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Visione a lungo termine

Le aree rurali verso il 2040: la Commissione presenta la sua "Visione a lungo termine"

Il documento propone un Patto rurale e un Piano d'azione per contrastare le criticità e cogliere le nuove opportunità di sviluppo dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

Mancanza di collegamenti, infrastrutture, servizi e connettività, che generano una crescente sensazione di isolamento ed abbandono e determinano una tendenza allo spopolamento. Sono queste le principali difficoltà che vivono le aree rurali europee, secondo quanto emerso dalle consultazioni e dagli studi realizzati dalla Commissione europea nel percorso che ha portato alla definizione della "Visione a lungo termine per le aree rurali della UE". Un documento che si propone di affrontare queste problematiche, non solo a livello di indirizzo, ma attraverso la realizzazione di un Piano d'azione e di una serie di importanti iniziative, lavorando sulle opportunità determinate dal percorso di transizione ambientale e digitale della UE e dalle lezioni apprese nel corso della pandemia da COVID 19.

Per rispondere in maniera efficace alle tendenze globali e alle sfide economiche, sociali e ambientali e per cogliere i benefici della transizione verde e digitale, nella visione della Commissione sono necessarie politiche e misure attente e calate sul territorio, che tengano conto delle diversità geografiche all'interno dell'UE e delle esigenze specifiche e punti di forza di ciascun territorio.
Il documento vede le zone rurali, dove risiede circa il 30% della popolazione e che occupano oltre l'80% del territorio europeo, partecipare in modo attivo alla transizione verde e digitale dell'UE. Il conseguimento degli obiettivi dell'UE in ambito digitale per il 2030 può offrire maggiori opportunità per lo sviluppo sostenibile delle zone rurali non solo nell'ambito agricolo, agroalimentare e forestale, aprendo nuove prospettive per la crescita dell'industria manifatturiera e, ancora di più, di quella dei servizi, e contribuendo a una migliore ripartizione geografica dei servizi e delle industrie.
Il percorso verso il raggiungimento di questi ambiziosi obiettivi passa per l'individuazione di aree di intervento che contribuiscano a zone e comunità rurali più forti, connesse, resilienti e prospere, e lo fa attraverso l'istituzione di un "Patto rurale" che coinvolga autorità pubbliche e stakeholder in azioni mirate a soddisfare le necessità e le aspirazioni di chi vive nelle aree rurali. Ad accompagnare e sostenere questo patto sarà un "Action Plan" che dovrà costruire un percorso che promuova la coesione territoriale, creando nuove opportunità d'impresa e un'occupazione di qualità, promuovendo un processo di formazione e di acquisizione di nuove capacità, garantisca un migliore livello di infrastrutture e servizi e sostenga un crescente ruolo per l'agricoltura sostenibile e per la diversificazione delle attività economiche.

Le opportunità

La priorità attribuita alla questione ambientale, con le interessanti prospettive della green economy, le nuove esigenze e aspirazioni generate dalla pandemia, con la diffusione del telelavoro e dello smart working, le possibilità generate dallo sviluppo delle tecnologie digitali, hanno determinato un contesto di grandi opportunità per le aree rurali.
Le risorse di queste zone, scrive la Commissione, sono le basi sulle quali costruire un futuro prospero e sostenibile: "Se ben gestiti, i paesaggi rurali coperti da foreste e aree naturali aiutano a gestire le risorse idriche, a trattenere il carbonio e gli elementi inquinanti dall'atmosfera, prevengono l'erosione del suolo e forniscono una serie di servizi ecosistemici". Inoltre una gestione sostenibile dell'agricoltura e delle risorse forestali, grazie ad una maggiore sostenibilità ambientale economica e sociale, aiuta a garantire livelli dignitosi di occupazione e abitativi, oltre alla biodiversità e ad un equilibrio ecologico, rafforzando la resilienza delle aree rurali di fronte ai rischi ambientali ed economici".

Le aree chiave di intervento

La Commissione ha individuato quattro ambiti di intervento per il Piano d'azione, che saranno sostenuti da iniziative di riferimento, con l'obiettivo di rendere le zone rurali:

Il Patto rurale

La Commissione intende promuovere un Patto rurale che si sviluppi su tutti i livelli di governance e che coinvolga gli stakeholder nel supportare gli obiettivi della Visione a lungo termine. Attraverso il Patto verrà messo a disposizione un framework comune per il coinvolgimento e la cooperazione di un ampio spettro di attori a livello europeo, nazionale, regionale e locale. 
La Commissione svolgerà un ruolo di facilitatore per garantire che il Patto costituisca un framework efficace, nel contesto del quale le autorità nazionali e gli stakeholder possano scambiarsi idee e proposte per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Una particolare attenzione sarà riservata sulla gestione delle transizioni a livello strutturale e sulla governance multi-livello al fine di definire e implementare soluzioni più efficaci per le aree rurali. 

I quattro principi precedentemente illustrati - aree rurali più forti, connesse, resilienti e prospere nel documento della Commissione vengono definite come la sintesi delle aspirazioni delle comunità e degli stakeholder delle aree rurali per diventare, entro il 2040:

Il Piano d'azione

La comunicazione propone un piano d'azione rurale articolato su iniziative chiave, partendo dal presupposto che diverse politiche dell'UE forniscono già sostegno per affrontare le sfide e le opportunità rurali e contribuiscono allo sviluppo equilibrato, equo, verde e innovativo delle zone rurali.
Prima fra tutte, ovviamente, la Pac e in particolare il Feasr, definito nel documento come principale strumento per promuovere "un settore agricolo intelligente, resiliente e diversificato, rafforzando la tutela dell'ambiente e l'azione per il clima e rafforzando il tessuto socioeconomico delle zone rurali".
La politica di Coesione è l'altra importante fonte di sostegno alle zone rurali: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione (FC) e il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) mobilitano investimenti significativi per le persone e le infrastrutture nelle zone rurali, consentendo la progettazione di strategie su misura per le esigenze di ciascun territorio. Attraverso i nuovi obiettivi politici della politica 2021-2027, evidenzia il documento, fornisce un quadro flessibile e adattabile per gli Stati membri e le Regioni per sostenere lo sviluppo territoriale integrato con una governance multilivello. 
"Gli Stati membri - scrive la commissione - dovrebbero pertanto cogliere le opportunità offerte dai piani strategici della PAC e dai programmi della Politica di Coesione per il periodo 2021-2027 per promuovere uno sviluppo rurale sostenibile e integrato. Inoltre, dovrebbero utilizzare il potenziale molto significativo del Fondo per la ripresa e la resilienza, InvestEU e altri programmi dell'UE, nonché della Banca europea per gli investimenti, per colmare le lacune esistenti negli investimenti nelle zone rurali". 
Sulla base dei concetti chiave individuati precedentemente, la Commissione ha individuato una serie di iniziative "faro", rafforzate da azioni di accompagnamento.


Aree rurali più forti

Negli ultimi 30 anni, le comunità rurali hanno potuto sviluppare strategie locali grazie ai finanziamenti della PAC nell'ambito dell'approccio LEADER, ai quali si aggiunge quanto previsto dalla Politica di Coesione, attraverso il cosiddetto sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD).
In questo contesto si inseriscono le iniziative volute dalla Commissione, a partire dalla creazione di una Piattaforma di rivitalizzazione rurale: una sorta di sportello unico virtuale per informazioni sui progetti esistenti e sulle possibilità di finanziamento e di collaborazione per le comunità rurali, i titolari di progetti e le autorità locali. La piattaforma avrà il principale obiettivo di sostenere le aree rurali particolarmente colpite dallo spopolamento.
Sul fronte della ricerca e dell'innovazione, l'obiettivo è quello di rafforzare dei solidi ecosistemi di innovazione che riuniscono attori pubblici e privati, visti come opportunità chiave di crescita per le comunità. Le azioni previste dal Piano si propongono di promuovere il rafforzamento di tali ecosistemi, a partire dai progetti di ricerca di Horizon Europe che sosterranno lo sviluppo di innovazioni da e per le comunità rurali, ai quali si aggiungeranno attività di formazione lo scambio di conoscenze tra gli attori dell'innovazione rurale, attraverso forum annuali degli Startup Villages, occasione per accelerare la diffusione e l'adozione delle innovazioni.


Aree rurali più connesse

Il Piano della Commissione considera il concetto di "connessione" sia dal punto di vista fisico, invitando gli Stati membri e le Regioni a sviluppare strategie di mobilità rurale sostenibile, che da quello tecnologico, evidenziando come la copertura a banda larga, compreso il 5G, sia fondamentale per consentire alle aziende e alle persone di lavorare in remoto e adattarsi alle innovazioni e alle nuove attività economiche. 
Migliori pratiche di mobilità multimodale sostenibile per le aree rurali
È fondamentale migliorare i collegamenti di trasporto esistenti e, secondo la Commissione, dovrebbero essere ottimizzate soluzioni e connessioni di mobilità multimodale sostenibile, avvalendosi della digitalizzazione.

"Rural Digital Futures"
Il progetto propone una serie integrata di azioni per promuovere la trasformazione digitale sostenibile delle aree rurali, aumentare la loro attrattiva per le persone e le imprese a rimanere o tornare.
Entro il 2030, l'obiettivo dell'UE è garantire che la vita democratica e i servizi pubblici siano pienamente accessibili a tutti online. I finanziamenti europei dal FEASR al FESR, passando per FSE+ e Recovery Fund, dovrebbero collaborare per investire in infrastrutture, tecnologia e persone. Questi investimenti contribuiranno a raggiungere l'obiettivo del 100% di copertura della banda larga veloce nelle zone rurali entro il 2025. Va notato che almeno il 20% del Piano di ripresa e resilienza dovrebbe sostenere la transizione digitale.


Aree rurali più resilienti
Le azioni in questo ambito contribuiranno ad aumentare la resilienza ambientale, climatica e sociale delle aree rurali e dovrebbero garantire l'inclusione dei cittadini dell'UE che rischiano di essere privati dei loro diritti, la promozione dell'uguaglianza di genere, l'uguaglianza e l'inclusione delle persone appartenenti a una minoranza etnica o razziale che vivono nelle zone rurali o dei lavoratori stagionali.
Sostenere i comuni rurali nella transizione energetica e nella lotta ai cambiamenti climatici
I fondi europei possono finanziare la ristrutturazione degli edifici nelle zone rurali, sostenendo la ripresa dell'UE dalla pandemia di COVID-19 fornendo posti di lavoro e contribuendo agli obiettivi del Green Deal aumentando l'efficienza energetica, la produzione locale di energia rinnovabile e riducendo la povertà energetica nell'UE.

Azione per il clima nelle torbiere attraverso il "carbon farming"
Il ripristino, la riumidificazione e la conservazione delle zone umide e delle torbiere hanno un grande potenziale in termini di benefici climatici in quanto possono fornire immediatamente riduzioni significative delle emissioni in un'area relativamente piccola. Inoltre, le iniziative di "carbon farming" potrebbero essere un'ulteriore fonte di reddito per i loro agricoltori e silvicoltori, ricompensandoli per il sequestro del carbonio.

La missione dell'UE sulla salute del suolo e alimentazione
La missione proposta nell'ambito di Horizon Europe mira a implementare un ambizioso programma di ricerca e innovazione e dovrebbe contribuire ad affrontare le sfide del suolo nelle zone rurali, ma anche negli ambienti urbani.

Resilienza sociale e donne nelle aree rurali
Sarà fornito sostegno alle donne per l'imprenditorialità, la partecipazione al processo decisionale e gli investimenti nei servizi di conciliazione tra lavoro e vita privata, come l'educazione e la cura della prima infanzia, nonché i servizi per gli anziani.
Come annunciato nella Strategia per l'uguaglianza di genere 2020-2025, la Commissione continuerà a sostenere il lavoro degli Stati membri per migliorare la disponibilità, l'accessibilità e l'accessibilità dei servizi di istruzione e cura di qualità per i bambini e altre persone a carico nelle zone rurali attraverso gli investimenti del FSE Plus , del FESR, del programma InvestEU e del FEASR


Aree rurali più prospere
Le azioni relative a questo obiettivo dovranno contribuire allo sviluppo della diversificazione economica nelle aree rurali attorno ai concetti di trasformazione green e digitale della società. Un processo da costruire in maniera sinergica con le strategie regionali garantendo che le regioni rurali rimangano attrattive per gli investimenti dell'industria e altre attività economiche.
Dovrebbe essere sostenuta anche la diversificazione delle zone rurali al di là del settore agroalimentare. Le sinergie tra turismo, commercializzazione e trasformazione delle aziende agricole, compresa la promozione delle indicazioni geografiche, contribuiranno allo sviluppo delle aree rurali.
Le Regioni saranno supportate nello sviluppo di strategie che sfruttino al meglio i loro punti di forza intrinseci, in particolare nelle aree legate al Green Deal. Lo sviluppo e la transizione dei settori industriale e dei servizi nelle aree rurali è quindi fondamentale, insieme alle catene del valore legate ai settori delle materie prime e dell'energia, ma senza sminuire la produzione agricola o invadere l'uso sostenibile dei terreni agricoli.
Sul fronte della formazione i finanziamenti del FSE+ sosterranno quella delle persone nelle aree rurali per garantire che dispongano degli strumenti necessari per essere competitivi in un mercato del lavoro in evoluzione.

Imprenditorialità ed economia sociale nelle aree rurali
La Commissione intraprenderà una serie di azioni, comprese attività di finanziamento della ricerca e dell'innovazione, prestando particolare attenzione alle piccole e medie imprese già insediate o che intendono stabilirsi nelle zone rurali. Questo avverrà in parte grazie ai finanziamenti di Horizon Europe e del Programma per il mercato unico della Commissione.
Il Piano d'azione europeo sull'economia sociale e la piattaforma europea di collaborazione tra i cluster affronteranno sfide e opportunità promuovendo le innovazioni dell'economia sociale e delle imprese sociali e contribuendo a mettere in comune le risorse delle imprese nelle zone rurali, nonché a sostenere le parti interessate dell'economia sociale nell'innovazione e nella creazione di posti di lavoro di qualità e inclusione sociale. Il networking tra le imprese rurali sarà inoltre potenziato attraverso le European Enterprise Networks, la più grande rete europea di piccole e medie imprese.

Implementazione del Piano

La Commissione prevede che le attuali Reti Rurali dell'UE e nazionali, le reti della Politica di Coesione, la rete Inform dell'UE e le future reti della PAC svolgeranno un ruolo attivo nel coinvolgere le parti interessate, condividere le buone pratiche e intraprendere azioni su un'ampia gamma di temi proposti e azioni.


Verifiche rurali
Data la natura multidimensionale dello sviluppo rurale e il fatto che i trattati mirano alla coesione economica, sociale e territoriale - si legge nel documento della Commissione - è necessario riesaminare le politiche dell'UE attraverso una lente rurale, considerando i loro potenziali impatti e implicazioni sull'occupazione e la crescita rurali, nonché le prospettive di sviluppo, benessere sociale e pari opportunità per tutti e qualità ambientale delle zone rurali.
Nell'ambito dell'agenda "Legiferare meglio", sarà istituito un meccanismo di verifica rurale, in particolare per valutare l'impatto previsto delle principali iniziative legislative dell'UE sulle zone rurali. Il suo scopo sarà quello di garantire la coerenza, la coerenza e la complementarità tra le politiche a beneficio delle zone e delle comunità rurali.
La Commissione sosterrà e monitorerà l'attuazione del Piano d'azione rurale dell'UE, aggiornandolo regolarmente per garantirne la costante pertinenza. Saranno introdotte inoltre le "verifiche rurali" che consentiranno di riesaminare le politiche dell'UE in prospettiva rurale, con l'obiettivo di individuare e valutare meglio l'impatto e le implicazioni potenziali di una iniziativa politica della Commissione sull'occupazione, la crescita e lo sviluppo sostenibile in ambito rurale.

L'Osservatorio

Sarà istituito, infine, in seno alla Commissione un osservatorio rurale per migliorare ulteriormente la raccolta e l'analisi dei dati sulle zone rurali. Ciò permetterà di raccogliere le informazioni per definire le politiche di sviluppo rurale e sostenere l'attuazione del Piano d'azione rurale.

Prossime tappe

Entro la fine del 2021 la Commissione esaminerà, di concerto con il Comitato delle regioni, le modalità per conseguire gli obiettivi della visione. Entro la metà del 2023 la Commissione farà il punto della situazione per verificare quali azioni finanziate dall'UE e dagli Stati membri siano state realizzate e programmate per le zone rurali. Una relazione pubblica, che uscirà all'inizio del 2024, individuerà i settori in cui sarà necessario intensificare il sostegno e la dotazione finanziaria, come pure le fasi successive sulla base del Piano d'azione rurale dell'UE. Le discussioni che faranno seguito alla relazione contribuiranno alla preparazione delle proposte per il periodo di programmazione 2028-2034.

CONSULTAZIONE PUBBLICA E INDAGINE EUROBAROMETRO

Tra il 7 settembre e il 30 novembre 2020 la Commissione ha condotto una consultazione pubblica sulla visione a lungo termine per le zone rurali. Più del 50 % dei rispondenti ha dichiarato che l'infrastruttura costituisce la necessità più urgente per le zone rurali. Il 43 % dei rispondenti ha citato inoltre l'accesso ai servizi e alle strutture di base, quali l'acqua e l'elettricità, le banche e gli uffici postali, come una necessità urgente da soddisfare nei prossimi 20 anni; i rispondenti ritengono inoltre che l'attrattiva delle zone rurali dipenderà in larga misura dalla disponibilità di connettività digitale (93 %), di servizi di base e elettronici (94 %) e dal miglioramento delle prestazioni climatiche e ambientali dell'agricoltura (92 %).

Un'indagine Eurobarometro dell'aprile 2021 ha valutato le priorità della visione a lungo termine per le zone rurali. Dall'indagine è emerso che il 79 % dei cittadini dell'UE ritiene che l'UE dovrebbe tenere conto delle zone rurali nell'adottare decisioni in materia di spesa pubblica; il 65 % di tutti i cittadini dell'UE ritiene che sia necessario decidere a livello locale o provinciale come destinare la spesa per gli investimenti rurali dell'UE; e il 44 % ha indicato nelle infrastrutture e nelle connessioni una delle principali esigenze delle zone rurali.

La visione Nazionale per il futuro delle aree rurali remote

La visione a lungo termine per le aree rurali della UE ripercorre in maniera esaustiva le criticità e le opportunità per le aree rurali europee, avventurandosi sul terreno spinoso del ridisegno dei modelli di governance dell'Unione con l'introduzione di un patto rurale e di un piano di azione, che prevede tra l'altro il "rural proofing" per le politiche dell'UE da valutare d'ora in poi anche in relazione al loro potenziale impatto sulle aree rurali. 
È un primo passo importante, ma noi in Italia sappiamo bene che è solo un inizio e che la strada da questo momento in poi è tutta in salita per averlo sperimentato nell'attuale periodo di programmazione con la Strategia Nazionale aree interne (SNAI), politica place based che rappresenta nel panorama europeo uno dei tentativi più avanzati di integrazione tra politiche di sviluppo e politiche ordinarie per i servizi.Essa si rivolge alle aree interne del Paese, territori rurali caratterizzati da una minore accessibilità ai servizi essenziali quali istruzione, mobilità e assistenza alla salute, che sono stati protagonisti negli ultimi decenni di un lungo e progressivo abbandono e perdita demografica; queste aree coprono il 60 per cento dell'Italia in termini di superficie e sono abitate da 13 milioni di persone. 

La SNAI adotta un modello di governance multilivello (Nazionale, Regionale, Locale); agisce su un insieme di aree progetto, sistemi intercomunali ciascuno con una propria identità territoriale definita, selezionate attraverso un'istruttoria aperta d'intesa fra la Regione e lo Stato (72 sono le aree selezionate in questa fase); mette in campo un lavoro di scouting e accompagnamento ai territori con il coinvolgimento di un team nazionale per l'individuazione dei bisogni e la costruzione in rete del risultato da raggiungere e con il metodo della co-progettazione sostiene la capacitazione degli attori locali necessaria per la messa a punto di azioni innovative.
Ai territori viene richiesto di elaborare una strategia territoriale da porre alla base di un programma di interventi per i servizi e lo sviluppo da attuare per mezzo di un Accordo di Programma Quadro (APQ). Ogni strategia a partire dalle tendenze in atto individua una visione per il futuro (a 20 anni) e come intende modificare queste tendenze al fine di fermare e invertire lo spopolamento, il degrado e l'abbandono del territorio, e come si intendono rilanciare servizi essenziali di cittadinanza e sviluppo. Nelle visioni individuate dai territori l'agricoltura è spesso al centro.

La Strategia si basa sulla condivisione a monte tra i vari Ministeri coinvolti (Salute, Istruzione, Beni culturali, Lavoro, Agricoltura, Trasporti) e le Regioni di un impianto strategico, che richiama molto da vicino l'idea del Piano di Azione alla base della proposta comunitaria, e trova attuazione sui territori attraverso la sottoscrizione di un patto (che prende la forma del succitato Accordo di Programma Quadro) tra le associazioni dei sindaci che promuovono le strategie sui territori e gli altri livelli di governo interessati. 

La Strategia riporta l'enfasi sui Servizi e con il metodo della co-progettazione rimette le Comunità al centro, ma si tratta anche di un modello estremamente complesso che implica tempi lunghi di elaborazione delle strategie e delle progettualità, elemento di criticità di questa politica,
ma soprattutto richiede per la sua entrata a regime un ruolo nuovo dello Stato, una maniera diversa di fare Amministrazione e un ripensamento sostanziale degli attuali sistemi di delivery delle politiche pubbliche.  

L'Italia nonostante questa complessità ha deciso di continuare a investire e in questi giorni nella programmazione dei Fondi per il 2021-27 si sta ragionando su come capitalizzare gli apprendimenti di questa esperienza nazionale e come garantire l'integrazione tra l'azione dei diversi fondi, compreso il FEASR, nel Piano Strategico della PAC e nell'Accordo di Partenariato della Coesione. Dalle prime analisi valutative messe in campo per supportare la programmazione stanno emergendo diversi spunti su cui riflettere per il futuro e il cui recepimento nell'impianto programmatico non è affatto scontato:

Riteniamo che gli apprendimenti dell'esperienza SNAI possano rappresentare una base utile anche per l'attuazione della "visione a lungo termine" e che l'avvio di un confronto a livello europeo sui target territoriali (ponendo la priorità su quelle remote e perciò più fragili) e sul metodo da adottare per accompagnare le aree rurali nell'utilizzo delle risorse e degli strumenti disponibili faciliterebbe inoltre il consolidamento dei percorsi già avviati a livello Nazionale.

 
 
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Matteo Tagliapietra - Daniela Storti

 
 

PianetaPSR numero 104 luglio/agosto 2021