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scrofe in un allevamento
Emilia Romagna

Riduzione dell'impiego di antibiotici nell'allevamento animale: il caso della gestione degli allevamenti suini, effetti produttivi e qualitativi

Un'analisi dei risultati ottenuti dal Gruppo operativo per l'Innovazione ANTIBIOTIC-FREE.

I processi biologici che regolano crescita e salute degli animali non sono completamente noti. Per questo motivo lo studio e la ricerca in campo zootecnico sono in continua evoluzione, al fine di aggiungere informazioni chiave alle attuali conoscenze. 

La mancanza di alcuni di questi elementi legati al settore zootecnico deve essere rapidamente colmata per facilitare l'approccio ad un modello moderno, basto su metodologie di precisione volte ad ottimizzare l'impiego dei fattori tecnici di allevamento, un passo necessario per migliorare la sostenibilità ambientale, economica e sociale dei prodotti di origine animale.

A riguardo, un settore che necessita ancora di studi approfonditi e di ottimizzazione è quello legato all'utilizzo di antibiotici, sostanze comunemente usate in medicina umana ed in veterinaria per il trattamento di un ampio ventaglio di malattie infettive di origine batterica.  

In Italia, il Piano Nazionale di Contrasto all'Antimicrobico-resistenza (PNCAR 2017-2020) prevede che tutte le Regioni forniscano i dati circa il consumo di antibiotici nel comparto animale, prevedendo la diffusione della metodologia di calcolo basata sulle DDD, già ampiamente utilizzata in medicina umana.  Le ragioni di questa politica si fondano sulla necessità di contenere l'insorgenza di batteri resistenti agli antibiotici, al fine di preservarne l'efficacia. Proprio in quest'ottica, la divisione "Animal Production and Health Division (AGA)" della FAO ha sottolineato l'importanza di adottare misure urgenti per contenere l'antibioticoresistenza. Inoltre, la FAO stessa, in un documento del 2021 (FAO, 2021) (http://www.fao.org/documents/card/en/c/cb4156en, http://www.fao.org/documents/card/en/c/cb3680en) sottolinea altresì che gli antimicrobici sono essenziali nel trattamento delle malattie degli animali utilizzati per produrre alimenti ed il loro uso è necessario per garantire la salute sia degli animali sia dell'uomo (http://www.fao.org/uganda/news/detail-events/en/c/1410483/).

È evidente come il fulcro del problema non sia il divieto dell'impiego di antibiotici in zootecnia, ma bensì l'adozione dell'approccio basato sul "uso prudente" e "responsabile" di queste sostanze come base fondante del mantenimento della loro efficacia. A questo proposito, l'Europa, già dal 2011 e successivamente nel 2016, mediante la "Risoluzione sulla resistenza agli antibiotici", ha affrontato la problematica presentato il "Piano di azione contro la crescente minaccia dell'antibiotico‐resistenza (European Commission ‐ IP/11/1359 10/10/2016 / https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/B-8-2016-1218_IT.html ) che prevede la messa in opera di 12 azioni, suddivise in 7 aree da avviare negli Stati membri dell'UE, ponendo i presupposti per affrontare il problema. Sulla base di queste linee guida, diversi paesi hanno approntato Piani Strategici Nazionali finalizzati, da un lato a creare una coscienza del "buon uso degli antibiotici" tra gli operatori del settore, e dall'altro a valorizzare i fattori che possono aumentare la resistenza degli animali alle malattie, prerequisito per ridurre l'impiego di antibiotici nella filiera zootecnica (approccio zootecnico).

maialini che mangiano
 

Il tema dell'impiego di antibiotici in zootecnia è di interesse trasversale, in quanto coinvolge le filiere produttive, la salute pubblica e la sostenibilità ambientale, integrandosi nel nuovo concetto di One Health (salute unica). Come evidenziato in precedenza, a livello nazionale, il Ministero della Salute in recepimento alle normative europee, ha approntato una serie di misure che includono principalmente il "Piano Nazionale per la Ricerca dei Residui", il monitoraggio per rilevare l'antibiotico resistenza nelle filiere zootecniche ed il monitoraggio dell'utilizzo del farmaco in zootecnia attraverso specifiche check‐list. Resta ancora molto da fare in favore delle filiere e soprattutto degli allevatori, al fine di fornire informazioni e/o strumenti per contenere la necessità di impiego di antibiotici nella pratica zootecnica. 

In questo ambito, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali può avere un ruolo centrale, promuovendo interventi specifici che, in sinergia con le azioni messe in atto dal Ministero della Salute, siano focalizzati alla definizione di strategie preventive adottando tecnologie di precisione. A questo proposito, la pubblicazione del Piano Strategico per l'Innovazione e la Ricerca nel Settore Agricolo Alimentare e Forestale (2014‐2020) nell'aprile 2015 contrisce un'importante punto di partenza. È auspicabile l'adozione di un Piano Nazionale pluriennale, basato sull'implementazione della road‐map europea, che preveda azioni disegnate considerando le peculiarità delle filiere produttive in termini di organizzazione ed integrazione con l'industria, con l'obbiettivo di promuovere un approccio zootecnico.

Il Gruppo operativo ANTIBIOTIC-FREE

A riguardo un progetto che ha visto lo studio ed implementazione di attività legate all'antibiotico resistenza nel settore suinicolo è rappresentato Gruppo Operativo per l'Innovazione ANTIBIOTIC FREE co-finanziato dal Psr 2014-2020 dell'Emilia-Romagna, con capofila AGRIFARM in partenariato con CRPA, FCSR e 6 suinicoltori emiliano romagnoli con il supporto tecnico di SUIVET TRAINING. Dieci allevamenti sono stati coinvolti nel progetto, di cui 3 da riproduzione e 7 da ingrasso.

maialini in allevamento

Essi sono stati visitati nel 2018 per raccogliere i dati per una prima analisi "ex-ante": del consumo di antibiotici per singola molecola impiegata nelle diverse fasi di allevamento nell'anno precedente (2017), del livello di biosicurezza esterna e interna e delle condizioni di benessere dei suini. Tali attività sono state condotte con la collaborazione dei veterinari aziendali. Sulla base di questa analisi è stato redatto ed inviato a ciascun allevatore un rapporto aziendale, contenente gli indici aziendali di uso di antibiotici (DDDAit), di biosicurezza e di benessere animale, confrontati in modo anonimo con i relativi valori medi di tutti gli allevamenti coinvolti nel Goi (benchmarking) e la prevalenza di lesioni patologiche rilevate al macello; il rapporto comprendeva anche una lista di interventi strutturali e di misure gestionali raccomandati, sulla base di evidenze scientifiche, per ottenere suini più sani e "resilienti", con minori esigenze di trattamenti antibiotici per la loro cura. 

Dopo l'attuazione dei Piani aziendali di riduzione dell'uso di antibiotici e di miglioramento delle condizioni di biosicurezza e di benessere animale, gli stessi allevamenti sono stati oggetto di una seconda visita aziendale "ex post" alla fine del 2020, per rilevare in che misura gli interventi raccomandati sono stati attuati con successo e che effetto hanno avuto in termini di riduzione dell'uso di antibiotici, di prevalenza di lesioni patologiche al macello e di miglioramento delle condizioni di biosicurezza e di benessere animale. I principali risultati definitivi, relativi alla riduzione dell'uso di antibiotici e al miglioramento degli indici aziendali di biosicurezza e di benessere animale nei 10 allevamenti coinvolti sono stati pubblicati di recente sulla Rivista di Suinicoltura.

 

I risultati

Il progetto, inoltre, ha voluto indagare gli effetti della riduzione dell'uso di antibiotici sulle prestazioni produttive dell'allevamento e sulla qualità di carcasse e carni prodotte, attraverso il monitoraggio dei principali dati produttivi aziendali (sanità, mortalità, consumi alimentari, resa del mangime) e qualitativi al macello (% carne magra, resa di macellazione) e della carne. Al macello sono state rilevate le lesioni anatomo-patologiche per la diagnosi di patologie degli apparati respiratorio e gastroenterico e per la formulazione di strategie di profilassi e/o di terapie mirate.
Il progetto ha portato alla formulazione di rapporti di feedback personalizzati per singolo allevamento, comprensivi di verifica ex ante ed ex post dell'uso aziendale di antibiotico, del rischio di biosicurezza e delle condizioni di benessere animale. L'analisi ex ante dei consumi complessivi di antibiotici nei dieci allevamenti partner per le categorie scrofa, lattonzolo, suinetto in post svezzamento e suino grasso, confrontati tra di loro e con quelli medi registrati nel 2017 in trenta allevamenti emiliano romagnoli (nell'ambito del Goi Suini Antibiotic-Free già concluso) ha evidenziato che i consumi risultano inferiori rispetto alla media degli altri trenta allevamenti, salvo per la categoria suinetti in post svezzamento.
Per la biosicurezza è stato adottato il protocollo BioCheck.UGent: dall'analisi dei punteggi totali (biosicurezza interna più biosicurezza esterna) di ciascun allevamento, confrontati con il loro valore medio e con la media di tutti gli allevamenti italiani che hanno utilizzato il protocollo BioCheck.UGent, emerge che il livello di biosicurezza dei dieci allevamenti partner è aumentato, grazie agli interventi di miglioramento gestionale e strutturale adottati dagli allevatori, fino a livelli a superiori a quello medio attuale degli allevamenti italiani valutati con questo sistema. Dal punto di vista del benessere dei suini, analizzato con l'Iba (Indice di benessere allevamento sviluppato dal Crpa), i tre allevamenti da riproduzione hanno evidenziato, in un caso, un netto miglioramento, sia delle misure indirette, legate al sistema di stabulazione (es. superficie/capo, materiali manipolabili, comfort termico, ecc.) sia di quelle dirette, rilevate direttamente sugli animali (lesioni corporee, zoppie, stato di pulizia, ecc.), mentre negli altri due casi si è riscontrato un peggioramento delle misure indirette, compensate in un solo caso dal miglioramento delle misure dirette; nella maggior parte degli allevamenti da ingrasso, si è evidenziato un aumento dei valori delle misure dirette, dovuto soprattutto alla maggior disponibilità per i suini di materiali manipolabili, in applicazione della Raccomandazione (UE) 2016/336 della Commissione, a cui ha fatto riscontro, però, una maggior incidenza di lesioni alla coda, dovuta anche alla presenza di suini con coda integra prima dell'applicazione di tale Raccomandazione non era obbligatoria..
Nei seminari e nel convegno finale sono stati presentati anche i risultati relativi alla qualità delle carni e all'analisi dei costi e dei benefici delle misure di miglioramento adottate con i Piani aziendali.

Ridotti di quasi il 40% gli antibiotici

Complessivamente il Goi Anti-biotic-Free ha avuto un impatto positivo sulla riduzione dell'uso di antibiotici nei 10 allevamenti partner (-39%), soprattutto nella fase più critica di post-svezzamento. Il monitoraggio e il confronto mediante benchmarking dei livelli di uso di antibiotici, di biosicurezza e di benessere animale e delle prevalenze di patologie d'allevamento, rilevate al macello, hanno contribuito a creare una maggiore consapevolezza e capacità di allevatori e veterinari aziendali, nell'affrontare in modo pratico la problematica della riduzione dell'uso di antibiotici in suinicoltura. 

 
 

Maria Valentina Lasorella CREA
Paolo Ferrari CRPA

 
 

PianetaPSR numero 105 settembre 2021