurale italiani. Queste risorse provengono sia dal QFP 21-27 sia dal pacchetto NGEU.

Le risorse cosiddette "ordinarie" provenienti dal QFP ammontano a 2.998,5 milioni di euro mentre il regolamento di estensione mette a disposizione per i PSR italiani ulteriori risorse per 910,58 milioni di euro derivanti dal NGEU. 

Altri 12 milioni di euro si stima arriveranno, infine, dai trasferimenti dal primo al secondo pilastro della PAC per gli anni 2021 e 2022, derivanti dalla degressività e "capping" dei pagamenti diretti. A partire da dicembre 2020 è stata affrontata la delicata questione delle assegnazioni di tali fondi tra le Regioni e Province autonome. Sono stati circa dieci gli incontri della Commissione Politiche Agricole e nella Conferenza delle Regioni, dove si è cercato di trovare una soluzione condivisa tra tutte le Regioni.

I criteri di riparto

Il confronto, tuttavia, si è mostrato tutt'altro che di facile soluzione in quanto è stato introdotto un elemento di novità: il superamento del criterio storico e l'uso ponderato di indicatori statistici in qualità di criteri cosiddetti oggettivi, in quanto dovrebbero in grado di descrivere sinteticamente un quadro di riferimento cui destinare le risorse FEASR.

L'utilizzo di criteri oggettivi non è nuovo nella programmazione dello sviluppo rurale, infatti, anche la Commissione Europea cercò di inserirlo nel 2011 nella determinazione del riparto tra Stati Membri per il 2014-2020 (Commissione europea, 2011).

I criteri oggettivi adottati per il riparto 2021-2022 sono: SAU (ISTAT 2016), numero aziende (ISTAT 2016), superficie forestale (IFN 2016) e produzione lorda vendibile, integrati da un criterio di ruralità individuato nella popolazione in aree rurali. Questi sono combinati insieme al criterio storico di allocazione attraverso un sistema di pesi e ponderazioni.

Le ponderazioni sono state attribuite direttamente al singolo indicatore: 25% alla SAU, al numero di aziende e alla superficie forestale, 15% alla PLV e 10% alla popolazione rurale.

Nel primo anno di transizione 2021 è stata data netta prevalenza al criterio storico, con un peso del 90%, mentre al blocco dei criteri oggettivi viene assegnato un peso del 10%; nel 2022 si è dato un peso crescente ai nuovi criteri attribuendogli un valore pari al 30%, mentre al criterio storico è stato assegnato un peso del 70%.

Le risorse destinate ai Programmi di sviluppo rurale per le singole annualità di proroga 2021 e 2022, come stabilite nella delibera del Consiglio dei Ministri del 17 giugno 2021, sono mostrate nella tabella seguente:

Qui di seguito viene riportato il nuovo riparto complessivo dei fondi FEASR e NGEU per tutte le nove annualità di spesa 2014-2022:

La tabella seguente riporta invece il peso percentuale di riparto e viene mostrata la differenza percentuale rispetto al peso di riparto FEASR nella programmazione 2014-2020.

L'attuazione del nuovo metodo di riparto ha comportato per le sei Regioni del Centro-Sud una riduzione del loro budget rispetto al riparto 2014-2020. In media il blocco delle sei regioni perde 0,5 punti percentuali, mentre le 15 regioni del Centro-Nord guadagnano rispetto al riparto 14-20 mediamente 0,2 punti percentuali.

Il Fondo di rotazione

Al fine di non ridurre le risorse in una fase particolarmente delicata per la ripresa a seguito della pandemia, con il decreto legge n. 89 del 22 giugno 2021, riguardante misure urgenti in materia di agricoltura, sono state destinate risorse nazionale a carico del Fondo di rotazione, per 92,7 milioni di euro al fine di assicurare il riequilibrio finanziario degli interventi dello sviluppo rurale a seguito del riparto.

Le Regioni oggetto di riequilibrio (Umbria, Basilica, Campania, Sicilia e Calabria) dovranno inserire tali risorse nei piani finanziari dei rispettivi Programmi come finanziamenti nazionali integrativi (c.d. "top up").

Considerazioni conclusive

Il raggiungimento dell'accordo è stato molto complesso e articolato. La questione si è risolta con la previsione di un fondo addizionale temporaneo a sostegno delle Regioni che vedevano una contrazione delle risorse importanti in una fase di ripresa economica molto delicata.

L'accordo porta una mole consistente di risorse per lo sviluppo rurale, messe a disposizione dal nuovo QFP e dal Next Generation EU, in quantità nettamente superiori rispetto agli anni precedenti. Le Regioni ora potranno completare le fasi di modifica dei PSR per l'approvazione da parte della Commissione così da poter soddisfare le crescenti richieste che arrivano dal territorio.

L'uso di criteri oggettivi legati a parametri statistici rappresenta senza dubbio un elemento di novità per il contesto nazionale, sebbene esperienze pregresse esistano come nel caso proposto dalla Commissione nel 2011. I criteri oggettivi dovrebbero catturare il fabbisogno di risorse implicitamente espresso dal tessuto agricolo e dalle aree rurali dei diversi contesti territoriali. Su questo aspetto la programmazione della PAC post 2023 dovrà trovare un equilibrio tale da garantire ai territori risorse adeguate e coerenti con i fabbisogni che emergono dai medesimi contesti.

Questo accordo apre di fatto una intensa fase di negoziato a livello nazionale relativa alle risorse 2021-2027 e legata ai lavori del Piano Strategico della PAC.

 
 

BIBLIOGRAFIA

 
 

Luigi Ottaviani, Fabio Pierangeli

 
 

PianetaPSR numero 103 giugno 2021